[KAR] Rodolan di Dera e nuovi Uzbad
Scritto da : Borba Granpugno in data : 17/11/2015 14:11:50

Nel glaciale ventre di Grom Bad, il rifugio per il Popolo di Djare, vi sono custodite le loro più preziose eredità. Emerge dalla roccia dal quale è stato intagliato il Tempio della Triade dove si intonano le lodi del Saggio, del Padre e del Signore dei misteri. Questo è visibile da ogni punto della grotta perchè la Triade è tutto, importante quanto il respiro. Si intonano lodi e canti nella notte della Ventisettesima rotazione di Morgat del 4244esimo ciclo dell'Esilio, Primo ciclo dell'esodo. E' sempre motivo di cerimonia solenne quella degli ingressi nell'ordine e l'investitura a Rodolan di un cugino. C'erano proprio tutti quella sera ed i lavoratori si fermarono almeno un momento per pregare come chi presenziava al tempio.


Hermita. Di molti cicli più maturo dei presenti, originario di Grungor Drakk e tra i primi coloni Freddalama. Si unì come Uzbad, donò un rubino e venne accolto dalla Morgat al suo fianco;
Dalin Granbotto. Milite sotto i Bund nell'Armata, porta stendardo e voce di Korg nella zuffa, domandò di poter intraprendere la via del tynbarak perché suo desidario è essere d'esempio ed araldo di Korg;
Borba Granpugno. Già veterano dell'Esodo, ultimo Uzbad nominato alla Gemma, custode della libreria segreta, si presentò al Morgat con in pugno l'Ametista, perchè scelto a divenire Rodolan.
Tutti recitarono le promesse. Borba ripetè quella immutata sin dal Primo ciclo dell'Esilio:
"Giuro fedelta' a Dera Signore delle onde e del Grande Mare Signore che mi guidi nella vita e nella morte Mostraci la Via del Giusto a te m'affido"


I cugini poi seguirono il nuovo Rodolan alla sala dei padri dove riecheggiò la preghiera del richiamo per Egrelle Granpugno. La voce degli antenati riempì quel luogo di silenzi ed il metallo si animò come se vi scorresse sangue, come se fosse di carne. Il thorankor si levò da terra per camminare nuovamente tra i vivi. Borba chiese ai cugini di aiutarlo in una impresa che si era ripromessoda tempo, tornare alla Gemma per scoprire se vi fossero ancora spiriti e la presenza della Triade salda come lo è da millenni. Facendosi largo tra Nasoni, Poliposi e Dueteste il manipolo di Djaredin capeggiato da Moiraj Sventrorchi si aprì un vargo tra i nemici per le strade della capitale perduta. Tra i colonnati dei sepolcri decrepiti i cugini, guidati dal nuovo Rodolan, intonarono una preghiera con la quale avrebbero potuto toccare le presenze degli antenati, che in quel luogo sono forti da quando i Djaredin ne hanno memoria. Sebbene vivesse il dubbio che ogni cosa era stata persa con l'esodo, gli antenati risposero, segno che nonostante la sciuagura la Gemma restava salda ed inamovibile quanto la montagna tutta. La speranza e la gioia riscaldò il cuore dei presenti.


Dopodichè disciplinati e taciturni cominciarono la risalita.

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