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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By VileLaker
#23355


🎶 Soundtrack


2 Lithe, 284 - tarda notte -

Era cominciata già da un po'. Dapprima un fruscio lontano, poi, man mano che si avvicinava, un assordante battito di ali.

"Oh no! Draghi!"

Uscimmo tutti dall'edificio per confermare il nostro terribile presentimento "No, non sono Draghi... Ma cosa?!".
E poi l'impicchiata, le parole arcane pronunciate da voci cavernose, le urla, il clangore delle spade, guardie prese alla sprovvista che improvvisano ordini... caos. Fu così che cominciò l'incursione dei Gargoyle.

Ed ora sono qui appiattito contro il muro, da un lato la finestra, dall'altro la porta che da sul soppalco. Una figura da fuori si avvicina, percepisco il suo ansimare grottesco che estende e ritrae una nube di vapore sul vetro.

La sarta si è nascosta sotto il tavolo, il suo sguardo terrorizzato incontra il mio in cerca di conforto e sicurezza. Non sa che è lo stesso conforto e sicurezza che vorrei trovare io in lei. La mia mano si mette in posizione, ma le labbra non sono pronte... Se fosse servito non sarebbero riuscite a sputare neanche una sillaba.

La mia ombra mi osserva, ammutolita, inorridita dalla figura che ha davanti: un uomo paralizzato dalla paura.

Trattengo il respiro, chiudo gli occhi, cerco di fermare persino il battito del mio cuore come se servisse a far scomparire la mia presenza. Sembra aver funzionato, il mostro se ne va attirato o provocato da qualcos'altro.

"Ma la mia ombra è ancora lì che mi guarda"
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By Dakeyras
#23368
Cadaveri accatastati, ali frantumate, sangue rappreso nauseabondo colorano Derit alle prime luci dell'alba, che sorge mesta, dopo l'attacco dei Gargoyle.

Una figura nera, con il cappuccio calato sul viso, più scuro delle vesti, si aggira per la città ormai quieta, in mezzo ai corpi laceri, memento della battaglia da poco conclusa.

La figura si ferma, osserva per qualche istante il corpo maciullato di un Gargoyle a terra, alza lentamente lo stivale nero e con gesto repentino schiaccia il cranio della creatura. Un rumore raccapricciante ne scaturisce e, per qualche istante, rompe il silenzio innaturale che fino a poco prima regnava a Loknar.

Dakeyras resta a guardare, immobile, il suo piede in mezzo al sangue ed i pezzi di carne, meditando sulle ragioni del suo profondo fastidio, andando a ritroso nel tempo con il pensiero.

Negli ultimi mesi aveva assediato i possedimenti dei Gargoyle uccidendone, da solo, un numero tale da far impallidire un nutrito gruppo di avventurieri. Le creature avevano più volte provato a rafforzare le difese, tuttavia, da solo, aveva continuato ad imperversare i quei luoghi.
Il giorno precedente l'attacco, nell'ennesima incursione al loro covo nelle terre orchesche, una delle Antiche Creature aveva deciso di rivolgergli la parola, chiedendogli come mai continuasse a portare morte e distruzione tra i membri della sua razza.
<<Ricerca del Potere>> Era stata l'ovvia risposta di Dakeyras, secondo Dogma del Primo.
Ne era scaturita una insolita discussione, dove l'antica creatura si era mostrata disposta a conferirgli un grande potere a patto che Dakeyras e le genti di Loknar, avessero smesso di vessare quei luoghi.
L'uomo e la creatura si erano accordati per concludere il patto al calare della seconda luna dal loro incontro, tuttavia, dopo nemmeno un giorno, abitanti di Loknar avevano varcato i possedimenti dei Gargoyle e tale atto aveva portato alla ritorsione delle creature sull'isola di Derit


Dakeyras continua ad osservare il suo piede immerso nel sangue del Gargoyle, eppure la sensazione di fastidio che prova non si placa e l'uomo fatica a contenerla, così come ad identificarla.
Odio verso le creature forse? No. Ci sarebbe stata una ritorsione, ma non si poteva odiare una bestia per comportarsi da bestia.

Lo sguardo di Dakeyras si sposta sul vicino corpo di una Guardia, le cui viscere andavano mescolandosi ai fluidi del Gargoyle: la guardia aveva servito, combattuto ed era morta per Loknar.

<<Loknar....>> mormora tra se e se, ripensando con disgusto alla paura dilagante tra i cittadini, ai pareri espressi nell'assemblea tenutasi poco dopo l'attacco, dove alcuni aspiranti en membri della comunità avevano preferito puntare il dito contro di Lui piuttosto che rendersi conto di chi li aveva attaccati.
<<Loknar>> mormora di nuovo iniziando a comprendere le vere ragioni del suo disappunto ed estraendo dalle vesti la piuma nera che il suo maestro, Waylander Rahal, gli aveva donato. Se lo avesse visto in quel momento, probabilmente, la punizione per Dakeyras sarebbe stata severa, ma per ragioni che solo un Vero Fedele avrebbe potuto comprendere.

Scrollandosi il sangue dallo stivale Dakeyras si dirige verso la sua Servitrice Yvonne. <<Portate tutte le mie armi sterminatrici di Gargoyle a Martinet ed acquistate nel mercato tutte quelle che trovate. Portate anche 500.000 monete al Connestabile, che vengano destinate alle famiglie delle vittime ed a coprire i danni causati dalle creature>>
<<Ah, ed avvisate Greig che ho bisogno di lui, saprà cosa intendo>>
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By Rudcore
#23372
Yvonne era uscita da poco dall'abitazione, ed il vecchio, dopo aver indugiato, con aria lasciva, sulle forme della donna, andò a sedersi sul freddo trono di pietra, fissando a lungo quella bilancia che nella sua misura non era mai in equilibrio, come a indicare perennemente una risposta a quello che doveva essere fatto.
Da una parte delle ossa a rappresentare la morte, dall'altra una piuma di fenice, a rappresentare la vita.




Image
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Qualcosa andava fatto, quello che era successo non poteva essere lasciato al caso e di conseguenza dimenticato, nonostante la persona che avrebbe dovuto flagellare era una delle persone piu' vicine al vecchio e di certo, anche al Primo Nato, uno dei pochi uomini, ad oggi, ad aver raggiunto la Vera Fede.

Nei giorni passati, durante il suo giro di ronda, aveva incontrato Nemes : avevano discusso di ciò che era successo durante l'attacco e delle morti causate da quel manipolo di Gargoyle.
<<dobbiamo aspettarci un'altro attacco da Loro? Cosa succedera' al sacerdote? >> disse Nemes mentre cercava di sostenere lo sguardo del vecchio. L'aria del ragazzo era spaventata come a rivivere quei momenti di terrore.




Il vecchio con sguardo serio e voce rauca lo guardo', quasi innervosito da tutto ciò che era successo.
<<Si ragazzo, è molto probabile che quelle bestie si facciano vive di nuovo e per quanto riguarda il Sacerdote ho avuto una conversazione con il Consigliere; come ben saprai Dakeyras è uno dei sacerdoti piu' importanti di Loknar, una delle persone piu' vicine al Primo nato, l'unico che puo' raggiungere tali vette di potere, per cui Lucian ha deciso di dargli una punizione lieve.>>
Poi guardo' di nuovo il ragazzo, il suo sguardo si fece molto piu' cupo quasi, deformarmato dall'aggrucciarsi del suo viso a causa delle rughe che fanno spazio alla vecchiaia.
<<Ma io non sono Lucian>> tuono' il vecchio, per poi abbassare la voce <<La sua ricerca di potere in questo caso ha portato alla morte di tre guardie del villaggio, questo di certo non è una cosa da poco conto; ma non è questo il problema. Il patto che ha provato a siglare con il Gargoyle, fatto con il sangue e con tanta superficialita', è stato un totale fallimento e ciò che ci è stato insegnato è che il fallimento non è concepito. Il fallimento e la sconfitta sono peccati per i quali le uniche espiazioni possibili sono rispettivamente la sofferenza e la morte. Inoltre, sono mesi che il Sacerdote non diffonde il Verbo come era solito fare e molti degli uomini a Loknar non seguono la retta via. Questo è imperdonabile>>
Fece una breve pausa il vecchio per poi ritornare a guardare Nemes.
<<Le sorti di Dakeyras sono nelle mie mani e verra' punito giustamente affinché il Sacerdote si risvegli dal suo torpore e quello che è stato fatto non accada piu'>>
Nemes guardo' il vecchio senza replicare, annuendo mestamente.





Riaprì gli occhi il Boia, era ancora seduto sullo scranno di pietra, la frusta giaceva a pochi passi da lui.
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By Lucian Blackheart
#23401
La breve riunione tenuta in occasione dell'esame e della consegna delle vesti nere di Loknar ai nuovi cittadini si era da poco conclusa, ma Lucian aveva indugiato nella sala grande dell'assemblea cittadina e, seduto sul suo scanno, fissava la scura bilancia posizionata sul tavolo al centro della sala, meditabondo.

I due pesi di ugual misura facevano mantenere i patti in equilibrio, perfettamente allineati davanti ai suoi occhi e più li osservava più un pensiero si faceva nitido nella sua testa, come a dipanarsi da quel groviglio che si agitava turbolento nella sua mente, prevalendo sul resto. Così, mentre nel silenzio di quella sala prendeva forma la sua consapevolezza, aveva allungato lentamente la mano sinistra verso lo strumento e, con una pressione dell'indice ne aveva inclinato l'asse per poi lasciarlo nuovamente libero.

Quel gesto gli aveva dato enorme sollievo. Fissava ancora quella bilancia, ma ora, seppur i pesi fossero i medesimi su i due piatti, il suo asse oscillava nel tentativo di riassestarsi sul precedente equilibrio, facendo prevalere alternatamente prima uno e poi l'altro estremo.

Ormai quel pensiero si era completamente formato e con esso la cognizione dell'uomo che stava diventando: sulla sua bilancia vi era su un piatto l'essere un seguace del Primo e sull'altro il suo ruolo di Consigliere di Loknar e inevitabilmente, seppur mossi con il fine medesimo del servire il Dio, nel suo agire avrebbe dovuto far percepire, a seconda dei casi, un peso maggiore di uno o dell'altro aspetto, pur mantenendo il suo equilibrio interiore.

Poi, distogliendo lo sguardo dallo strumento e finendo ad osservare una sedia vuota dell'enorme tavolo dell'assemblea, nuovamente una sensazione di fastidio lo aveva pervaso...

Nel suo flusso di pensieri una seconda consapevolezza si era aggiunta alla prima, questa volta una amara: purtroppo le oscillazioni di quell'asse del suo equilibrio non erano appannaggio esclusivo della sua volontà, ma anche influenzate da intenti e azioni non sue.

Così era successo giorni prima con Dakeyras e l'attacco dei Gargoyle. Quell'errore, quella ricerca del potere a tratti ostentata da parte del sacerdote a lui vicino lo aveva costretto a dover mettere ancora una volta in bilico la sua posizione chiudendo gli occhi del Consigliere e aprendo quelli del seguace del Primo. In quell'occasione Lucian aveva voluto tutelarlo, al punto da mettere rischio anche la sua integrità come Consigliere, poiché reputava Dakeyras e la sua esperienza nei culti antichi vitale per ciò che si stava rimettendo in moto all'ombra di Loknar.

Ma quel fatto era stato grave: la città era stata attaccata per colpa dei quel passo falso e alcune guardie avevano perso la vita nella difesa. Sapeva bene che se avesse dovuto guardare e giudicare con gli occhi del Consigliere di Loknar probabilmente la pena sarebbe stata quella del bando per il sacerdote, ma questo sarebbe inevitabilmente risultato in un freno all'intento che in quel momento più gli era caro e non poteva permetterselo...

In quella notte i suoi pensieri ripresero ad essere turbolenti e tornarono più e più volte all'assemblea cittadina che si tenne subito dopo l'attacco. In quell'occasione, aveva dovuto provare a seguire la via della mediazione escludendo un giudizio netto e tradendo, forse, le aspettative di quegli aspiranti che di Lucian conoscevano solo il volto da Consigliere. Un rischio corso nella consapevolezza che la maggioranza dei cittadini meglio lo conoscevano si sarebbe fidati del giudizio.

Oggi gli stessi aspiranti che in quell'occasione avevano giustamente accusato Dakeyras di aver attirato sventure su Loknar erano diventati cittadini e fu proprio per loro l'ultimo pensiero di quella notte travagliata... Il loro percorso era appena iniziato e, qualora li avesse reputati pronti, avrebbe mostrato ciò che ora doveva celare e magari un giorno avrebbero capito maggiormente le sue azioni e il suo giudizio.

Finalmente placato dal flusso dei suoi pensieri, Lucian si alzò dal suo trono del consiglio e allungandosi un'ultima volta verso la bilancia, prese il peso che idealmente aveva collocato sul piatto del Consigliere di Loknar e lo spostò su quello del seguace del Primo disallineando l'asse, uscendo infine dal Municipio e prendendo la via per la sua dimora nel buio della notte.
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