Olthvannel e il Signore dei Canti
Scritto da : Mirgal in data : 20/03/2008 16:27:47

Era una notte come tante altre quella in cui i Cultisti della Torre Nera si accorsero dell’apparizione di misteriose fortificazioni di pietra che, disposte tra le rovine di Edorel e i fiumi di lava, non consentivano più agli esterni di addentrarsi nel cuore delle terre arse, dove la loro attuale dimora era stata innalzata.





Per giorni tentarono di comprendere chi le avesse erette e per quale ragione ma nulla sembrava suggerire loro la verità. Poi, una notte, inaspettatamente un Ghoul giunse a bussare alla loro porta, recando con sé le parole del suo Signore Kuranes.
Spiegò loro quindi che ciò che avevano visto apparire era la ricompensa a loro promessa dal suo padrone per la distruzione dello spirito del Demone Zerghor, da loro attuata tempo addietro su sua richiesta.





Molte notti trascorsero tranquillamente dopo quella, fin quando alcuni dei Custodi della Torre Nera scoprirono con stupore la presenza di una creatura celestiale sulla sua sommità. La punizione che immediatamente ricevette per aver osato profanare quel luogo con la sua venuta fu una dolorosa morte.
La sua intrusione, incomprensibile in un primo momento, venne spiegata da lì a poco dal contenuto di uno scritto che fu trovato tra i suoi averi.





Con quelle righe, un superiore di quell’essere che veniva da lui chiamato Azazel, gli ordinava infatti di recarsi in tutti i luoghi empi di Ardania alla ricerca di Olthvannel, uno dei tre Dracolich al servizio di Kuranes. La sua missione consisteva nello scovare il nascondiglio del Nonmorto per poi finirlo, approfittando del suo grave ferimento che lo aveva debilitato al punto di non consentirgli più di far ricorso ai suoi spaventosi poteri oscuri.
Non afferrando da subito il motivo delle condizioni della leggendaria creatura, i Cultisti decisero di indagare per scoprirlo al più presto, temendo nuovi arrivi indesiderati presso la loro dimora. Riflettendo sull'accaduto di quella notte e sul dono ricevuto precedentemente da Kuranes, conosciuto per non aver mai concesso qualcosa di cui non avrebbe potuto beneficiare anche lui, conclusero che Olthvannel potesse essere nascosto ad Edorel e che le fortificazioni fossero state create in realtà allo scopo di proteggerlo.
Uscirono allora in perlustrazione e, difeso da una schiera di Scheletri e Lich ostili, trovarono l’accesso nascosto al rifugio sotterraneo del Dracolich. Dopo averne distrutto i guardiani, ne varcarono la soglia e oltre incontrarono l’enorme creatura, ferita e debilitata come veniva descritta nel messaggio trovato tra gli averi del Celestiale.
Al Nonmorto venne chiesto cosa gli era accaduto e i motivi della sua presenza ad Edorel. In risposta, egli raccontò di essersi scontrato con alcune creature dei Cieli e di aver subito da loro l'imposizione di un marchio sacro che lentamente lo stava distruggendo.





La sua presenza nei domini della Torre Nera era dovuta alle energie oscure che li pervadevano, le quali riuscivano ad affievolire parzialmente gli effetti di ciò lo stava annientando. Giungendo là in quelle condizioni, non era riuscito ad avvisare nessuno della sua presenza e aveva dovuto porre dei servitori nonmorti a proteggerlo, ordinando loro di attaccare chiunque gli si fosse avvicinato.
Poiché non era più in grado di combattere e se fosse stato trovato dai suoi nemici sarebbe stata la sua fine, chiese alle figure al suo cospetto di attaccare la dimora di quegli esseri, ubicata su un'isola ghiacciata dei mari del Nord, per distruggere un globo da cui derivava il potere funesto che il loro sovrano stava rivolgendo contro di lui. Il loro aiuto gli sarebbe stato necessario anche per un altro motivo: il sortilegio di cui era vittima non avrebbe potuto in alcun modo essere spezzato dalle creature dell'oscurità e ciò impediva di salvarlo persino al suo padrone Kuranes. A differenza sua, però, dei comuni mortali non avrebbero avuto impedimenti di tal genere nel compiere quell’impresa.
Il Dracolich spiegò inoltre che la sua guarigione in tempi brevi era anche negli interessi dei suoi interlocutori perché, se egli fosse rimasto ancora a lungo nel suo rifugio, presto Edorel sarebbe stata invasa da una moltitudine di creature celestiali sulle sue tracce. Per essere certo di ricevere i servigi che richiedeva, egli in cambio si offrì infine, una volta che avesse riacquistato la sua salute, di utilizzare la sua potente magia a favore delle difese della Torre Nera.
I Seguaci dell’Oscuro accettarono la sua proposta.

Alla ricerca della dimora delle creature dei Cieli, essi allora raggiunsero l’isola innevata dove avrebbe dovuto trovarsi. Perlustrandola, individuarono un passaggio magico che li condusse tra alte gole sconosciute.
Là una moltitudine di Celestiali, furiosi per l’intrusione nel loro santuario naturale, si scagliò contro di loro per respingerli e tra i due schieramenti esplose una sanguinosa battaglia. Ogni volta che però gli invasori riuscivano a guadagnare terreno, un canto ultraterreno si levava in lontananza, infondendo coraggio nei difensori e spingendoli a combattere con rinnovato vigore.
Ciò tuttavia non riuscì a mutare il loro destino e, al ritorno del silenzio, i loro innumerevoli cadaveri alati lordavano di rosso la neve candida.





I loro uccisori allora avanzarono, giungendo in una gola dove alti cristalli diffondevano l’odiata luce dei Cieli.
Al centro della loro disposizione, stava la creatura luminosa che governava quel luogo nascosto, sostenendone gli abitanti con la sua voce melodiosa: il Signore dei Canti.





Tra l’ultimo Celestiale rimasto e i mortali che lo fronteggiavano iniziò uno scontro di una ferocia inaudita ma alla fine, per quanto potente fosse, anche la sua luce dorata fu estinta.





In suo possesso, venne trovato il globo di cui Olthvannel desiderava la distruzione ma, appena incontrò le mani dei servitori dell’Oscuro, numerose creature dei Cieli giunsero magicamente dalla loro dimensione di origine per riappropriarsene.
Fu allora che il Dracolich, portato dalle sue ampie ali scheletriche, atterrò tra quelle gole e, non più soggetto all’influenza del marchio impostogli del Signore dei Canti, con un tremendo ruggito provocò la morte istantanea di tutti gli esseri appena comparsi.





L’oggetto reperito venne consegnato al Nonmorto e tra i suoi artigli finì in frantumi, affinché fosse impossibile per chiunque utilizzarlo nuovamente come fonte di potere contro gli esseri oscuri.





Sebbene tutto fosse andato come si era sperato, il servitore di Kuranes mise in guardia i suoi alleati poiché il nemico sconfitto era soltanto un sottoposto di una sconosciuta e più potente entità extra-planare che in futuro avrebbe potuto mettere ancora in pericolo l’esistenza dei figli delle Tenebre.
Grazie a quella battaglia vittoriosa, quelli che l’avevano combattuta erano però riusciti a comprendere che le creature affrontate si nutrivano di canti e di voci melodiose, ottenendo una conoscenza preziosa per contrastarli in caso di loro ritorno. Il Dracolich inoltre decise di portare al suo padrone uno dei cadaveri dei Celestiali uccisi, al fine di farglielo studiare per individuarne eventuali punti deboli.

In seguito, rincontrandosi alla Torre Nera con i suoi Custodi, Olthvannel spiegò loro che, per realizzare quanto aveva promesso in cambio della loro collaborazione, avrebbe dovuto svolgere un rito per cui gli sarebbero stati necessari l'assistenza di alcuni arcanisti, 3 fiori freschi di loto nero e di 4 occhi di drago per ciascun partecipante.





Dopo il reperimento dei reagenti richiesti, il Dracolich fece disporre i suoi collaboratori in modo da formare un cerchio attorno a sé ed infine fece appello ai suoi poteri oscuri, sfruttando come fonte di energia la forza vitale dei presenti per incrementarne gli effetti.




Le sue ossa allora prodigiosamente si avvolsero di sangue e con il battito delle sue ali scheletriche provocò una pioggia vermiglia su tutta Edorel, mentre dal suo corpo la magia si diffondeva nel suolo.





Quando anche l’ultima goccia venne sparsa dal suo enorme corpo, lasciandolo circondato da un’aura candida a causa del potere rilasciato, Olthvannel affermò che il rito era compiuto: Edorel ora non soltanto era protetta dalle fortificazioni erette da Kuranes ma godeva anche di una schermatura che non avrebbe più consentito a nessuno di varcare i suoi confini con la magia.

Saldato il suo debito, il Dracolich infine salutò quelli che lo avevano salvato e lasciò i loro domini per fare ritorno alla fortezza del suo Signore.






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