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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Helena
#12797
Era notte tarda, le folate di vento miste a neve si facevano sentire, Helena percorreva i sentieri all'interno del cuore del Nord, Helcaraxe, stringendo le spalle nella pelliccia che la avvolgeva.
L'eco delle voci dei syskar che brindavano vittoriosi riempivano i sentieri battuti.
Entrò in locanda, nemmeno il tempo di scrollarsi la neve sulle spalle che i suoi syskar non esitarono nel farle trovare un calice ricolmo di birra tra le mani per unirsi ai festeggiamenti.

Finalmente dopo una serata insonne Helena riusciva a trovare qualche minuto di pace,circondata da quegli uomini e donne che riconosceva come fratelli.
Dal momento in cui il manto bruno si posò sulle sue spalle Helena capì di aver ritrovato quella sensazione ormai perduta da tempo, il calore che solo una famiglia poteva donargli.

Quella sera decise di non assistere i propri Syskar durante la battuta di caccia. Cosa insolita per la donna visto che sin dal primo giorno in cui varcò la soglia del Nord, mai rinunciò ad assisterli con la propria salda fede in Crom.
Come era suo solito fare si raccolse in preghiera prima di ogni battaglia, Helena richiedeva il fervore del Padre che potesse egli benedire le braccia e lo spirito degli uomini che lei aveva deciso di seguire e sostenere, ma dentro di se sentiva che il contatto con il Padre vacillava usava sempre la donna come tramite, ma quella notte non rispose alla sua chiamata.

Terminarono i festeggiamenti con un drappello di uomini che non riuscivano a conciliare il sonno si ritrovarno di fronte all'uomo che da qualche giorno era stato accusato di furto verso il regno.

Indossava il kilt della vergogna ed in quanto disonorevole veniva trattato come tale.
Un Syskar, un fratello, come aveva potuto infrangere una promessa, nei confronti del Clan? nei confronti di Helcaraxe?
La cosa fece vacillare la fede della donna, il disprezzo era visibile nel suo volto.
Com'era possibile che un uomo che si batteva fianco a fianco in nome degli dei giusti ebbe il coraggio di tradire i propri fratelli che lo avevano accolto nella propria casa?

Si ritrovarno d'innanzi al sacro runario, nelle porte Est della culla dei Ghiacci per far si che le rune potessero dare una risposta per l'uomo e decidere le sorti del suo destino.
Nemmeno la sua incrollabile fede verso il dio della giustizia, potè lenire l'enorme ferita che Helena portava dentro di se e questo la rendeva ancor di piu inquieta, perche nella sua incrollabile fede riusciva sempre a trovare una risposta, la forza per poter lottare contro ogni ingiustizia.
Ma la risposta fù data, tuonando nel silenzio della neve. Aengus e Danu però furono protagonisti.

Terminato il rituale si ritrovò sola, il Syskar, uno degli anziani che in sè custodiva una delle piu antiche tradizioni del nord
Con tono pacato richiamò l'attenzione della donna:

- Vieni Helena avvicinati al runario, è tradizione che ogni uomo del nord possa ritrovare la propria runa guida. E' così poco tempo che solchi quest'isola, stai comprendendo il significato di vivere al nord, quali sono i valori che porti sulle spalle.

Con una mano sfiorò il manto bruno della donna ed aggiunse.
- Onore, rispetto, fratellanza.
- Voglio leggerti la Runa, la runa guida

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- Ehiwaz Esclamò.
- Questa è la runa che usiao spesso duranti i riti rivolti a Danu, per fare in modo che ella culli le drakkar mentre ardono, così che i valorosi possano ascendere al Valhalla, una runa equilibrata, una runa speciale per chi comprende il valore della vita e della morte. Sarà questa la runa che porterai con te, sempre. la voce dell'uomo era calma, intensa, quasi avvolgente.

Helena immersa tra mille pensieri teneva stretta in un pugno la runa ed aggiunse.

- Ella, Danu, ancora.
- La mia rinascita parte da questo giorno. Giorno in cui mi hai concesso la piu intima tradizione del nord. e sono fiera di poterne fare parte.
- Il manto che porto sulle spalle ha da sempre avuto un peso. Ho ritrovato il calore di una famiglia da tempo ormai perduta, persino questo rigido freddo per me, suver, all'idea di essere avvolta dalle braccia dei syskar non mi fa paura.


prendendo un attimo di fiato poi aggiunse.
-la mia fede però vacilla.

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Con un gesto quasi paterno il fratello portò una mano sulla spalla della donna aggiungendo.
- Hai di fronte a te ciò di cui hai bisogno, devi solo varcare la soglia.

L'uomo poi iniziò a ridere, ridere di gusto, mentre con un gesto secco richiamava l'attenzione del suo fedele orso bianco inizio ad allontanarsi dalla donna.

- La soglia ti attende Syskar.

Nel buio della radura il fratellò si allontanò, insinuando così nella donna ancora piu domande.

Ella Danu ancora una volta fu la risposta alle sue domande, perchè?
Dov'era il padre in quel solenne momento? Padre a cui aveva dedicato la vita stessa, perchè egli simbolo di giustizia ed equilibrio voleva porre lo spirito della donna nella sua sentenziosa bilancia?

La famiglia o il proprio Dio?

Helena si strinse nella sua spessa pelliccia e nel silenzio della neve si ritirò in locanda, con lo spirito ancora di più irrequieto.
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By Helena
#13685
- Vieni Helena, dammi una mano con questa legna, bisogna riparare le Drakkar al porto.
Senza esitare la donna accompagnò il fratello e con non poca fatica trascinarono numerosi chiocchi ritrovandosi così oltre i cancelli del porto.
Arrivati sul pontile Helena si soffermò sulla donna che accompagnava il Syskar, apparentemente una donna del sud dal portamento fiero ed il volto risoluto che poco dopo si rivolse alla donna.

- Ma noi ci siamo gia incontrare dentro le mura della Guerriera? si, mi ricordo ti te, filavi filavi.
Helena d'untratto ricordò quella figura gia vista, quando per qualche luna si fermò nella locanda di Amon, prima di spostarsi poi al Nord e rispose.
- Ah Ja, ricordo di te. Sei.. sei la console di Amon?
Quella figura adesso aveva un nome, Victoria Ek, Console Templare di Amon, ma non era solo questo.

Helena incuriosita dalla donna si trattenne in loro compagnia e mentre Victoria in maniera scrupolosa si prendeva cura delle Drakkar del Syskar, Helena rimaneva quasi in disparte, seduta assorta sul ponticciolo con le gambe ciondolanti che quasi sfiorando il mare .
Il suo più grande desiderio era poter varare un giorno lei stessa le Drakkar dei Syskar, in quanto queste per il Nord erano di un inestimabile valore.

In poco tempo Victoria ultimò il lavoro sulle Drakkar ed aggiunse.

- Non rimane che Benedire queste imbarcazioni in nome delle Dea
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Thorgad l'Orso Bianco con il suo solito fare un pò burberò richiamò l'attenzione di Helena.
- Forza Helena che stai aspettando! Proviamo la Drakkar in mare aperto con la benedizione della Dea.

I tre salparono per un breve tragitto, ma agli occhi della donna era piu di una piccola escursione.
Helena rimase colpita dalla forza che la Dea poteva scatenare nelle mani di un suo discepolo e portavoce, Viktoria mormoando una litania richiamò a se le forze della Dea dei Mari che con la forza di mille uragani gonfiò le vele della Drakkar facendola quasi fluttuare nelle acque gelide del Nord.

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Helena si teneva forte al parapetto della nave, la salsedine inumidiva i capelli, l'aria fredda sferzava sul suo viso, in quel momento riuscì a sentire qualcosa, Dentro.
Quel viaggio durato poco piu di 10 clessidre per Helena fu molto di più. Quel momento così intenso, pregno di essenza e di fede. Si sentì quasi pervasa da quell'ardore che solo gli uomini e le donne di fede potevano percepire. Ardore che però Helena nei confronti del proprio Dio sentiva scemare e che in qualche modo la faceva sentire flebile, come un piccolo tizzone di fuoco, rimasto li pronto a prendere fuoco ma indebolito per l'assenza di un'esca che possa estenderlo e ravvivarlo un'altra volta.

Tornati al porto i tre, issarono le vele e gettarono l'ancora, assicurando così la Drakkar al molo.
Victoria si raccontò alla donna, nel suo sangue scorreva sangue nordico e questo si percepiva non solo dai lineamenti ma anche dal suo portamento indomitoo e dalla sua conoscenza delle piu antiche tradizioni del Nord.
Si soffermò su Helena colpita dallo sguardo cupo che la donna, una volta tornare al porto portava sul volto.

- Helena, hai ricevuto il rito della lettura delle antiche rune del Nord?
La donna prima annuì in silenzio e poco dopo aggiunse
- Ja, gli dei hanno parlato Ehiwaz sarà la runa che mi accompagnerà nel mio cammino nel Nord. Ma questa avrà un prezzo da pagare.
Viktoria annuì con aria pensierosa ed incalzò.
- La costanza. Hai mai osservato Helena il moto ondoso del mare? è placido, poi feroce. Il mare non è mai uguale, mai un giorno come l'altro. Ma c'è una cosa che mai muta e mai si ferma. Il moto ondoso stesso, quella è la costanza che ci insegna la Signora indomita dei Mari, ricordalo sempre.
Forse era questo il destino che le rune avevano predetto per la donna, la costanza.
Costanza nella fede.

La sua forse non doveva essere una scelta ne tanto meno un giudizio ma un'accoglienza di nuove voci per il suo spirito.
Ancora una volta la Dea dei mari e protrettrice dei propri Syskar si palesava, tanto da poterne saggiare la sua presenza.


Possibile che fosse quella, la voce?
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