[Rot] Lavori del Tempio - 1° Lezione su Suldanas
Scritto da : Fhyldren in data : 01/06/2008 18:29:10

Rotiniel, 30 Lothron della 34° parte della 21° Fioritura.
- 29 Madrigale 272 -

Era una bella sera di fine primavera, e dalle scalinate del Tempio di Rotiniel si intravedevano le stelle nitidamente. Il Sacerdote le scrutava cercando qualche segno di buonaugurio.



Piano piano iniziò ad arrivare gente. Furono molti i concittadini, fedeli o desiderosi di conoscenza, a rispondere all'appello per la serata di lezione, pratica e non, sui dettami del Padre, Suldanas.
Non appena i presenti furono abbastanza, il Sacerdote Fhyldren prese parola, per spiegare le motivazioni di quell'evento così insolito, e gli intenti che si auspicava di raggiungere.
Egli sosteneva che molti degli insegnamenti che nella cultura elfica erano tramandati dal culto di Suldanas, erano di natura principalmente pratica, legati indissolubilmente a attività primarie degli esseri viventi, come la sopravvivenza, la caccia, e la difesa della propria persona.
Allo stesso modo, riteneva che il miglior modo per onorare il Padre degli elfi, era attraverso un Giusto modo di pensare, e di relazionarsi con l'ambiente e con le creature circostanti, doni dei Valar, e tramite Rette azioni.
Per molti di questi motivi la lezione che si accingevano ad affrontare, sarebbe avvenuta sul campo.

Dopo una breve introduzione, Fhyldren spiegò ai presenti alcuni di questi concetti, più altre direttive che avrebbero cercato di far rispettare durante la sera.
Per onorare a pieno la sacralità del gesto della Caccia, diede raccomandazioni ai fedeli di raccogliere tutto quello che le prede avevano da offrire.
A questo scopo distribuì a chi non era provvisto degli arnesi per scuoiare; voleva anche che tutti in un certo senso si "sporcassero le mani" un po', per apprezzare di più quanto la Caccia può e deve offrire.

Il comando della spedizione venne affidato niente di meno che all'Ammiraglio Galdor Ringeril.



Ultimati i preparativi, e date le ultime direttive, il gruppo finalmente poté muoversi dalla città. Marciando uniti e compatti, come da ordini, attraversarono tutto il Doriath del Nord, arrivando al traghetto per le terre selvagge.
Tutti quelli che si opposero all'avanzata del gruppo, come richiesto dal Sacerdote, vennero abbattuti, e tutto venne preso dai loro corpi, in linea con lo spirito dell'evento.
Il gruppo lentamente arrivò alla meta, e si trovò dinanzi l'ingresso della Valle dei Giganti.

Prima di avanzare, il gruppo si fermò all'ingresso. Al riparo dalle intemperie e dagli attacchi delle prede, furono affrontati diversi argomenti relativi all'occasione.



Si parlò dapprima della distinzione tra animali, posti da Suldanas per garantire la sopravvivenza degli elfi, e creature mostruose e abomini, generati da Luugh e Kheltra, e vennero spiegati i diversi modi di rapportarcisi.

Inoltre, rispondendo ad una domanda di Jan Larkin, il sacerdote poté anche spiegare l'importanza dell'istinto di sopravvivenza, mezzo fondamentale e primario per discernere e capire cosa costituisce minaccia e cosa no.

Terminato con l'intermezzo teorico, il gruppo si approntò per affrontare alcune di quelle creature che costituivano minaccia inequivocabile all'istinto di sopravvivenza, e la cui dipartita avrebbe sicuramente reso onore al Dio Cacciatore.



Brevemente il gruppo si fece strada verso le oscure caverne, dove altri pericoli li attendevano, e dove avrebbero avuto modo di mostrare il loro valore.





Sicuramente il Dio Cacciatore sarebbe stato molto fiero dei suoi figli.



Dopo aver esplorato i recessi di quelle grotte, e dopo aver raccolto tutto ciò che le prede potevano offrire, con minuziosità e quasi cerimoniosità, il gruppo ormai stanco e appagato, si apprestò ad uscire.



Prima di partire per tornare alla Perla, il gruppo si fermò, e il sacerdote ebbe modo di fare un piccolo discorso ai presenti, e una piccola benedizione per le gesta appena compiute.







Tornati infine alla Perla, poterono fermarsi alla Regina Ubriaca, dove si svagarono, si ripresero, e divisero da buoni concittadini e fratelli, come Suldanas comanda, tutto quello che la Caccia aveva offerto loro, con un occhio di riguardo ovviamente a quelli di loro meno esperti e più bisognosi.



La prima lezione era così terminata. Sicuramente ci sarebbero state altre occasioni per istruire i fedeli, i sacerdoti lo sapevano, e già potevano iniziare a programmare qualcosa.

Quella notte intanto pregarono il Padre per la buona riuscita della Caccia a lui dedicata, speranzosi di poterlo sempre glorificare in tale maniera, se non in modo migliore.

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