
Si sedettero uno in faccia all'altro: il Mezzelfo sul tronco, posando il bastone e lisciandosi le pieghe della lunga tunica sacerdotale; la Sindar sull'erba, le mani a giocherellare con gli steli verdi e gli occhi rivolti in alto ad incontrare i suoi.
Erano il Senatore Orcam di Rotiniel, Gran Maestro del Tempio dell'Equilibrio, e la sua Regina, Siriel. Ma apparivano come due comuni amici che stessero per affrontare insieme una difficile prova.
Era stata lei a domandargli con urgenza udienza attraverso una missiva, per poi trascinarlo fino al limitare della Città, al sicuro del caldo abbraccio notturno del Doriath, lontano da orecchi indiscreti. Ciò che avea a confidargli era rimasto celato tra quelle frasche silenziose per troppo, innumerevole tempo. L'Elfa necessitava di un consiglio, di una guida, di un indice che l'aiutasse a districare il groviglio d'indizi ed emozioni intense che gli Dei avevano disseminato sulla sua Via.
Certa che nessuno meglio di lui avrebbe potuto comprenderla e consigliarla, gli stava ora narrando i trascorsi più segreti della sua esistenza, raccogliendo spesso esclamazioni d'incredulo stupore da parte del templare e alle volte anche tacita commozione, dinnanzi ad aneddoti che ponevano la sua Regina in una luce nuova, inaspettata, di grandi sentimenti e battaglie interiori combattute totalmente all'oscuro della sua vita pubblica.
Orcam valutò il sincero dispiacere di lei per la fine del legame con Hyywell. Apprese che da mesi i due non si vedevano ed erano lontani, anche prima ch'egli decidesse di lasciare la Città.
Era stato proprio lui ad unirli nella Promessa, durante la Cerimonia d'Incoronazione di Hyywell, ai primordi della sua carriera nel Tempio della Perla.
Rispose alle domande mirate e titubanti di Siriel, riguardo ai giurameti elfici. Lei ascoltava con aria avvilita e angosciata e al tempo stesso commossa e speranzosa. Apprese il templare che non era di quel giuramento ch'ella si stava preoccupando, ma di uno di molto precedente e ad altri destinato.
Ascoltò dei trascorsi con Vàlaryn Isildur. Non era certo un segreto che diversi anni prima una Senatrice e poi una Regina avessero amato un Re Quenya.
Si vociferava tra le vie delle Città Elfiche che i due fossero stati sorpresi a caccia da soli oppure fossero stati visti passeggiare lungo i ponti e le vie come i più comuni Cittadini e viandanti. Erano giunti persino ad un annuncio di fidanzamento, durante l'incoronazione di Re Arion di Ondolinde.
Meno noto e sicuramente mai uscito prima da quelle labbra purpuree che nervosamente continuavano ad esser mordicchiate, erano le notti trascorse nel Doriath insieme, quando giorni di sangue vedeveno i due Regnanti sullo stesso campo di battaglia, gli uni contro gli altri a dar sostegno alle loro Cittadine in guerra.
Di certo non era risaputo che Vàlaryn portò Siriel a Tiond durante il suo esilio forzato oppure che le propose d'esser sua Bianca Dama ad Ondolinde, ma che lei rifiutò per amor della sua Terra, Rotiniel. Orcam ascoltava tutto ciò allibito ed incredulo, lasciandosi sfuggire pochi commenti, solo quando necessari per spronare l'Elfa a parlare ancora.
Fu però sul finire del loro colloquio che si alzò di scatto dal tronco sul quale sedeva pacatamente in ascolto e la sua voce riecheggiò tonante e stridula, mentre ripeteva le parole di Siriel che l'avevano turbato a tal punto da fargli perdere completamente il controllo, nonostante lo stato precario dovuto alla sua malattia draconica. Anche la Sindar si alzò e tentò di fronteggiarlo, le mani irrequiete che gesticolavano per enfatizzare le sue parole, comportamento tipico degli Umani o dei disperati.
"Avete prestato giuramento dinnanzi al Tulip ?!".
Lei annuiva angosciata.
"Perchè non ne sono stato messo a conoscenza ?!", rincarava il sacerdote.
Tratto qualche istante le mani sul viso per cercare uno spiraglio di calma.
"Quando gli Alti si fanno una solenne promessa ai piedi di un albero, essi sono sposati e l'albero è testimone delle nozze", le spiegò con pazienza.
Ma al Tulip.. Non era certo un guardiano qualunque quello che quei due ignari avevano scelto per il loro Amore !
Tornanoro a sedersi e tentò di rincuorarla.
Il matrimonio con Hyywell non avrebbe potuto esser considerato valido, poichè di fatto ve n'era già uno in atto a causa di quel giuramento. Non importava che si fosse concluso quasi prima d'iniziare, non avrebbe più avuto fine. Forse proprio a causa di quel giuramento si potevano spiegare i tristi aneddoti che avevano colpito le successive unioni nelle due diverse Città. I disegni degli Dei si adopravano per riunire ciò che ingiustamente era stato scisso.
Orcam decise quindi di congedare in fretta la sua fedele, ormai resserenata e ben disposta alla nuova Via che le si parava innanzi, finalmente dissolti i dubbi e rimpianti di una vita. Le disse che per l'oltraggio che aveva con la sua rinuncia recato al Tulip, sarebbe stato suo marito Vàlaryn a decidere una punizione adatta. Lo disse con un sorriso accennato, certo che il suo Promesso non avrebbe potuto che consolarla per il tempo perduto.
Si recò quindi al Palazzo Senatoriale di Rotiniel e stilò in fretta un decreto in cui invalidava il matrimonio celebrato quasi un anno prima.


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