[CSC] Il tesoro perduto
Scritto da : Lukas Salvaras in data : 02/02/2016 22:21:38


Tortuga, 1 Forense 280

In seguito all’arrivo sull’isola di un eterogeneo gruppo di mercenari, i Corsari Scarlatti si sono ritrovati tra le mani un’interessante mappa del tesoro. Forti delle recenti spedizioni esplorative nelle Terre Selvagge, il rinnovato equipaggio tortughese si appresta a salpare alla volta dell’isola segnata sulla mappa. La spedizione è affidata ad Uccellino, Secondo Ufficiale della ciurma.



Appena sbarcati la ciurma si accorge ben presto di non esser l’unica forma di vita antropomorfa sull’isola. Un nutrito gruppo di Uomini Pesce si scaglia contro i nuovi arrivati cercando di ricacciarli al di là del mare. La sortita è rapida e violenta, le creature assomigliano solo vagamente all'uomo, la loro intelligenza è però limitata e più simile a quella dei loro antenati marini. I Corsari si dimostrano preparati ed assorbono l’onda d’urto con prontezza di riflessi.



L’orda di Uomini Pesce è guidata da un gigantesco esemplare dotato di una forza mostruosa. La creatura, rimasta sola nello scontro, tenta in tutti i modi di abbattere le difese del cerusico e becchino della Tortuga: Beccamorto. Altri Uomini Pesce intanto rispondono al richiamo del lezzoso essere per metà uomo e per metà pesce. Il nuovo drappello di bestie anfibie boccheggia orribili suoni contro i nemici venuti dal mare.


Con il favore di Danu i Corsari riescono comunque a sconfiggere l’orrida creatura che stramazzerà al suolo gorgogliando suoni incomprensibili. Incredibilmente, però, marinai e mozzi riescono a socializzare con uno degli esemplari più piccoli rimasti in vita. La creatura, non più alta di uno Djaredin, sembra esser propensa al dialogo, ma nulla si comprende del suo ancestrale linguaggio acquatico.



La ciurma scarlatta, guidata dal cartografo Lavandaia, trova finalmente il punto indicato sulla mappa. Gli Uomini Pesce sembrano essersi ritirati prudentemente, tuttavia la quiete viene interrotta improvvisamente da delle urla strazianti. I Corsari lasciano cadere le pale, pronti a fronteggiare il nuovo pericolo in agguato. Il terreno freme, smosso da entità nascoste nelle sue viscere ma dalla voce orribilmente umana.



Pare che da tempo immemore altri lupi di mare abbiano setacciato l’isola, per una qualche maledizione questi sono rimasti intrappolati nei pressi del tesoro sepolto e ne sono ora inconsapevoli guardiani. Ridotti a poco più di qualche brandello di carne, l’equipaggio sventurato continua nei secoli la sua infruttuosa ricerca. Ben presto però i Corsari riescono a placare l'animo bellicoso dei non-morti trovando nel loro Capitano un individuo ancora dotato di una mente capace di ragionare.



Con lingua sciolta e abile parlantina, gli Scarlatti convincono la ciurma non-morta ad aiutarli nel recupero del tesoro. La maledizione, però, rischia di colpire anche loro e per tanto ballano un misterioso rito propiziatorio custodito gelosamente dagli scheletrici filibustieri. Scacciata la maledizione i Corsari affrontano impavidi l’ultimo ostacolo, due grossi golem metallici capaci di scagliare fulmini e scariche elettriche sugli avversari.


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