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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Ocartis
#35370
Solo da qualche giorno Gogol era riuscito a racimolare tutti i progetti riportati sul manuale del Geniere.
Li aveva studiati minuziosamente e, sebbene avesse bisogno di maggiore esperienza sul campo, riusciva a realizzarli tutti. Non senza errori, certo, ma dagli errori potevano nascere le migliori invenzioni.
Era riuscito inoltre a raggranellare un buon numero di scudi ed aveva aperto il suo laboratorio personale. Il Laboratorio Barbadoro.
Proprio in quel laboratorio l'altra notte accadde qualcosa, un'illuminazione, un fulmine è proprio il caso di dirlo.
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L'aria era pervasa da odor di erbapipa e polvere nera. Il Barbadoro proseguiva i suoi studi. La stanchezza si faceva sentire. Le palpebre piano calavano e la mente si annebbiava. Era stato tutto il giorno in miniera a lavorare e tutta la sera fino a tarda notte sui libri a studiare.
YAWN
La mascella si spalancò in un sonoro sbadiglio che spaventò persino i grilli fuori l'edificio, interrompendone l'insistente frinìo.
"E' proprio ora di andare a letto", esclamò il geniere mentre si alzava piano dalla sedia e si inarcava per sistemare la schiena dolorante.
La stanchezza però alle volte fa brutti scherzi, che in alcuni casi (come in questo) possono divenir rivelatori.

Mentre infatti meccanicamente riponeva gli attrezzi nella cassetta urtò il lumicino sul bancale. La candela dopo qualche movimento ondulatorio cadde sul bancone ed iniziò a rotolare piano avvicinandosi sempre più ad un mucchietto di polvere nera avanzata da qualche bislacco (ma sicuramente geniale) esperimento del giorno prima.
La scena lasciò Gogol immobile per qualche secondo e visibilmente preoccupato. Sebbene avesse provato ad interrompere la corsa della candela, non riuscì ad afferrare quella miccia improvvisata prima che arrivasse a destinazione.

Fortunatamente la polvere era poca e, a contatto con la fiammella, si limitò a sfrigolare; lo scoppio non fu che un misero blam come di un vaso caduto.
Gogol tirò un sospiro di sollievo per lo sventato disastro, ma mentre le sue gambe si dirigevano verso il letto, i suoi occhi rimasero attenti su ciò che era appena accaduto e furono attratti da qualcosa che lo scoppio aveva innescato... un misterioso evento.

Lì accanto alla misera detonazione giaceva un Accumulatore, uno di quegli affari in vetro-cristallo che usano di solito i Genieri per ottenere un po' di energia. Ebbene, tale accumulatore, aveva iniziato a brillare e quando il Barbadoro, incuriosito, volle afferrarlo fu investito da una leggera scarica che gli fece rizzare i peli della barba, ma al contempo gli diede nuova vitalità.
Si sentì rinato. Quella scossa lo svegliò di colpo. Tant'è che il sonno passò, i suoi muscoli tornarono a guizzare e il suo cervello si mise in moto nuovamente.
Come rigenerato da un lungo riposo, riprese a lavorare senza sosta fino al mattino seguente. Ed ancora tutto il giorno tra laboratorio e miniera, senza accusare alcuna stanchezza, fino a sera.
Qualcosa era accaduto. Qualcosa su cui valeva la pena indagare. La polvere nera e l'accumulatore avevano interagito e l'energia scatenata aveva "ricaricato" il giovane Djaredin.
Tutto ciò meritava uno studio approfondito.
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By Ocartis
#35497
Erano un paio di giorni ormai che Gogol era rimasto rintanato nel suo laboratorio.
Si stava avvicinando alla soluzione. Il bancone era pieno di pergamene dove aveva appuntato tutto ciò di cui, a suo parere, avesse bisogno. Calcoli per meglio calibrare l'intero dispositivo, schemi e progetti per ciascun componente che ritenesse esser necessario. Poteva esser una grande scoperta, una grande invenzione.
Era notte inoltrata quando, soddisfatto, scattò in piedi e sventolò il foglio sul quale aveva accuratamente riportato tutto il prospetto!

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Era un progetto ambizioso, lo sapeva bene, ma voleva realizzarlo!
Dopo aver riordinato le idee, sebbene entusiasta del suo primo importante passo, decise di riposare. La giornata di domani sarebbe stata carica di lavoro.

Si alzò tardi quella mattina. Non aveva dormito al meglio. La sua mente, nel sonno, aveva continuato a macinar dati.
Mangiò solo un tozzo di pane per darsi energia e, schemi alla mano, cominciò a lavorare.

Ingranaggi, bulloni, assi. Tutto sembrava incastrarsi quasi autonomamente. Aveva chiaro nella testa quello che dovesse realizzare. Sapeva che Berzale stava guidando le sue mani e i suoi attrezzi.
Una sola giornata di lavoro e la sua creazione prese forma.
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Ora mancava la prova.
Caricò tutto sulle selle del suo cinghiale. Strinse le corde, assicurò bene ogni pezzo e armatosi, si avviò poco fuori la cinta muraria della Gemma. Lì dove i musi di porco si nascondevano.
Ne stanò uno e con perizia lo stese. Mentre quell'essere giaceva in terra agonizzante, velocemente, scaricò il dispositivo dal suo animale e con dovizia preparò il tutto.
Accumulatori, camera di trasmissione e controllo, ed infine polvere nera.
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Prese i cavi, li collegò alla sua cavia e ... diede fuoco alle polveri.
Fsss fsss la miccia si consumava e blam, la nera esplose. L'energia sprigionata alimentò il congegno, ma ... nulla accadde.
Ci provò una seconda volta e ... di nuovo nulla.
L'esperimento fu un fallimento.
Gogol era affranto, ma non poteva tergiversare ora. In lontananza qualche orco aveva udito l'esplosione e si stava avvicinando. Smontò tutto in fretta e furia, raccolse gli arnesi, li caricò alla bene e meglio e tornò verso la Gemma. Si rifugiò nuovamente sulle mura e guardò indietro con amarezza. Il corpo dell'essere ormai esanime giaceva in un lago di sangue.
Era lì che tempo addietro aveva imparato a combattere con i suoi cugini.
I suoi cugini ... Certo, i suoi cugini!
Nella mente riecheggiò il giuramento
"Soli siamo saldi come la roccia, uniti inamovibili come la montagna"
Ecco perchè aveva fallito: aveva fatto tutto da solo. Aveva bisogno dei suoi cugini, delle loro idee, dei loro consigli, dei loro rimproveri: semplicemente aveva bisogno di divenir montagna.
E l'indomani questo avrebbe fatto!
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By Ocartis
#35797
Gogol era determinato ad arrivare in fondo.
Aveva deciso di farsi aiutare dai suoi cugini.
Innanzitutto volle incontrare la cugina Tarja.
Era convinto che gli intrugli in qualche modo potessero essere integrati al suo congegno. Dopotutto lui stesso spesso li utilizzava in battaglia per ristorarsi. Certo lui era vivo quando lo faceva, ma questo era solo un dettaglio.
Invitò la cugina, esperta alchimista, nel suo laboratorio e la rese partecipe della sua idea, illustrandole i suoi studi e mostrandole i suoi appunti e progetti.

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Sebbene Tarja non fosse un'esperta in congegni, analizzò minuziosamente le carte e consigliò a Gogol di integrare in qualche modo all'interno del dispositivo alcuni intrugli che agissero sulla forza e vitalità di un soggetto.
Fornì al Geniere ingredienti e boccette piene di alcune delle migliori miscele che di solito si usano in situazioni estreme. Inoltre consigliò allo Djaredin di consultare i manuali alchemici in biblioteca che lei stessa aveva redatto.

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Ringraziata e congedata la cugina, Gogol non esitò un istante e si mise subito a lavoro. Aggiornò i disegni, inserendo lo schema di un ulteriore dispositivo da integrare al suo congegno: una camera di miscelazione e somministrazione, che lavorasse simultaneamente alle altre apparecchiature.

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Ora doveva fare un ultimo passo.
Recuperò tutto il materiale: gli intrugli appena ricevuti, il suo primo prototipo, tutti i suoi scritti, riordinati e ricopiati.
Avrebbe presentato la sua idea all'Accademia e confidava che insieme ai suoi cugini genieri avrebbe potuto definire correttamente tutto ciò che ancora non quadrava, dal dosaggio degli intrugli, appena abbozzato, alla opportuna calibrazione dell'intero sistema.
Sarebbero sicuramente state proposte nuove idee per la realizzazione della sua creazione, anzi per la realizzazione della creazione, ormai, dell'Accademia dei Segreti e delle Invenzioni!
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By Ocartis
#50053
Il Barbadoro stava riordinando i suoi scaffali.
Era ancora affranto dopo quello che era successo alla sua barba. Ma decise di non pensarci troppo, almeno finchè non avesse trovato una soluzione.
Mentre sistemava i suoi progetti, ritrovò un vecchio tomo. Soffiò via la polvere energicamente.
Il C.U.O.R.E. !
Aveva accantonato quel progetto attendendo che l'Accademia dei Segreti e delle Invenzioni pullulasse di genieri volenterosi.
Ad oggi molte erano le Barbe di Fuoco e gli aspiranti tali.
Forse era giunto il momento per farsi aiutare dai suoi cugini!
E poi a breve sarebbe iniziato il mese dedicato al Saggio. Quale periodo migliore per avere un'ispirazione, un'idea.

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Illustrò i propri progetti ai compagni di lavoro.
Tutti furono curiosi ed iniziarono immediatamente a proporre modifiche ed esperimenti per valutarne la fattibilità.

Tilda Pastasfoglia iniziò a studiare l'applicazione degli intrugli.
Il TimpanoRotto stava già valutando quali metalli fossero migliori per contenere la carica esplosiva.
Khazmodan si offrì per alcune prove di carico.

Decisero di comune accordo di studiare materiali, intrugli e quant'altro servisse alla sua costruzione nei giorni successivi, e di incontrarsi successivamente per valutare i risultati ottenuti.

Gogol era entusiasta di quanto fatto, e per un po' non pensò alla sua barba, ma solo alle Barbe di Fuoco e all'Accademia dei Segreti e delle Invenzioni!
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By Ocartis
#51282
Durante le rotazioni successive, l'Accademia dei Segreti e delle Invenzioni si era messa in movimento.
I cugini genieri avevano lavorato e prodotto una serie di integrazioni al progetto iniziale di Gogol.
Khazmodan aveva realizzato un ottimo studio sui materiali, sottoponendo i vari metalli ad una serie di prove.
Aveva studiato come ciascuno di essi reagisse alle sollecitazioni sia in funzione del carico applicato, sia in funzione del calore assorbito.
Decise quindi che la struttura fosse realizzata in adamantio e titanio, metalli particolarmente resistenti, utilizzando la pirite per i componenti maggiormente a contatto con fonti di calore.
Occhiodivetro, invece, studiò un metodo per dissipare il calore, riducendo l'impatto che questo potesse avere sulla struttura.
Le Barbe di Fuoco erano pronte, i progetti chiari. Si poteva quindi procedere alla realizzazione.
Si decise di costruire il macchinario a Nuran Kar. Le rigide temperature avrebbero favorito il raffreddamento del dispositivo evitando esplosioni... probabilmente.
Fu scelto l'ultimo giorno del mese dedicato al Saggio! Berzale aveva illuminato le menti di quei Djaredin ed li aveva ispirati.

Molti cugini si radunarono sul posto. Tanti i curiosi. Flint Pugnodiferro dal Tempio era lì per benedire l'operato in nome della Triade.
Clank clank. Gli attrezzi picchiavano il metallo plasmandolo.
Gneek gneeek. Le chiavi fissavano ingranaggi.
Bzzz bzzz. Gli accumulatori si caricavano.

I genieri, madidi di sudore riuscirono ad installare il congegno in poco tempo.
La benedizione della Triade concluse l'opera.
Gli Djaredin avevano realizzato un congegno che sarebbe stato d'aiuto al popolo della montagna e a tutti i forestieri.

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Questa invenzione sarà conosciuta come il Cuore di Nuran Kar!
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