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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

Moderators: ModeratoreTM, TmStaffMod

By Veyron
#24000
*Colonna Sonora*
https://www.youtube.com/watch?v=nRkiA30gOyk


Era una notte silenziosa, quella che l'Elfo stava guardando; il cielo era nero, quasi privo di stelle. La neve, oltre la gola, scendeva lenta ma inesorabile ed il suo candore riusciva a riflettere quelle poche fiaccole che si stagliavano nella volta celeste.
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"Miriel..."

In un sussurro, accompagnato da una pallida nuvola di vapore, il suo amore perduto era stato invocato.

I ricordi saettarono verso momenti più felici, tempi in cui riusciva a dichiararle tutto il suo amore, riuscendo a carpirne le emozioni che in essa scaturivano.


"Mh?"

Il rumore di un ramo spezzato lo destò dal suo profondo pensiero ad occhi chiusi; dopotutto, era entrato in un luogo ostile, dove delle bestie lo stavano incalzando.

In un riflesso incondizionato, la sua mano afferrò saldamente l'elsa della sua spada ed in una danza mortale, quanto elegante, iniziò a trucidare i nemici che si facevano avanti.

Granitico, saldo ed equilibrato come solo un Eldar può combattere, non vi era nessuno scampo.

Ed ancora il ricordo del suo Abbraccio innanzi al Tulip.


"Miriel!! No!"

Nella sua mente, il nemico che aveva davanti era Sharakir, il traditore devoto all'Invidioso che osò uccidere la sua amata.

Estrasse una seconda spada ricurva ed incomincio ad aggredire con impeto controllato quella bestia che inerme, si abbandonò ai colpi di Veyron. Quella danza di lame era inarrestabile; laddove le spade fendevano l'aria, la neve accompagnava il flusso del sangue regalando un macabro gioco di scie candide e cremisi che si miscelavano, per poi schizzare a decine di passi dall'Elfo.

Ma la bestia non morì subito, i fendenti dell'Elfo erano precisi e potenti fin quando, con un'ultima sferzata, separò la testa dal resto del corpo, mentre la seconda lama un attimo dopo affondò nel petto, fino a trapassarlo completamente.

Vi furono diversi attimi di silenzio, Veyron rimase immobile per diversi minuti, continuando a sorreggere con la lama, il peso di quel corpo esanime.


"Perché non sei tu?"

Inutile quesito. Le risposte avrebbero riaperto una ferita profonda, così con gesti repentini, liberò il corpo dalla lama e, successivamente, la lama dal sangue.

In quella buia notte, l'Elfo camminava con passo cadenzato ed imponente; cosciente di essere tornato il combattente di una volta. Nessuno avrebbe osato sfidarlo da solo, una volta saggiata la sua abilità.

Valinor aveva una nuova colonna.

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Una colonna fatta di carne, sogni, ricordi e speranze.



By Veyron
#26211
*Colonna Sonora*
https://www.youtube.com/watch?v=QTJbK5rHWro


La notte era serena, un vento calmo accarezzava i lembi di pelle che non erano protetti dall'armatura di colore indaco dell'Elfo. Le fioche luci che trafiggevano le alte foglie degli alberi, offrivano agli occhi di Veyron una incantevole quanto desolata atmosfera.

Egli si ergeva immobile, statuario, innanzi alla Spada incastonata nelle pietre del Doriath.


"Miriel...."

Tuttavia, il suo pensiero era lontano da ciò che i suoi occhi potevano ammirare. Non vi era cosa più preziosa di ciò che, solo nei suoi ricordi, si manteneva in vita con l'impeto di chi lotta per fuggire dall'Oblio, per non essere dimenticata.

A lui fu sottratto tutto, perfino il calmo respiro di un Eldar, quando la vita della sua sposa venne presa dall'Elfo che lo addestrò nel combattimento.


"Non c'è Gloria, non c'è Amore...Non c'è Vita senza te."

Per più di un Secolo, questa oscura ossessione dominò la mente del Quenya, fino a quando capì che la vita di Miriel non era la sola cosa da proteggere; vi era anche il Ricordo e se non avesse combattuto per difenderlo, allora l'Elfo avrebbe davvero fallito.

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Adesso era un Bianco Scudo, un Grifone dell'Armata ed il suo compito era quello di proteggere i suoi Toronin.


"Non fallirò, non questa volta"

Molte erano le lezioni che erano state a lui impartite; una tra tutte, quella di considerare l'Armata come una sola entità, un unico corpo, della quale ogni Eldar non è che una falange di quella Mano che schiaccerà ogni nemico.

Il Grifone sorgeva, torreggiante su Valinor, molti sarebbero morti sotto la sua Ombra.


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By Veyron
#39426
*Colonna Sonora*
https://www.youtube.com/watch?v=iVII6kUfcQ0


Da ore, ormai, osservava con sguardo assorto, rapito da quelle pietre plasmate dal volere dei Faerin, la Cittadella che lentamente si svegliava.

Suonava distrattamente la melodia a cui Miriel era tanto legata, usando ciò che era rimasto del suo flauto.

Sembrava quasi di sentire nuovamente la sua voce che gli sussurrava all'orecchio; una lacrima tornò a solcare il suo viso, lontano dagli sguardi dei Toronin che in lui vedevano un solido bastione.

Ammirava la Celata dalla terrazza dell'edificio dell'Armata, uno spettacolo che apprezzava con viscerale passione. Da lì poteva osservare il lento scorrere delle giornate Calaquendi, misto al più celere passo dei Sindar.

Makindur era riuscito ad unire le due Stirpi in un solo Vessillo,

Valinor


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"Beriardir En'Rim"

Se lo ripeteva spesso, con ritualità, come se servisse a ricordargli il suo compito.

Una carica pesante come un macigno che solo le spalle forti come un fulgido Elda come lui, poteva sostenere.

Onere ceduto da una splendida Calaquendi, ma infangato da chi l'aveva preceduta, affidandosi alle melliflue promesse dell'Invidioso.

Se lo chiedeva spesso, come mai quegli Eldar avessero deciso, improvvisamente, di compiere un sacrificio non richiesto, invece di lottare per la Grandezza degli Eldar tutti.

La spada di Veyron incominciò ad emettere una blanda luminescenza.


"Ay."

Ne prese saldamente l'elsa e seguendo la rigida marzialità delle posture Quenya, si lasciò guidare dal peso stesso della spada, in un allenamento che il suo corpo, a discapito della sua mente, compieva.

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Egli respirava a fondo l'aria fresca che lo investiva, manteneva saldo, con i piedi, il contatto con la pietra della struttura, percepiva il fuoco presente nelle sue vene e si muoveva fluido ed inesorabile, come l'acqua che si infrange contro la scogliera e che dettava il tempo dei fendenti.

Si fermò.


Sapeva che la sua vera forza, risiedeva nei Grifoni,

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...E nei Lupi,

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Dei quali gli era stato affidato il compito di Guida.

Tornò a contemplare la Valle, ormai adornata dalla rigogliosa Natura.

"Li proteggerò tutti."

Parlava a Miriel...forse a sè stesso, forse anche ai Valar.

"Valinor Valuvar."
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