Anniversario dei Corsari Scarlatti
Scritto da : Vahagart Storm in data : 24/03/2006 11:52:08

Due lunghi anni sono passati dalla rifondazione dei Corsari Scarlatti, due lunghi anni di vittorie dissapori e morti. Ma ancora una volta i Corsari Scarlatti ne uscivano vincitori e a testa alta. Per la celebrazione della loro fondazione in accordo con tutti gli ufficiali, il Capitano Storm iniziò ad organizzare una grande festa, alla quale avrebbero partecipato solo determinati regni. Per la prima volta l’accesso a Tortuga sarebbe stato tranquillo e controllato dai corsari stessi. Dei vari regni invitati solo due ebbero la fortuna di poterci arrivare sani e salvi, cullati dalle onde del mare. Per primi i fratelli del nord, la potente e imbattibile flotta di Helcaraxe capeggiata dal Barone Kessel in persona.



Mentre l’orario si faceva tardo, finalmente dopo lunghe ore di attesa, arrivarono sani e salvi, trasportati dalle onde marine, anche i Cavalieri dell’Alba capeggiati dal Gran Maestro Hickory Phoenixflame, amica da sempre del Capitano Storm, una delle poche persone che lo ha conosciuto ai primi albori, quando ancora egli era in cerca di fede e di una decisione che avrebbe per sempre cambiato la sua vita e il modo di agire. Come per i fratelli del nord vennero scortati per l’isola dal gruppo di corsari destinati alla spola dal molo alla piazza centrale dell’isola.



La festa iniziò subito, il pregiato grog delle cantine del Cannocchiale Rotto scorreva a fiumi, il Cuoco di Bordo aveva un gran da fare, e i corsari che non avevano compiti di guardia per l’isola, si unirono ai festeggiamenti bevendo e cantando canzoni piratesche!



Il Capitano Storm molto compiaciuto della presenza del Barone che lo aveva visto crescere iniziò subito a far portare tutte le pietanze tipiche di Tortuga, Maiale arrosto in salsa di Kraken, Zuppa di Serpente Marino con aggiunta di Foglie di Lisander e ovviamente non poteva mancare il dolce. Torte a non finire per tutti i gusti, da torte alla panna alle sublimi torte alla fragola. E per finire e per gradire il tutto, un pregiato liquore fatto in vecchiare per anni nella cantina del Cannocchiale Rotto seguito da una bella canna di erbapipa per digerire il tutto.



Molto gradita fu al Capitano la presenza della sua amica e sorella (come oramai la chiamava da tempo anche se non vi era nessun legame effettivo di sangue) Hickaru. Anch’essa fu accolta dal Capitano in persona che andò subito a mostrarle tutte le pietanze che il Cuoco di Bordo per l’occasione aveva cucinato e mentre l’accompagnata all’elegante tavolata di legno selvaggio mostrava agli altri cavalieri la tavolata per loro con tanto di narghilé riempito con la migliore erba di tutta Ardania.



La festa era iniziata. I divertimenti erano molteplici ma quello su cui più contavano tutti era la preannunciata caccia al tesoro, di sicuro i corsari, esperti cacciatori non avrebbero lasciato nulla al caso e il tesoro sarebbe stato davvero degno dalla parola, e così fu. Iniziarono a raggrupparsi in due angoli differenti, da un lato i Cavalieri dell’Alba e dall’altro di Nordici.



Mentre raggruppati cercava già di carpire i segreti del primo indizio dato a loro dal Nostromo Sguardofreddo i corsari che erano liberi insieme agli altri invitati iniziarono il torneo di dadi a poca distanza mentre gridavano qualcosa ai locandieri che correvano da una parte all’altra della piazza per portare a chi ne volesse un gustoso boccale di Grog.



La Prima Caccia al Tesoro di Tortuga ebbe quindi inizio. Dati gli indizi, uno per volta i gruppi avrebbero dovuto setacciare tutta l’isola in cerca del luogo, indicato tramite enigmi dall’indizio, dove si trovava il primo baule, per poi tornare in piazza con una chiave che avrebbe aperto il successivo baule il cui luogo sarebbe stato indicato dal successivo indizio che li sarebbe stato consegnato dal Nostromo.



Tutti gli animi erano eccitati e divertiti dalla caccia, i corsari stessi su ordine del Capitano controllavano perennemente tutta l’isola, facendo in modo che i pirati e vari filibustieri presenti sull’isola non disturbassero gli ospiti. Tutto si svolse regolarmente non senza qualche aiuto a entrambe le fazioni.



Durante tutta la festa dall’arrivo degli ospiti fino alla fine tutta l’isola era sorvegliatissima dai corsari scarlatti, ogni mozzo aveva un compito ben preciso, un luogo assegnato ove fare la propria guardia. Non un angolo di Tortuga era rimasto scoperto per l’occasione, il molo era sempre costantemente sotto controllo in caso di arrivi indesiderati, così tutte le coste dell’isola. Tutti i mozzi svolsero egregiamente il loro dovere e a fine Guardia si ributtavano nella festa, bevendo giocando e festeggiando degnamente questa serata come solo un corsaro sa fare. Le canzoni nell’aria allietavano tutti mentre alcuni mozzi cercavano di abbordare qualche gentil donzella, altri era semplicemente rimasti attaccati ai barilotti di grog o ai narghilé presenti sulle tavolate. Ovviamente la zona più controllata era l’entrata per la Perla di Danu, dove fisso due mozzi erano di guardia e aspettavano speranzosi che successivi mozzi non bevessero troppo da non potergli dare loro il cambio.



La caccia al tesoro si concluse nelle tarde ore della notte, quando oramai il grog iniziava a scarseggiare, la stanchezza iniziava a farsi sentire non solo per gli ospiti che avevano affrontato il lungo viaggio verso l’isola nei profondi mari del sud, ma anche dei corsari stessi che avevano con tanto ardore organizzato tutta la festa. Finalmente dopo molte ore pareva che entrambi i gruppi fossero arrivati all’ultimo indizio, ma fu un Cavaliere dell’Alba a tornare vittorioso con il tesoro in saccoccia. Stupiti e sbalorditi il tesoro consisteva di molte monete, gioielli, gemme, vari oggetti con rune e un trofeo come ricordo per la Caccia al Tesoro di Tortuga edizione ‘270.



Dopo il breve festeggiamento per la vittoria dei Cavalieri, mentre i nordici completamente fradici di grog si buttarono in massa alla locanda del Cannocchiale Rotto per dormire e l’indomani partire, i Cavalieri dell’Alba forse rinfrescati dalla vittoria della caccia decisero di ripartire in serata.



Dopo pochi minuti Tortuga era sgombra. Il silenzio era interrotto solo da qualche urlo proveniente da lontani angoli dell’isola, magari qualche pirata che aveva trovato la sua incauta preda. Mesto e stanco il Capitano salutò tutti gli ufficiali e si avviò alla Perla di Danu dove il suo lettone nella sua cabina lo aspettava per il meritato riposo.

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