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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Malynna Lethduwe
#37813
La mezzelfa riposava seduta sul tavolo nel boschetto del Monastero (oggetto che aveva sempre trovato piuttosto bizzarro essere li a dire il vero) pianificando l'immediato futuro. Era quasi arrivata all'obbiettivo che si era prefissata per un futuro di ozio e commerci senza dover lavorare, mancava così poco.
Sospirò pensando ai due ordini settimanali la cui consegna incombeva... Le piaceva fare legna, la rilassava girellare per i boschi canticchiando all'aria aperta invece di respirare polvere e guardare il mondo attraverso la luce di una lampada ad olio ma il Gran Visir si aspettava i suoi cinquemila lingotti come ogni secondo giorno della settimana e ne mancavano ancora quasi la metà. Sospirò e andò a mettersi qualcosa di più adatto.
Aveva scavato in ogni luogo di Ardania e di Ankor, aveva estratto abbastanza minerali da sapere esattamente cosa si trovava in quale angolo di qualsiasi miniera conosciuta e la miniera del Monastero era una sicurezza; indossò la tunica di pelle, prese lo zaino, il fedele lama da trasporto e si avviò.
Mentre abituava i suoi occhi allungati alla penombra una voce sconosciuta la apostrofò con un saluto peculiare, il Djaredin voleva informazioni su cosa si potesse estrarre li. La mezzelfa condivise volentieri le sue conoscenze e in breve anche il Cavaliere del Drago si unì a loro; il lavoro procedeva spedito e la conversazione era piacevole quando ad un tratto la miniera fu squassata da un rumore assordante e strane vibrazioni.
"Erik, lo hai sentito anche tu?" chiese la mezzelfa trattenendo il fiato, ciò che successe troncò la rispostà in bocca al Cavaliere... Sembrava che qualcosa corresse sottoterra, qualcosa di grosso e molto forte, il suo passaggio alzava una scia di detriti che si accumulavano a lasciare traccia della sua corsa; Malynna guardava perplessa incapace di muoversi.
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Come era iniziato il rumore cessò, gli animali da soma erano scappati terrorizzati fuori, la Mezzelfa guardò gli altri due: "Veniva dall'altra sala, oltre il cunicolo. Andiamo..." e cautamente si inoltrarono. Tutto sembrava tornato alla normalità, quando il Djaredin guardandoli serio disse "Non è la prima volta che lo vedo succedere, in questi giorni. Nelle miniere i crolli e gli assestamenti sono normali ma è la frequenza con cui stanno accadendo che fa prudere il naso. Vale la pena indagare, secondo me". Si separarono poco dopo, a seguito di una serie di congetture.
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Mentre riordinava le idee e si preparava a tornare a lavorare l'anziano Mago Eracliano arrivò correndo (per quanto glielo permettessero le sue scarse forze)... "GIOVINOTTA! -urlò verso di lei- IL MONDO CI SI STA APRENDO SOTTO I PIEDI! RESTA LI CHE ALMENO MUORI PRIMA TE!", Malynna lo guardò inclinando il capo di lato "Popara, cosa stai dicendo per carità?" il Mago gesticolava esaltato "La terra trema nella Capitale, TREMA!" e scomparve in uno sbuffo di flux.

La mezzelfa era scaramatica, cresciuta a Tortuga le sue giornate erano scandite da piccoli rituali e gesti apotropaici da che aveva memoria. Si chiese se per caso non avesse in qualche modo offeso Aengus o la Madre, prelevando i suoi frutti senza ringraziarla in maniera adeguata. Prima di tornare a lavorare si segnò e depose a terra il primo lingotto estratto dopo aver sussurrato parole di gratitudine.
"Devo tornare all'Oasi, devo avvisare gli altri minatori prima che qualcuno si faccia male"
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By Malynna Lethduwe
#37925
La mezzelfa aveva passato la notte nella sua stanza ad Eracles quasi insonne.
Molti pensieri si affollavano nella sua testolina semplice, tra cui quello che in miniera si era sempre sentita al sicuro, che alcuni dei suoi cari rischiavano la vita, che tutto questo poteva rovinare gli affari.
Si alzò di malumore, mangiò qualcosa svogliatamente e si rimise in strada per il Monastero continuando a riflettere. Doveva avvisare l'Oasi, doveva dire qualcosa a Ruggine e mettere in allerta gli amici... O chiunque rischiasse di perdere la vita e doveva parlare col Druido, per capire se per caso avessero offeso qualche genere di spirito della Natura. Comprò una quantità di pergamene e si sedette sulle panche di marmo vicino al messaggero: Malik, Kelthor, l'elfo.... Poi finalmente capì cosa doveva fare.
Si cambiò rapidamente d'abito e imboccò la via per la Capitale sperando di trovare il Borgomastro a Nosper.
Trovò Jolet tra il Vilaggio e Hammerheim, quel rettile dai grossi piedi color dell'oro era inconfondibile.
"Madama Tudas, cercavo proprio voi"
"Beh mi hai trovato" disse il Borgomastro sorridendo.
"Devo parlarti" rispose la mezzelfa passando disinvoltamente al tu.
Nella sala riunioni del laboratorio di Nosper si scambiarono racconti sugli ultimi giorni: i racconti di Darius sulle strane creature uscite dalle rocce a Winyandor, ciò che era successo a lei al Monastero e Jolet le raccontò di ciò che era accaduto ai suoi collaboratori all'Isola del Fuoco e confermò il racconto del mago pazzo su quanto successo nella Capitale, le disse anche che da giorni continuava ad inciampare come se il terreno si muovesse. Era successo anche a lei e Malik ad Amon e come diceva Jolet ad una occhiata più accorta pareva un sogno, come se il terreno non fosse mai cambiato.
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"Dobbiamo avvisare tutti, Jolet. Dobbiamo mettere al sicuro i lavoratori di Ardania e capire cosa sta succedendo. Convochiamo una riunione generale per raccogliere impressioni e testimonianze, cosa ne pensi?"
"Andrà fatto in un territorio neutrale, in modo che tutti si sentano al sicuro... Ad esempio il Monastero"
La mezzelfa annuì "E Monastero sia: è centrale, è neutrale... Parlerò stasera stessa con il Gran Maestro e con il Lord Cancelliere e cercheremo di avere una data possibile. Puoi occuparti di convocare i tuoi e gli Hammin?"
Si salutarono cordialmente sulla porta, promettendosi aggiornamenti il prima possibile.
Da li la mezzelfa andò verso Eracles, alla Tenda della Banca dei Mercanti... C'era un'altra donna che doveva coinvolgere.
Trovò Ruggine vicino al monastero, davanti a un piatto di costolette di cinghiale le raccontò di quanto successo e del colloquio con Jolet.
La nordica sussultava a ogni dettaglio.
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"Ruggine dobbiamo tutelare i nostri interessi. Qualcuno potrebbe morire o peggio perdere le mani e non poter più lavorare"
La donna annuì.
"Dobbiamo convocare tutti e avvisarli. Io posso occuparmi di Tremec, dei Machtar e del Monastero."
"Io mi occuperò di far circolare la voce al Nord e tra gli Amoniani"
"Bisogna avvisare gli altri Alamyn, quelli dal manto blu"
Raya la guardò perplessa.
"Orecchie a punta Ruggine, quelli col manto celeste. Bisognerebbe avvisare anche i Djaredin ma io non ne conosco"
"Di quello si occuperà Thom"
"E bisognerà anche mettere annunci sulle principali bacheche per chi non indossa il manto ma frequenta le città"
La nordica annuì di nuovo.
Si lasciarono con un abbraccio amichevole, piene ambedue di impegni per la serata...
Al Monastero c'era il solito allegro via vai, tra la folla del Mercato la Mezzelfa intravide un cappello familiare. Nella serra aggiornò il suo socio su quello che stava succedendo e del colloquio avuto con le due donne quel pomeriggio. Il nordico si rabbuiò leggermente, preoccupato per le conseguenze che gli eventi potevano avere: bisognava muoversi in fretta.
Era da poco trascorsa la ventunesima ora quando i passi della Mezzelfa e del Tremecciano incrociarono sul Sagrato quelli del Lord Cancelliere.
"Salam Eru, avrei bisogno di parlare con te e con il Gran Maestro appena avete un momento"
"Immagino sia per quello che sta succedendo, ne stiamo giusto discutendo con altri. Unitevi a noi nella sala grande"
La stanza era affollata: Malynna e Malik presero posto tra Tempesta e il Ramingo con cui spesso aveva condiviso le ore di lavoro in tempo per sentire il racconto di Ianril, aggredito anche lui come Darius da strane creature emerse dalle rocce di risulta. La Mezzelfa annotava ossessivamente tutto.... Il Monastero, Hammerheim, Winyandor..
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Dopo aver ascoltato attentamente tutti coloro che avevano qualosa da dire in merito Malynna si alzò guardando Hickaru ed Eru.
"Gran Maestro, Lord Cancelliere... Chiunque mi conosca qui sa che gran parte della mia ricchezza viene dal lavoro della miniera e che io e i miei soci movimentiamo enormi quantità di materiale. Ho avuto modo di parlare anche con il Borgomastro di Nosper, anch'essa nota mercante, e abbiamo pensato che sarebbe opportuno riunire i lavoratori di Ardania per raccogliere ulteriori testimonianze e iniziare a farci una idea di quello che accade. Vorremmo chiedervi il permesso di poterla organizzare qui, al centro di questi strani eventi. Scegliete una data che non disturbi le vostre attività e noi ci occuperemo di organizzare il resto".
Venne stabilito il giorno e gli ospiti si ritirarono per lasciare liberi i Cavalieri di discutere le loro questioni private.
Rilesse i suoi appunti, mancava solo un ultimo tassello.
Trovò Kelthor al campo degli Eracliani, intenti a dividere il bottino di una caccia e ne approfittò per allertare anche i minatori di quello strano e chiassoso gruppo prima di ritirarsi col Druido in un posto più riservato.
Seduta sul morbido tappeto di pelliccia parlò lungamente cercando di non tralasciare nulla.
"Ho paura che potremmo aver offeso qualche sorta di... Spirito naturale, Kelthor- disse cercando parole che non conosceva per esprimere ciò che nella sua testa sembrava chiaro- Dobbiamo evitare che altri rischino la vita. Vorrei che fossi presente la sera in cui ci riuniremo dai Cavalieri"
Il Druido la guardò stringendo appena gli occhi e annuì con aria grave.
Era finalmente il momento di riposare per la mezzelfa. Si addormentò in pochi secondi, provata dalla lunga giornata, ancora stringendo al petto il taccuino...
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By Malynna Lethduwe
#38093
Ormai ogni mattina ispezionare le miniere dei dintorni era diventata una routine per la mezzelfa: il giorno della riunione si avvicinava e ancora molte cose erano da fare.
Aveva iniziato da Amon, la miniera alla porta Nord, per poi approdare ad Eracles.
Quando varco la soglia della piccola grotta una strana vibrazione la pervase e la sua attenzione fu catturata da una strana roccia mai vista prima, colore dell'oro impuro.
Si armò di piccone e cerco di spaccare la pietra ma sembra infrangibile. Tentò allora di scalzarla, di spostarla, cercò segni o dettagli nelle immediate vicinanze della crepa da cui era uscita ma nulla.
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Disanimata sedette a terra, estrasse il taccuino, scrisse tutto ciò che aveva fatto e fece un accurato disegno della roccia e della sua posizione per poi riprendere la strada del Monastero.

Nella Miniera dei Cavalieri tutto sembrava in ordine, i detriti lasciati dalla pietra apparsa da loro erano ancora li. La mezzelfa stava brevemente aggiornando Darius sulla questione quando dalle ombre dietro di loro usciì un Druido interessato a quanto stava accadendo. I due gli fecero un breve riassunto e Valdir chiese di essere accompagnato a vedere la roccia.
Arrivati una amara sorpresa li attendeva: la roccia era scomparsa e al suo posto dei frammenti della natura di quelli che aveva già osservato giacevano vicino alla crepa. Mostrò allora all'uomo il disegno che aveva fatto e lo osservò studiare il terreno attentamente come aveva fatto lei, ma altrettanto senza alcun risultato.
"Devo parlarne con i Gael" asserì il Druido pensieroso
"Ho il timore che potremmo aver offeso qualche genere di spirito naturale o qualche creatura sotterranea, Druido."
Il nordico si accarezzò piano il mento "E' la stessa cosa che sto pensando io, oppure potrebbe essere colpa di quelle fiamme che hanno funestato Ardania poco tempo fa..."
La mezzelfa drizzò le orecchie attenta, interessata ad una ipotesi che non la aveva neanche sfiorata.
"Quando sono state imbrigliate nei bracieri forse l'energia residua ha cercato uno sfogo modificando l'equilibrio del terreno"
Malynna scrisse tutto nei suoi appunti e invitò Valdir alla riunione che si sarebbe tenuta di li a poco, promettendogli di tenersi in contatto.
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I bagagli per tornare all'Oasi erano pronti, aveva solo bisogno di una porta di Maat che la portasse a destinazione il più in fretta possibile.
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