C’era fermento alla Fortezza del Sacro Verbo. Guardandosi intorno vedeva i fratelli affrettarsi a salire in cima alla Torre Est. Presto una cerimonia avrebbe avuto inizio.
Mentre saliva gli scalini ripensava ai momenti della sua giovinezza, quando era ancora ragazzino ed aiutava il vecchio Galhad, suo padre adottivo, con il lavoro nella fucina.
Un velo di tristezza si posò sui suoi occhi ripensando al momento della morte del vecchio. Aveva promesso a se stesso di onorarlo diventando un giorno un abile fabbro.
Ripensò al giorno della sua partenza, e al viaggio per giungere al Monastero. Suo padre aveva sempre parlato con ammirazione dei Cavalieri che proteggevano quel Sacro luogo.
Era ormai dinanzi ad Hickaru quando gli tornò in mente il giorno in cui si presentò all’Ordine, il momento in cui il Gran Maestro gli permise di leggere il Credo, le cui frasi ormai erano scolpite nella sua mente.
In quello stesso luogo, con orgoglio, indossò per la prima volta la sua divisa. Ripensò ai momenti felici trascorsi con i fratelli, al duro lavoro alla forgia, alle aspre battaglie contro gli emissari dell’Oscuro.
Era trascorso un anno, e tante cose erano cambiate. Era riuscito ad onorare Galhad, diventando uno dei più abili fabbri di Ardania.
E da quel giorno suo padre avrebbe avuto un motivo in più per essere orgoglioso di lui, poiché era finalmente diventato un Cavaliere.
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