
21 Solfeggiante 269
La Legione è schierata nella piazza di Amon: sotto le tuniche bianche palpitano i cuori dei migliori combattenti di Ardania.
Dopo tanta preparazione il momento è giunto: Amon e Helcaraxe son pronte a colpire con forza il vacillante Impero delle Westlands.
In piazza il Console Khain, affiancato dal Console Ankleg, tiene un discorso per incitare i suoi prima dello scontro:


"Stiamo partendo per una grande vittoria: che questo sia sempre il vostro pensiero e che solo questo vi guidi. Noi stiamo andando a vincere perchè la
Legione non puo esser sconfitta da chi guida una citta di deboli e traditori. Anche ultimamente, se avete sentito, Hammerheim è nel caos e tra le sue fila
molti disertano. Qui a Amon invece siamo fieri di indossare il mantello imperiale e mai si può pensare di ritirarsi di fronte al nemico. Per chi non lo ricordi Seliand una volta era una nostra cittadina ed ora andiamo a riprenderla. Salutate le mura amiche, salutate quanti rimangono qua ad attenderci... Torneremo vittoriosi perche la nostra causa giusta!
Usque ad Finem Urbi Fidelis!"
 
Tra le urla dei soldati Inge intona un canto:
"Noi siamo guerrieri, da Amon partiamo
E contro il nemico noi combattiamo
Forza Amoniani andiamo veloci
Che del nemico si odon le voci
Amon guerriera, Amon guerriera
la vittoria è per te questa sera
Fatevi sotto, non abbiamo paura
Non nascondetevi nella radura
Scappare veloci vi verrà l'affanno
Ma vi troveremo e guai grossi saranno
Amon guerriera, Amon guerriera
la vittoria è per te questa sera
Alla vittoria andiam con ardore
E il nostro attacco non è certo indolore
Il nemico annientato presto sarà
E Amon la grande trionferà
Amon guerriera, Amon guerriera
la vittoria è per te questa sera
"Signori", urla il Console, "in sella ai vostri cavalli: partiamo alla volta del passo!"
In ordine perfetto la Legione esce da Amon; pochi minuti per riorganizzarsi a Eracles, le parole del Console Ankleg per le ultime direttive e i soldati son
pronti ad entrare in territorio nemico.
 
Giunti al passo senza incontrare anima viva, trovano ad attenderli i nordici, pronti anch'essi per la battaglia.
 
Passano i minuti mentre i due eserciti, uno schierato affianco all'altro, vengono incitati dai Consoli, dallo Jarl e dal Barone. I comandanti discutono tra loro di che strategia adottare e di come condurre una tale armata che ormai sfiora i settanta combattenti.
 
I discorsi vengono bruscamente interrotti quando una guardia nordica richiama l'attenzione dello Jarl: hammin e elfi di Ondolinde son stati avvistati vicino al ponte verso Nosper e delle tende son state piantata a formare un campo base in previsione dello scontro.

I due eserciti prendono possesso delle tende e lì lasciano quanto han portato di scorta oltre ai cavalli che, nel terreno accidentato della foresta rischierebbero solo di azzopparsi. Ha inizio quindi una lunga caccia alla ricerca del nemico: con pochi esploratori davanti nordici e amoniani si muovono
uniti e pronti a caricare.

Finalmente le forze hammin e elfiche vengono individuate e rapida parte la carica.
Immaginate un fiume in piena che rompe gli argini, una mandria di buoi alla carica, una turbine di vento che spazza qualsiasi cosa trovi sulla sua strada:
così si muoveva la Legione e i nordici uniti. Le fila hammin reggono al primo urto ma poco a poco iniziano a perder terreno e cadaveri e sangue cominciano a
punteggiare il terreno.

Con coraggio la Legione sfonda le linee nemiche ed è del Prefetto il merito di aver ucciso l'Imperatore Hangius. E' la rotta. Incapaci di reggere l'urto gli hammin arretrano e iniziano a scappare mentre nordici e amoniani si lanciano al loro inseguimento.

Poi, quando anche l'ultimo nemico cade, è il silenzio...
Pochi minuti di combattimento vero e proprio han lasciato sul campo le membra senza vita di molti: i chierici nordici e i Templari si prodigano ad aiutare
quanti son feriti e il clima è di festa. Ancora non pienamenti coscenti di quanto sia successo di inizia a gridare "vittoria!!!"
E' questo anche il tempo dell'onore: nessun cadavere viene dissacrato da mano amoniana e un hammin che malauguratamente torna abbigliato solo di una tunica
grigia viene lasciato tranquillamente passare: non ha senso infierire su chi è già sconfitto.

Urlando la loro vittoria i soldati tornano al passo non disdegnando di fermarsi un attimo a ridere sulle fatalità della guerra.

Di fronte al confine della Baronia Amoniani e Nordici urlano la loro vittoria: "Lunga vita a Amon e Helcaraxe!!"
 
E' tempo di tornare in città: la fatica si fa sentire quando non vi è più il fuoco dello scontro a nasconderla. Nella locanda di Amon si trovano quanti han
ancora da raccontare e celebrare la vittoria: si sprecano le risate e i brindisi in onore delle due città umane.

Inno alla Vittoria
L’esercito marciava forte e compatto
La terra tremava al suo contatto
I mantelli di due colori
Eran bandiera dei nostri cuori
L’attacco dai generali non arrivava
E sempre di più l’ira si sollevava
Chi riaffilava le lunghe lame,
Chi invece dell’arco controllava il legname
Un grido di attacco finalmente arrivò,
E dall’esercito un unico grido allor si levò
Vittoria! Vittoria! Che gli Dei sian con noi!
Gli Dei aiutino dei grandi eroi
Di corsa! Ora piano! Restate uniti!
Questi erano i comandi da tutti capiti
L’orgoglio nei cuori, gli scudi sul petto
Della paura neppure un sospetto
Lo scontro arrivò, duro e violento
Senza mai avere uno sbandamento
Le nostre truppe fiere e compatte
Fin quasi alla fine rimasero intatte
Crom ci guidò, or ne sono certa
Anche se fu una battaglia sofferta
La terra era rossa del sangue versato
E il nemico pagò il suo peccato
Altre battaglie ancor ci saranno
Ancora vite purtroppo cadranno
Ma sol se il nemico stolto sarà
Altra gente per la guerra cadrà
Eroi periron fra le due schiere
In loro onor sventoliam le bandiere
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