[VAL] Nascita del Reame di Valinor, l'Imperituro
Scritto da : Velya Loteluin in data : 12/07/2015 12:32:05

Il Grande Albero Bianco, il Sacro Tulip, aveva appena rinnovato la sua fioritura, anzitempo, meravigliando ed esaltando i cuori degli Elfi custodi, i Quenya, e dei loro fratelli alleati, i Sindar. Era la fine dell’anno, che secondo la conta degli umani, corrisponde al 278, un autunno strano, una nuova fioritura. Gli Elfi Quenya chiamano quel mese Narquelië, i Sindar come Narbeleth, e quella era la Prima Parte della Fioritura d’Autunno, Ventiduesima di Tilip.

Il tempo era maturo e l’annuncio dell’Abbraccio tra i sovrani di Ondolinde e Tiond era stato già diffuso da tanto tempo alla Collettività, agli Amici, alle genti alleate. Fu proprio dunque in quel periodo che Makindur Eldamar, millenario Aran di Ondolinde e Beriannen en’Nimbreth, la giovane Bereth silvana, nipote di Arabella, unirono i loro cuori con la benedizione dei sacerdoti di Beltaine e lo sguardo amorevole dei propri popoli. L’Alleanza Elfica di Ondolinde e Tiond era divenuta ancora più salda e più fraterna.



Makindur si era preparato con cura, aiutato dalla sua Prima Consigliera, la Ninque Sàila Velya dei Lotéluin, che insieme all’Argur Arkan Ehonis, aveva cucito gli abiti per i due sovrani. Come Makindur si sistemava nelle sue stanze a Palazzo, così faceva alla Calen Beriannen.



ll Quenya però, che solo qualche anno prima aveva salvato la Regina Sindar dalla prigionia drow, attendeva quel momento da tanto, temendo che l’unione fosse in qualche modo ostacolata dagli strani eventi che da un po’ colpivano il Doriath. Spiritelli corrotti o creatura sacre con strani atteggiamenti e quel vento… quei petali… Quel giorno però sarebbe stato speciale e così, quando Beriannen giunse accompagnata dai suoi fratelli silvani, presso la radura di Ilkarin, ove gli invitati attendevano, Makindur sembrò finalmente sereno e lieto, nello sguardo, nell’animo.






Beriannen, colma di grazia, si avvicinò al piccolo altare preparato dinnanzi ad un Albero, dove, secondo tradizione,gli elfi avrebbero pronunciato le loro promesse e avrebbero stretto l’Abbraccio eterno. Velya Lotéluin, Sacerdotessa quenya di Beltaine, secondo il rituale della Valie della Vita e della Luce, benedisse la coppia, accompagnata dalle canzoni sacre di Meril e dalle preghiere a Morrigan della giovane novizia Serindee.






Un lieto banchetto si consumò quella sera, al limitar della Foresta di Earlann, che straordinariamente si apriva agli ospiti, alcuni umani, della coppia. Alleati, amici, fratelli, banchettarono insieme, condivisero la gioia e recarono doni, ricevendo un ricordo da parte dei due nuovi Sovrani dell’alleanza Elfica: una scatola con le monete raffiguranti i loro volti.



Makindur Eldamar da quella sera veniva riconosciuto come Aran di Tiond e Beriannen come Tari di Ondolinde.

Nella sera seguente l’Alleanza Elfica ospitò i giochi così, diversi amici ed alleati, si scontrarono in un particolare labirinto di prove e ostacoli, ove l’arte dell’arco e la buona mira erano assai richiesti.



Tutto parve riprendere a scorrere, sereno, dolce, colmo di nuova vita, così come nella Valle, dove l’Ordine delle Madri aveva ripiantato nella Sorgente di Beltaine i muschi e i licheni e rinvigorito la flora del tempio stesso. La Valle di Ondolinde sembrava rifiorire in uno strano autunno, e poi inverno, mentre alcuni strani episodi a Tiond preoccupavano i Sindar.
Venti nefandi soffiavano in quelle terre di creature secolari e sagge, venti che portavano sconvolgimenti naturali, spiritelli anomali e creature dei Valar in atteggiamenti strani e non riconducibili all’Armonia.



Tra questi fatti accadde che le radici di alcune piante della Foresta di Earlann, attorno a Tiond, si animassero prendendo sembianze di tentacoli aggressivi o strane escrescenze erbose pericolose e assassine. Sciami di insetti infestavano il Bosco e numerose furono le battaglie per estirpare il maligno manifestarsi, tutto in un crescendo di amarezza e stranezza fino all’epilogo: la necessità di lasciare Tiond e rifugiarsi nella Valle di Ondolinde.



Ed è così che nasce Valinor, il Reame Imperituro, sotto una stella di rinunce e di esodi ma con la speranza di una gloriosa rinascita, insieme, dei popoli ora uniti: i Quenya e i Sindar.

I due Reali chiamarono a sé i propri popoli dando loro il compito di trovare una via serena per convivere nella Valle e conferendo a Velya, la Ninque Sàila, e ad Arkan, l’Argur, il titolo di Guide congiunte e il compito di riformulare le antiche leggi delle due stirpi, in unico corpo. Ma non solo, anche il compito di ricreare una struttura sociale che tenesse conto della storia di entrambi i popoli.



Durante i primi mesi di Valinor, i quenya e sindar che ora si chiamavano Valinrim e indossavano un manto dai colori chiari e argentanti, nelle sfumature del verde, il Valin, continuarono esperimenti naturali ed alchemici per comprendere meglio la natura della mutazione del Bosco di Tiond. Poche furono le certezze ma forte la speranza, seppur oramai appariva ovvio che il nuovo Reame sarebbe stato per molto tempo la casa della stirpe silvana. I Teleri di Rotiniel supportarono diverse volte i Valinrim nelle loro spedizione di recupero di manufatti e tomi dalla perduta Tiond, affiancandoli nella lotta contro la vegetazione sempre più aggressiva.



Quenya e Sindar riportarono anche insieme la Fiamma di Suldanas, dal tempio di Tiond fino al piccolo tempietto nella Valle, rifondando così il culto del Vala e della sua Fiamma.



Finalmente il villaggio silvano nella Valle Feconda di Ondolinde, venne battezzato, col nome di Tindunan, e una festa condivisa coi fratelli quenya. In quell’occasione la Ninque Sàila Velya narrò la storia del Bosco Antico, del Primo volto del Cigno bianco, il messo di Beltaine, e la fioritura della Valle. Le dolci note dell’arpa dorata accompagnarono il canto che fece comprendere ai silvani il grande dono che i quenya stavano loro facendo, donando loro quel bosco.



Quando fu svolto il Primo Concilio delle Due Stirpi, al Palazzo del Tulip, il primo Sindar a sedere sullo scranno, da sempre dei Conciliari Bianchi di Ondolinde, comunicò le sue dimissioni. La guida di Valinor rimaneva a Velya che, con la benedizione dei due Reali, insieme al suo fidato Primo Falco Arathir Cuthalion, iniziò a pensare alle nuove Leggi morali, ma soprattutto, ad un corpo unico di scritti che servisse a sancire la conservazione della Storia delle due Stirpi, la fusione delle due Tradizioni e la Nascita di nuove Radici da preservare.

Nascono così i Talorn, le Radici di Valinor, consacrate ai Valar, sigilli di virtù e storia a celebrare il Tempio degli Dei Elfici: il Reame di Valinor.



Il nuovo Reame si proclama così come terra sacra dei Valar, assumendo come compito quello di portare avanti la tradizione più antica del credo elfico, delle leggi naturali di Ea, la Natura di Beltaine, l’arte bellica, manifatturiera ed artistica, nonché la Scienza della Magia e del Sapere. Valinor riscopre l’antico splendore del mondo Elfico rivalutandone quindi le origini ed è con questo intento che i Valinrim si riuniscono alla presenza dei due Reali e pronunciano insieme il Giuramento di Valinor che unisce, nello spirito, Alti e Silvani in un unico popolo. E' il mese di Madrigale, come viene chiamato dagli umani, del 279 secondo la conta umana.



Velya Lotéluin, Guida del Concilio, Portavoce della Famiglia Reale, proclama Arathir Cuthalion come Conciliare nel titolo di Beriardir en’Rim, Generale dell’Armata degli Araldi. Questo corpo identifica la divisione sociale e culturale del popolo dei Tuima, le Gemme di Valinor, ovvero i Cittadini che hanno svolto giuramento e che mettono al servizio del Reame i loro talenti bellici, culturali, spirituali, artistici, nell'intento di difendere i Talorn e il Reame tutto. Gli Araldi dei Valar sono tre: i Grifoni d'Argento, i Lupi Guardiani e le Pantere del Crepuscolo. Velya Lotéluin viene ufficialmente insignita del titolo di Aman Aire, Sommo Sole di Valinor, guida spirituale degli ordini religiosi e come primo atto dichiara l’Aran Makindur Paladino di Morrigan col titolo di Falce di Elentari e la Tari, Beriannen, Sacerdotessa dell’Ordine delle Madri come Protetta dell’Ordine. Questo a confermare la profonda religiosità del neonato reame.



Fiero del suo nuovo compito Arathir chiama ad affiancarlo uno dei silvani, Naya, già Toged dei Lupi di Tiond, che viene insignito del titolo di Primo Lupo di Valinor, Minya Drog, guida dei Lupi Guardiani e dunque secondo al Beriardir nella guida degli Araldi stessi.

Naya a rappresentanza della stirpe silvana, a suggellare la stima verso Arathir, dona a questi un’antica armatura di scaglie straordinarie, così similare a quella dell’Aran da sembrare la medesima.



Valinor viene così costituito nelle Leggi, negli Intenti e nei Titoli, I Talorn pubblicate nelle bacheche e rispettate. Ogni cosa poi riprende il suo corso in attesa di ridare al Doriath un ordine e una risposta agli eventi nefandi che, ancora, sembrano dormire assopiti tra le pieghe del futuro della regione degli Elfi.

Valinor Valuvar!
Sia compiuto il volere di Valinor.


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