
Prima di consegnare le chiavi della Tesoreria del Regno al neo-Archon Moror DarkAxe, Bogardan andò a vedere un ultima volta quello splendore: Oro, gemme, scaglie di drago di numerose tonalità ed infine quello scintillio arcano.... le armature e le armi dell'Ordine della Goccia d'Argento.
Sospirando rievocò tutta la vicenda, era incominciato tutto parecchio tempo fa....un tranquillo pomeriggio a Kard Dorgast, la solita caccia.
In breve tempo un piccolo esercito di agguerriti Djaredin si riunì in piazza. Tagore propose di andare in un oscuro edificio pieno di roba morte che camminava ed il gruppo partì.
La battaglia in quel posto fu violenta, alcuni come lo stesso Tagore, ma alla fine riuscironoi ad arrivare in un posto più tranquillo se così si può dire.....Sopra un pentacolo era posto uno strano Baule d'Argento. Il gruppo si avvicinò compatto quando dal nulla comparve una figura ammantata in uno strana tunica con una falce in mano. La sua voce sembrava che venisse da tutto intorno e non dalla sua bocca
- Chi siete? Siete i discendenti dell'Ordine della Goccia d'Argento?
L'allora Archon Gurth Firehammer alzò un soppraciglio dicendo:
- Forse....chi erano?
Ma la strana creatura continuò:
- Siete i discendenti dell'Ordine della Goccia d'Argento?
- Beh da parte di madre di sicuro no, ma da parte di padre può anche darsi...
Tutti i Djaredin iniziarono a ridacchiare, quando lo spettro si spazientì e evocò una miriade di strani cani che sputavano fiamme dalla bocca, a nulla valsero le granate di Bogardan, e nemmeno le spade di Gurth, di Thorek Cipigliodiferro e di Moror DarkAxe e le preghire del Re Thorreg Gripopossente poterono niente contro quei cani davanti e dei lich alle spalle attirati dalla scia di corpi lasciata dai nani. In breve caddero tutti apparte Tordek Scuotiferro e Kurdak Ereink che in un angolo ripresero forza mentre la strana creatura giocava con le anime dei loro cugini immobilizzandoli e portandoli a se. Infine i due nani decisero di attaccare anche loro ma raggiunsero i loro cugini. Per fortuna il benevolo Dera donò un altro corpo a tutti i suoi figli e per molto tempo nessuno parlò dell'evento a Kard Dorgast anche se tutti nel loro cuore covavano vendetta.
Piu volte delle spedizione partirono per quel posto ma non trovarono che il baule chiuso con chissà che magia e quindi inscassinabile.
Passarono alcuni mesi ma Bogardan si sentiva spesso osservato, una strana figura incappucciata sembrava lo osservasse, una volta ad Helcaraxe gli parlò insieme al suo amico Pheneas ma non ne cavò niente di bocca.
I mesi passavano normali, un giorno decisero, dopo che Nardin Guizzargento lo chiese per l'ennesima volta, di andare a caccia di goblin neri pregiati per la loro pelle. Si incamminarono per la grotta ad ovest di Rotiniel ma lì incontrarono uno abitante di Rotiniel e un umano che gli chiesero di non entrare quel giorno in quanto il demone dei sogni non doveva essere risvegliato, e gli indicarono la grotta dove abitavano i temibili elfi oscuri.
Iniziarono ad addentrarsi sempre più in profondità nella grotta con a guida Narind e le sue capacità da esploratoe e le peghiere di Morgrim Sventradraghi. Avevano perso dal gruppo Thorek CipigliodiFerro e l'ennesimo drow stavano cadendo sotto i loro colpi, soprattutto dell'archibugio di Fimir i Nero quando Bogardan si sentì nuovamente osservato. Si girò, lui era di nuovo lì a fissarlo:
- Ora tu devi spiegarmi chi diamine sei!! - disse l'Archon Bogardan
La strana figura continuò a fissarlo a cne se stavolta sembrava disponibile a parlare e non scomparve come le altre volte.
I Djaredin si radunarono intorno a lui.

- Te non me la racconti giusta, è da quel giorno in quello strano posto che ti vedo che ci osservi, te sai qualcosa.... e poi hai al collo lo stesso simbolo che aveva quella creatura in quello strano posto a sud di tremec....- disse Bogardan
- Non è vero non è lo stesso... -
- Fregato!! Te sai qualcosa e ora ci spiegherai tutto... - borbottò Bogardan
- Ecco, l'Ordine della Goccia d'Argento era un antico ordine istituito per combattere il male, ma fu tragicamente maledetto dal malvagio Surtur.....gli appartenenti all'Ordine furono catturati e torturati da quell'essere che avete incontrato e le loro anime sono prigioniere nelle sue mani.....da sempre la mia vita fu volta alla lotta per il riscatto di quelle anime e per la sconfitta di quello spirito guardiano ma falii ed ora non mi è più concesso di avvicinarmi a quel luogo...

- Beh noi abbiamo un conto in sospeso con quell'essere....ehm, sai come potremmo sconfiggerlo? Usa della strana magia a cui non ci si poteva opporre...
La strana figura incappucciata conficcò a terra il bastone su cui si reggeva ed sfoderò una spada luccicante che bastò un attimo agli occhi degli abili fabbri Djaredin per valutarla: una spada finemente lavorata con una goccia sull'elsa e interamente in argento.

L'essere continuò:
- Era la spada di mio nonno, e non posso nemmeno piu usarla contro quel demone della morte perchè una maledizione mi impedisce di entrare in quel luogo corrotto...
- Quindi lei è un erede della Goccia...
La figura annuì
- Si l'ultimo su questa terra....ho avuto modo di osservare la vostra orgogliosa razza e io chiedo a voi di aiutarmi. Ci sarà anche un tesoro all'interno, le vestigia dell'Ordine saranno vostre....
Bogardan si lisciò la barba guardando i cugini e sondando le loro reazioni, alla parola tesoro si illuminarono gli occhi di tutti:
- Non lo faremo per aiutare lei, per sua fortuna il nostro scopo è lo stesso anche se le motivazioni diverse, e oltre alla vendetta avremmo anche una ricompensa allora....a me sta bene....
Ghignò il Geniere.
- Bene vi consegnerò la spada, ehm, chi tra voi è il capo?
Tutti indicarono Bogardan, allora lui gli porse la spada
-Questa è vostra-
Bogardan la prese con deferenza ed inizò ad ammirarla
- Ma come farà a sapere se riuscissimo nell'impresa?
Chiese Morgrim.
- LO saprò lo saprò, ora vi lascio alla vostra caccia, Non vi trattengo oltre...Addio
E si dileguò nell'ombra.

I Djaredin continuarono la caccia, uccisero molti elfi neri con l'aiuto anche di Budrio Squassabotti, uscito dopo un esplosione da un buco nel muro borbottando qualcosa su una qualche esplorazione mineraria che stava eseguendo.
Infine in serata tornarono a Kard Dorgast, e Bogardan si mise subito a organizzare la spedizione verso quello strano posto.
Pochi giorni dopo un gruppo di Djaredin si riunì e partì alla volta di quel luogo maledetto. Guidati da re Thorreg GridoPossente grazie all'archibugio Di Bogardan, Korgan e Fimir; alla spada e al pugnale di Moror DarkAxe e Nardin Guizzargento, ma soprattutto alle preghiere di Torak e di Morgrim Sventradraghi il gruppo arrivò in breve tempo nel luogo dove l'infida creatura si nascondeva.
- Ancora voi!!-
Disse la strana creatura.
- Si ancora noi, ma stavolta sappiamo chi sei e cosa vuoi, ma soprattutto abbiamo questa-
Dicendo questo Bogardan puntò la meravigliosa spada d'argento verso la figura incappucciata, l'essere emise uno stridio metallico e si moltiplicò in una decina di esseri perfettemente identici. Ma che fosse o no illusione i nani si avventarono su tutte le figure facendole scomparire e lasciandone solo una in piedi che circondarono e attaccarono in mucchio. Tutte le armi non sembrano fare molto contro il mostro, ma ogniqualvolta la Spada dell'Ordine lo colpiva la figura emetteva un grido di dolore.

In breve tempo fu sconfitto, e mentre tutti urlavano per la vittoria alzando le armi al cielo Bogardan vide la sua spada sgretolarsi in polvere. Infine si avvicinarono al baule dove trovarono un piccolo teschio in argento finemente cesellato e dietro al baule intravidero una apertura mai vista.

Entrarono e si ritrovarono in uno strano labirinto pieno di trappole prontamente rimosse da Nardin.

Lungo un muro trovarono una piccola apertura. Lo Djare ci mise il teschio e lo usò come chiave e il muro si aprì.

Oltre la nuova apertura trovarono una sala piena di bauli e alle pareti scheletri incatenati, tutto quello che rimaneva delle spoglie mortali dell'Ordine.

Entrati con circospezione provarono ad aprire i bauli, ma ogni qualvolta li aprivano una violenta esplosione attaccava chi aveva davanti. Ma questòp non fermò i nani, soprattutto i Genieri temprati da esplosioni molto più grosse durante i loro esperimenti. Riuscirono ad aprirne due o tre ma erano tutti totalmente vuoti, il Re se ne andò con un gruppo farfugliando qualcosa sul profanare tombe e l'ira degli dei. Ma Bogardan, Morgrim e Nardin non si persero d'animo e continuarono0 a cercare dividendosi la stanza per cercare meglio. Infine Bogardan provò ad aprire l'ennesimo bauloe socchiudendo gli occhi e aspettandosi un fiammata in faccia, ma non successe nulla e anzi una luce lo accecò. Guardò meglio e vide che il baule era pieno zeppo di oro e conteneva le cotte di maglia e le asce appartenute all'Ordine, quindi tutto lavorate in argento. Nardin andò a chimare il Re e gli altri e tutti rimasero meravigliati davanti ad un così grande tesoro che spartirono per trasportarlo a Kard Dorgast.
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Uscirono da quella strana stanza e appena tutti furono fuori l'apertura si chiuse sotto una frana, molti corsero verso l'uscita ma Bogardan si fermò a guardare la frana insieme ad altri e un vento gelido uscì tra le intercapedini dell rocce portando.

Il Vento a poco a poco si fece più violento e il fischio che produceva passando in mezzo alle rocce si trasformò in una voce:
- I Cavalieri dell'Ordine vi devono l'eternità Djaredin.....

Bogardan accennò un sorriso e seguì gli ultimi per tornare in superficie.
Montati tutti in sella tornarono a Kard gonfi di bottino arrivati a casa si gonfiarono di birra come nella migliore tradizione Djaredin. Poi Bogardan portò tutto il bottino nella Sala del Tesoro dove ora lo stava rimirando dopo settimane dalla fine dell'impresa, quel giorno aveva guidato i suoi cugini come Archon alla vittoria sul male....ma giorni così non sarebbero più tornati....a Bogardan non interessava il potere, voleva solo passare il suo tempo a costruire marchingegni e far esplodere qualsiasi cosa, la vita politica non faceva per lui e anche se a malincuore uscì dalla stanza per andare a portare le ultime chiavi al nuovo Archon Moror...
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