[Qwa] La Grande Malattia (Prima parte)
Scritto da : Keuppap in data : 11/07/2016 15:20:31


Al limitare della giungla, lì dove il caldo torrido delle dune e l’umido asfissiante della foresta hanno un breve ed intimo incontro, quattro uomini della giungla si celano perfettamente nel fitto sottobosco tropicale. Hanno adocchiato un gruppo di uomini bianchi. Sono sconosciuti, estranei, intrusi, invasori dei territori Qwaylar. Si muovono goffamente mentre le loro cavalcature arrancano sul terreno. Keuppap, anche meglio conosciuto come Cocco, decide di farsi avanti per scacciare i nuovi venuti. La reazione degli accaldati visitatori è immediata, uno di loro parla per tutti: ""Non è concesso entrare nella giungla sacra dall'uomobianco senza invito, conosco le leggi della giungla"", preannuncia.



Lo scambio di parole è rapido, conciso, privo di formalità. Non ci si può permettere un linguaggio forbito con i signori della giungla, né tanto meno ci si può permettere di far perdere loro tempo. ""Cosa tu vuole da noi allora?"" chiede già spazientito Keuppap. L’uomo bianco si presenta quale “Spettro” capo delle Lame Silenti, uno dei soliti ridicoli nomi degli uomini delle terre occidentali. L'uomo bianco informa i Qwaylar che in passato aveva un buon rapporto con la tribù quando Banga ne era il capo e afferma di essere venuto in cerca di aiuto. L'uomo parla di una maledizione lanciata da loro stessi su quella che loro chiamano Foresta Antica e raccontano di come questa maledizione che servirebbe a proteggere la foresta non permettendo ad altri oltre che a loro di entrare, sia legata ad una vita umana che pian piano si stava spegnendo per colpa di essa. In cambio i Qwaylar avrebbero ottenuto l'ingresso nella foresta a loro volta e salvato la stessa e gli animali che vi abitavano.



La richiesta dell’uomo bianco è ingente ed il guadagno dei Qwaylar scarso quindi pensavano di rifiutare, ma c'era una cosa che avrebbe fatto cambiare idea agli anziani e Keuppap, Un osso appartenuto a Oskatat, un Qwaylar che aveva vissuto a lungo tra i bianchi e che aveva raggiunto posizioni importanti e che aveva fondato quel gruppo che ora chiedeva aiuto alla tribù ""Ecco cosa ho bisogno da voi che facciate: un rito per legare la maledizione alle sue ossa per salvare la foresta e la vita di una persona"".. Lì la gente di Timata Ora avrebbe trovato un rifugio sicuro anche lontano dalla Giungla. Keuppap però si sentì di ammonire quell’individuo e metterlo al corrente dei rischi ""Tu ricorda sempre di no scherza con spiriti o loro dopo punisce, bisogna riesce ad ascolta loro, ma uno in particolare ese difficile da sente e capisce, Sakapta e se noi deve chiede qualcosa a lui,... Lui vuole sempre molto in cambio"".



I due gruppi infine si dividono con la promessa da parte dei qwaylar di parlarne con i Wakan e di aspettarli alla foresta, se i qwaylar si fossero presentati allora avrebbero capito che la loro richiesta di aiuto sarebbe stata accettata.



Keuppap ancora non sapeva a cosa questa decisione lo avrebbe portato.

FINE PRIMA PARTE

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