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[ODQ] Rito di Eostare

Posted: Sun Jan 05, 2020 12:56 pm
by Elowen
Isola di Hak, 21 Macinale A.I.281

Rigirando tra le mani questo quadrifoglio, penso ai suoi molteplici significati e mi tornano alla mente le parole pronunciate dal Gran Druido Dagoneth durante la serata appena conclusasi; mi soffermo sui suoi quattro lembi e sui significati ad essi attribuiti: devozione, tempo, equilibrio, individuo.

La primavera oramai è giunta, portando con sé il calore di giorni più lunghi e sciogliendo lentamente la neve accumulatasi durante l’inverno; come di consueto io ed i miei fratelli Druidjah ne abbiamo celebrato l’arrivo con l’annuale rito di Eostare, ringraziando Ella per i doni che ogni giorno ci mette a disposizione.

Noi novizi con l’aiuto dei membri più anziani dell’Ordine della Quercia, abbiamo lavorato per giorni affinché tutto fosse pronto ed i risultati sono stati maggiori di quanto noi stessi ci aspettassimo.



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Dopo esserci divisi in gruppi, abbiamo raggiunto gli ospiti direttamente sulle loro imbarcazioni e lì abbiamo illustrato loro quelle che sarebbero state le linee guida della serata, affinché tutti avessero chiara l’importanza dell’onore concesso: calpestare pacificamente il sacro suolo dell’Isola di Hak.

“Riponete le vostre calzature e lasciate che i vostri piedi entrino in contatto con la nuda terra, affinché da essa possa scorrere in voi l’essenza che governa il Tutto."

“Questa sera verrà concesso a voi tutti di approdare su un’isola a noi Sacra, poiché dimora delle più sagge tra le creature volute da Ella. Proprio per questo vi verrà apposto un marchio spirituale che impedisca alla vostra essenza di disturbare gli Antichi ed allo stesso tempo vi identifichi ai loro occhi come Amici dell’Ordine”.




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Gli ospiti mi sono sembrati timorosi di attraversare l’isola in mezzo alla maestosità degli Antichi, ma nonostante tutto hanno partecipato attivamente seguendo le nostre istruzioni; giunti al quadrifoglio di pietra, tutti si sono disposti agli angoli come indicato e noi Druidjah ci siamo posizionati lungo il cerchio interno.

“Benvenute genti di Ardania, nella speranza che il vostro viaggio sia stato tranquillo e che la concessione di solcare queste terre sia stata a voi gradita, vorrei raccontarvi cosa si narra a proposito del Lago Nero”.



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Per la prima volta una parte importante della storia di Hak è stata raccontata ad estranei ed è mia speranza che i presenti abbiano compreso il messaggio che il Gran Druido ha voluto dare: il rispetto reciproco con la stirpe Antica va coltivato e ripristinato, poiché esso porterà Arda ad una nuova fioritura; ma sta ai popoli primati metabolizzare l’importanza di tale rapporto e coltivarlo nel tempo.

Lo svolgimento del rito è tato abbastanza semplice e studiato per coinvolgere tutti i presenti, oltre che per unire tradizione e rinnovamento insieme alla collaborazione di tutti i circoli druidici.
Sono stati consegnati dei sacchetti contenenti una pergamena, delle sementi ed un ciondolo.
In oltre è stato chiesto ai fratelli del circolo dell’Yggdrasil di recuperare dai loro gelidi arbusti dei rametti da ardere, come simbolo del passaggio dal gelido inverno alla più mite primavera.


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Nel mentre è stato chiesto ai presenti di scrivere nella pergamena qualcosa di sé che avrebbero voluto cambiare o cancellare, per poi bruciarla nel fuoco da poco alimentato.

“Vorremmo che ognuno di voi scrivesse su di essa qualcosa che vuole lasciarsi alle spalle, sia esso un aspetto del proprio carattere, un avvenimento della propria vita o una persona ormai lontana”.


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Inizialmente ci sono stati dei tentennamenti, dopo tutto non è semplice iniziare un percorso di cambiamento qualunque esso sia; ciò nonostante, uno dopo l’altro, gli invitati hanno affidato alle fiamme i loro trascritti.


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Piano piano la fiamma si è attenuata, lasciando nel braciere solo le ceneri prontamente raccolti dal Gran Druido.


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“Non basta lasciarsi alle spalle il passato per rinascere a nuova vita, ma bisogna anche piantare oggi le speranze del domani, coltivandole, curandole e nutrendole con l’esperienza accumulata dagli errori passati”.


Le poche parole dette sono servite da invito a spostarsi lungo un campo arato, nel quale ognuno dei presenti è stato invitato a piantare le sementi e legare ogni seme ad un buono proposito.

“Invitiamo tutti voi, come gesto simbolico, a piantare su questo terreno il seme che troverete nel sacchetto datovi, pensando ad i vostri buoni propositi per il domani. Quando avrete finito, spargeremo sul campo le ceneri delle pergamene bruciate, affinché si trasformino in concime e nutrimento per la terra”.


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“Da questi semi nascerà un frutto che ci auguriamo sia dolce e succulento, ma sta a voi curarlo amorevolmente affinché lo sia. Se sarete capaci di portare avanti il vostro impegno con costanza e dedizione, ciò che nascerà vi darà salute e rinnovato vigore, portandovi alla vostra personale fioritura”.


Le ceneri raccolte sono state affidate al vento, così che le spargesse sul campo appena coltivato e quando esse hanno toccato il terreno, Ella ci ha deliziato con il meraviglioso spettacolo della fioritura.


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Dopo un così meraviglioso spettacolo, i fratelli dell’Ordine di Mawu hanno voluto contribuire donando ad ognuno un particolare frutto, simbolo per eccellenza di fioritura e rinascita.

In fine il Gran Druido ha spiegato ai presenti che il ciondolo contenuto nel sacchetto è un promemoria di quanto fatto durante la serata.

“Nel sacchetto troverete un ciondolo con inciso un quadrifoglio.
Esso ha molti significati legati a quanto abbiamo celebrato questa sera: fertilità, abbondanza, fecondità.
Ma vogliamo concentrare la vostra attenzione sulla sua struttura a quattro lembi: essi rappresentano la devozione, il tempo, l’equilibrio e l’essere umano. Questi sono gli elementi che vi aiuteranno a coltivare il vostro futuro.
Ci auguriamo che ognuno di voi indossi questo ciondolo affinché possa essere un promemoria di quando ognuno di voi si è prefissato questa sera”.



Una serata meravigliosa, ricca di simbolismo e comunione, ma mancava ancora qualcosa.

Per la prima volta l’Ordine della Quercia ha concesso a tutti i presenti, di assistere ad uno dei riti ad esso più cari: la distruzione di armi ed armature realizzate con l’intento di ledere ed uccidere gli Antichi.

Dopo aver sistemato rapidamente la pira, noi Confratelli insieme agli Antichi presenti, abbiamo lasciato che l’ardente fuoco fluisse attraverso noi, per poi polverizzare quegli abominevoli artefatti.


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Questa serata ha segnato un importante passo per la storia di tutti noi e ci ha lasciato molte cose sulle quali riflettere; per questo ho deciso di trascriverla, affinché gli eventi appena conclusi possano essere inseriti negli annali della Quercia.


Elowen Vadith