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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Protoje
#45954
Questa storia inizia nel profondo della montagna, tra miniere, rocce e funghi.
All'inizio o alla fine di un lungo cunicolo, sotto i piedi di ignari gambe lunghe.
Alla Gemma del sottosuolo: Kard Dorgast.

Il Regno di Djare dopo la Guerra della Vendetta e la tregua raggiunta con il Popolo Elfico durante i concili al Monastero ha vissuto un periodo caratterizzato da aperture ed allargamento degli orizzonti commerciali.

Strano a dirsi per un popolo vissuto per 4250 Cicli Solari al buio di una reclusione illuminato solo dai prodigi tecnologici realizzati dai genieri dell'Accademia dei Segreti e delle Invenzioni, in grado di portare luce anche nelle gallerie più lunghe e sperdute.

Una reclusione che vede la sua fine rappresentata dalla stele firmata dalle più alte cariche del Regno e dell'Alleanza Elfica, gelosamente custodita vicino agli Antenati, nel luogo dove essi vengono evocati dai sacerdoti del Signore dei Misteri, Dera.

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Urkdreng osservava gli orchi invasori dai bastioni della Gemma, riflettendo su quello che poteva essere il futuro del Popolo della Montagna.
La differenza tra uno Djaredin di 800 Cicli Solari ed un Umgaz di 60, oltre la barba e la statura, è che lo Djaredin ha ancora tempo di scavare nel proprio passato, affondare nelle proprie radici, studiare le testimonianze dei propri Antenati.

Dove può arrivare lo sguardo di uno Djaredin?
Può questo sguardo arrivare più lontano di un colpo di carabina?
"Dipende se c'è qualcosa da abbattere tra lo Djaredin ed il suo orizzonte" rispose il lato più Tremil dello Sventraorchi.
Era arrivato il momento di volgere questo sguardo più lontano.
Alla ricerca delle origini.

Fu questo il principale argomento del Gran Concilio delle Barbe che si tenne alla Gemma insieme allo Djare Gridopossente.

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By Ocartis
#46075
APPUNTI DI RICERCA
10 Archon 4250

Accademia
Bogardan
Gogol Barbadoro
Kortum Fiammarossa

Scorta
Moiraj Sventraorchi
Dorin Testacalda
Rhyn Forzantica
Ridork Granfrastuono
Thordren


Prima Tappa: Avamposto del Naggrund
Il puzzo di musodiporco si sentiva già dall'interno dei cunicoli.
Siamo appena arrivati all'avamposto e già odio questi territori.
Ci dirigiamo verso la catena montuosa ad Ovest.


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Monti Orquirian
Ci siamo fermati alle pendici dei monti.
Siamo arrivati non senza difficoltà. I territori sono pieni di orchi.
Il terreno è impervio e non è facile muoversi facilmente. Gli avvallamenti e la fitta boscaglia rendono difficile muoversi e stancano le bestie.
Ora ci apprestiamo ad esaminare gli anfratti e le grotte.


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Terza - Sud di Amon
Siamo appena sbucati dall'altro lato della catena montuosa, nei pressi di Amon.
I cunicoli che abbiamo attraversato sono mal realizzati e a rischio crolli.
Sono popolati da orchi. Ne abbiamo combattuti a decine, insieme a ratti e altre amenità con le quali condividono i rozzi insediamenti.


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Termine Spedizione - Avamposto
Finalmente siamo rientrati all'avamposto.
Tracce di antiche civiltà Djaredin non ne esistono, e dubito che il nostro popolo possa mai aver battuto questi territori.
Di certo, come ci si aspettava, questi sono luoghi inospitali in tutti i sensi.
Può sembrare che la spedizione sia stata una perdita di tempo, ma non è così: abbiamo di certo capito molto di queste zone.
Alla Gemma stileremo un rapporto dettagliato.


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By Ocartis
#46417
Dagli appunti personali di Gogol Barbadoro

17 Archon 4250

Questi non sono i miei soliti appunti di ricerca.
Dopotutto abbiamo esplorato una zona a noi ormai nota.
Certo l'abbiamo fatto con maggiore dovizia. Cercando di tener traccia dei particolari.
Abbiamo esplorato ed analizzato ruderi e costruzioni: architettura umana e banale.

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Persino quella che sembrava una grande miniera non era altro che un buco nella montagna chiuso da delle cancellate in legno.

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Abbiamo vagato per l'intero territorio degli umgaz solo per trovare qualche tana di cinghiale e qualche pozza d'acqua.

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Se anche i Djaredin un tempo avessero calcato queste terre e lasciato qualcosa dubito che sia possibile ritrovarle, dopo tutto quello che è accaduto qui, e dopo tutti quelli che hanno abitato queste terre.

L'ultima risorsa rimane il Crag Grigor, e spero vivamente in una piccola, misera, minuscola traccia.
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By Ocartis
#46768
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Non abbiamo trovato niente.
Le parole di Bogardan rimbombavano nella testa di Gogol come echi dopo un'esplosione.

Non abbiamo trovato niente.
Anche la spedizione all'Orus Maer di qualche giorno prima era stata insoddisfacente.

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Non abbiamo trovato niente.
Solo qualche piccola miniera e qualche folle Umgaz che vendeva cioccolata sui picchi.

Non abbiamo trovato niente.
Nulla di nulla. Nessuna traccia. Nessun indizio.

Anche non trovar nulla vuol dire scoprire qualcosa.
Le parole sapienti dell'Archon si insinuavano nella mente del Barbadoro e come un flebile vento portavano piano via i fumi della deflagrazione

Non abbiamo trovato...
Cercate anche tra le leggende, spesso possono portare alla verità.
La saggezza dello Djare instillò speranza nel cuore del Geniere.

Non abbiamo...
Certo le leggende! In biblioteca c'è la risposta! Nei libri e nella conoscenza c'è sempre risposta!

Non abbiamo trovato niente.
Ma troveremo qualcosa, ne sono certo!
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By Ocartis
#48225
... e qualcosa effettivamente fu rinvenuta.
Dopo una ricerca estenuante tra i tomi nelle profondità della biblioteca della Gemma, Gogol tirò su un libro
Qui c'è qualcosa - gridò a gran voce entusiasta
shhh siamo in una biblioteca - lo ammonì il custode
Qui c'è qualcosa - disse bisbigliando
e borbottando sotto la barba uscì per mostrare la scoperta ai cugini.

Un tomo, una leggenda. Non era certo della sua veridicità, ma informarsi sarebbe stato suo compito.
La curiosità era prerogativa del Geniere e di tutti i genieri della Gemma.
Mostrò il tomo a Bogardan, riassumendoglielo.
Un Djaredin che viveva nelle vicinanze di un villaggio dei selvaggi, ancor prima della rottura dei sigilli.
Certo poteva essere una mera invenzione, ma perchè non indagare?

Il vecchio Bog cercò subito di mettersi in contatto con i selvaggi.
Aveva per lungo tempo frequentato l'isola di Tortuga e sapeva come muoversi.
Grazie all'intercessione dei Corsari Scarlatti, i Djaredin riuscirono ad avere un incontro col popolo della giungla, addirittura sulla famosa Perla Nera!

Era il 15 di Gridopossente ed il manipolo riscaldava i motori delle Tullin.
C'era scetticismo nel gruppo, ma anche tanta speranza. O forse era desiderio, brama di conoscenza, curiosità.

Il gruppo di Djaredin sbarcò a Tortuga ed immediatamente tutti furono accompagnati nel covo dei Corsari e fin sul grande guscio dalle vele nere, dove già i selvaggi li attendevano.

I convenevoli furono brevi. I due gruppi erano entrati raramente in contatto e la diffidenza da entrambe le parti non mancava.

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Seduti tutti al tavolo, i Djaredin illustrarono quello che avevano scoperto dalla lettura del libro.
La leggenda narra che uno sciamano avesse conoscenza di un Djaredin, chiamato dagli uomini della giungla piccoloomo, che viveva su una montagna vicino ad un villaggio Qwaylar, e che scendeva al fiume poco lontano una volta ogni sette giorni.
Pare che risiedesse lì già prima della rottura dei sigilli. Non è chiaro se il Djaredin descritto nel tomo fosse tanto vecchio o se magari possa essere un suo discendente.
Fatto sta che i Djaredin volevano trovare il cugino per conoscere lui, le sue origini e magari comprendere maggiormente le origini del popolo della Montagna.

I Qwaylar si mostrarono disponibili a ricercare ulteriori informazioni tra i villaggi e le genti della giungla.

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Ora non rimaneva altro che attendere e sperare.
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By Bogardan
#48559
Erano giorni che Bogardan bazzicava per Amon. Cugino Thordren gli aveva procurato 80000 ciocchi di legna e il nano - piuttosto che organizzare una spedizione per portarli a Kard - si era fermato in città per consegnare lavori al carpentiere.
I giorni passavano lenti, tra fredde giornate invernali e trucioli.
Pensando e ripensando si ricordò che la ricerca in superficie si era impantanata: i sacerdoti dovevano visitare la varie biblioteche di Ardania in cerca di informazioni ma millantavano sempre scuse: "Ah devo seppellire il cugino appena morto", "Ah ma ora devo spolverare le panche del Tempio", "Ah ma mi sono dimenticato di darti le tue 13 monete..".
Quest'ultimo era cugino Om Rocciafranata che ogni volta che vedeva Bogardan gli allungava 13 monete, 13 monete che venivano solitamente donate ai morti durante il loro funerale. Ormai Bogardan, ogni volta che lo vedeva da lontano, si toccava le parti basse e sputava a terra per scongiurare la malasorte.
In mezzo a questi pensieri, mentre si aggirava per il mercato, il nano incontrò il tizio simpatico che al palio di Tremec si era confuso insieme a lui tra le file dei Cavalieri dell'Alba grazie ai suoi vestiti arancioni. Uno scherzo che suscitava sempre le risatine dei presenti e che non offendeva i Cavalieri che stavano stare al gioco.
Si presentò all'umano. L'amoniano disse di chiamarsi Testenio de Lyoness, Sommo Templare di Amon. Alla domanda del djaredin su dove fosse la biblioteca lo accompagno e gli aprì le porte dicendogli pure di fare le sue ricerche e di uscire dalla porta sul retro una volta finite.
Bogardan si mise subito a frugare tra i vari libri, sotto lo sguardo vigile del bibliotecario che dalla sua cattedra lo sorvegliava.
Trovò un libro di cugino Kasrid Venadoro - chissà che fine haveva fatto - e libri della bella Inge, l'amoniana tanto amata da cugino Alrik Ranulfson. Un intero scaffale era dedicato alla società djaredin ma apparte un breve accenno al porchetto alla polvera nera e al suo inventore - ovviamente Bogardan! - non trovò nulla di interessante.
Si accostò con poca convinzione allo scaffale sulla società elfica, Aprì un libro dedicato ai "Falò senza luce".

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"I Falò senza luce furono un mero evento storico in cui vennero distrutti tutti i libri contenenti la conoscenza elfica e magia molto alta". Che noia gli scritti elfici, dov'erano le esplosioni?! Il nano continuò a leggere: "In quel periodo i djaredin vivevano nel Doriath con gli elfi ma non vennero accusati di tale distruzione..". Bogardan stava per chiudere il libro.

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"i djaredin vivevano nel Doriath con gli elfi..". Il nano sobbalzò. COSA?! Tutte le loro ricerche erano state fatte nel continente umano perchè ogni nano sapeva che vivevano lì i propri antenati e ora questo libro diceva che vivevano anche nel Doriath?!
Nel mentre sentì delle urla da fuori la biblioteca.
"BOG SEI VIVO?". Ma che diamine, e questo chi è.
Bogardan rispose: "CHI SEI?! LA MIA COSCIENZA? VATTENE! NON C'E' POSTO PER TE QUI!".
Il bibliotecario lo guardò male. Il djaredin si schiarì allora la voce e aprì le porte per capire cosa stesse succedendo. Trovò cugino Thordren - vestito in modo discutibile - e un cittadino di Amon.
L'amoniano - di nome Titus - stava interrogando Thordren sul perchè stesse di fatto gridando fuori dalla biblioteca. Il nano aveva notato il lama Lamardan fuori dall'edificio e non avendo notizie di Bogardan da un qualche giorno si era messo a sbraitare dalla porta come solo un vero djaredin sa fare.
Titus rivolse poi la sua attenzione a Bogardan e gli chiese chi lo avesse autorizzato a stare dentro la Biblioteca. Raccontando del permesso di Testenio e chiarito il disguido, l'amoniano si addolcì e acconsentì a fare entrare anche Thordren ma solo in sua presenza.
Bogardan strattonò il cugino verso il libro appena trovato: "Leggi qua! Non so se sia una castroneria o no ma Gogol diventerà matto quando lo saprà!"
Thordren strabuzzò gli occhi ridacchiando, poi invocò Berzale con una preghiera e una mano invisibile copiò esattamente lo scritto su un libro vergine che il sacerdote teneva in mano.

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"Thor già che ci sei copia anche questo e questaltro" Bogardan gli indicò altri due libri che aveva scovato.
Uno parlava dei Saggi di Ardania, si era ricordato che lo Djare Thorreg aveva suggerito di consultare Gartax di Picco dell'Aquila ma a quanto pare l'umano non era l'unico saggio conosciuto.
Il secondo parlava di alcuni artefatti mitologici e ne citava uno scoperto pochi mesi prima dagli djaredin e ora sotto stretta sorveglianza del Tempio.
Il nano si incamminò fuori dalla Biblioteca, la ricerca era stata proficua.
Non trovò Titus per ringraziarlo ma si ripromise di regalargli qualcosa per il disturbo non appena lo avesse incontrato.
Doveva tornare a Kard Dorgast e mettere al corrente l'Accademia degli ultimi sviluppi: avevano un'altra pista su cui indagare.
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By TarjaGiramondo
#57438
E' passato oltre un ciclo da quando gli djaredin hanno esplorato la superficie per trovare qualche indizio che ricordasse loro Rocca Gemmata.
Come ben si sa, il Popolo della Montagna non si arrende mai e la sua testardaggine è proverbiale quindi decisero che le ricerche dovevano svolgersi altrove.
Occorreva fare un piano ben preciso e iniziare ad esplorare le profondità.
Furono fatte le congetture più strane, furono mandati i Bortrox in esplorazione i quali riportarono mappe con alcune indicazioni ma nulla di preciso.
Le BarbeBianche presero la decisione che occorreva prepararsi in modo adeguato e iniziare a controllare le poche scoperte
che i cugini avevano riportato.
Non sapendo cosa potesse servire; gli inventori studiarono attrezzi solidi e leggeri, vennero preparate tende, viveri, attrezzi per lo scavo, intrugli.
Finalmente tutto fu pronto, andarono da Thorreg Gridopossente per annunciare il viaggio con la speranza di poter presto comunicare qualche ritrovamento concreto.
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