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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By -Angelu$-
#43613
I Draghi, creature millenarie e dotate di sapienza ed intelletto come ben pochi altri esseri di Ardania,
testimoni del mutamento attraverso le varie ere, erano spesso fonte di mistero per molti.
Dal bardo che intonava ballate dedicate a leggendarie gesta, agli impavidi guerrieri che per secoli avevano versato sangue nelle infinite battaglie,
agli studiosi più accaniti che avevano provato a ricercare frammenti di quel mistico potere, molti avevano idee e punti di vista diversi su quelle spettacolari quanto letali creature.

I drudjah dell'Ordine della Quercia, tra tutti, erano coloro che in qualche modo fin da tempi antichi avevano conservato memorie e ricordi,
grazie anche alle voci ed ai racconti tramandati dai più anziani saggi.
Nella loro costante ricerca di anomalie nel naturale corso della natura e nella difesa di quelli che erano equilibri fin troppo spesso minacciati,
questi saggi viandanti erano usuali nel viaggiare spesso, porgendo l'orecchio, osservando laddove qualcosa iniziava a strabordare dall'ordinario.

Così, in una delle tanti esplorazioni nei primi giorni di Granaio 285, uno dei drudjah più votato al viaggio ed alla ricerca, si imbattè in qualcosa che gli sembrò molto strano.

Kelthor insieme ad altri suoi fratelli era già stato in quel luogo in passato.
Quell'umido anfratto che era stato conquistato da una ciurma di pirati, sembrava diverso dalle precedenti esplorazioni.
Quegli uomini, nel vedere una imbarcazione non loro, si erano velocemente lanciati nella difesa della loro sicura caverna,
tuttavia il giovane druido aveva ben altro da controllare e trovò il modo di andare oltre.
Prima di allora, nel sovraggiungere in quelle caverne aveva sempre avuto una percezione dovuta probabilmente al Nazd-ash ed in effetti la presenza di giovani esemplari di Antichi,
tenuti in cattività, contribuiva a tutto ciò, ma per fortuna in quell'occasione erano stati liberati.

Il ricordo di quei momenti riaffiorò per qualche istante, dopo il quale proseguì con l'esplorazione.
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Superata la prima parte ciò che lo sorprese fu l'assenza di veri e propri banditi in armatura pesante lasciati a guardia del posto, così come egli ricordava;
si accorse ben presto che ben altro era cambiato nelle profondità di quei cunicoli.
Creature bipedi ricoperte di scaglie variegate cominciarono a sciamare dalle varie stanze, mettendo Kelthor in evidente difficoltà, ma con lui era presente la giovane Kyria, che con poderose zampate sferzò via gli aggressori.

Il druido riuscì a ritrovare la via per l'uscita, subito dopo aver recuperato alcuni campioni da quelle creature insolite e mai viste.

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Ritornò a raccontare ai Drudjah quanto egli avesse visto e mostrò loro le prove dell'esistenza di quelle creature.
"Darak-Coir" nell'antica lingua druidica aveva il significato letterale di corruzione del drago, ma nella tradizione antica ogni termine assumeva significati ben più profondi, inoltre in questa situazione ancora molti erano i dubbi e molte erano le ricerche da dover fare in merito.
I drudjah decisero di identificarli comunque con quella terminologia, ma sarebbe servito capire di più sull'origine di quegli esseri rettiloidi.
Last edited by -Angelu$- on Mon Sep 13, 2021 9:20 am, edited 2 times in total.
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By -Angelu$-
#43614
Non molto tempo era trascorso dalla prima esplorazione,
i Drudjah visto quanto Kelthor aveva raccontato, decisero di partire e fare ulteriori ricerche sul posto.

Molti erano gli interrogativi, diverse le plausibili teorie.
Qualcuno aveva effettuato studi utilizzando come cavie esemplari di draghi giovani?

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In quella zona che dall'aspetto sembrava palesemente abitata da umani regnava il silenzio e quelle creature aberranti brulicavano numerose, di contro nessuna presenza residua dei banditi.
In qualche modo dovevano essere fuggiti o forse erano stati divorati.
Ma cos'erano davvero i "Darak-Coir"?

Diversi membri dell'Ordine della Quercia erano presenti in quella spedizione e provarono a comprendere la natura di quei bipedi dalle scaglie variegate.
Immediato fu lo scoprire che essi avevano alcune peculiarità simili alle stirpi draconiche, corporatura resistente, zampe artigliate e una coda, oltre ciò si apprese della loro capacità di generare dei soffi elementali molto similmente ai giovani Antichi.

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Si decise di fare precise bozze di quegli esemplari, cercando di sottolineare le loro caratteristiche. Sarebbe stato utile fare ricerche, avendo sotto mano alcune rappresentazioni grafiche e descrittive.

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Si setacciò l'intero posto, difendendosi da quanti Darak-Coir arrivassero, arrivando quasi a pensare che vi fosse qualche altro luogo da cui si riversassero, ma quelle cave erano mezze franate e laggiù non sembrava esserci via d'uscita.

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Via via che si rimaneva laggiù, tra l'odore nauseabondo della muffa mischiato al sangue, la poca presenza d'aria, i pensieri annaspavano nei dubbi e nelle riflessioni.
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Si decise dunque di uscire, gli occhi avevano visto ciò che prima era solo stato descritto e ciò servì a dare conferma riguardo al fatto che un grave mistero si celasse dietro queste creature.

Ritrovando alla Baita la Tetrarca Aislin Dankerwald, una studiosa, oltre che amica fidata, si cominciò ad affrontare più in dettaglio il discorso, cercando di giungere a conclusioni e non soltanto teorie.

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Sarebbe stato fondamentale proseguire le ricerche, coinvolgendo tutti coloro che negli ultimi periodi erano stati vicini all'Ordine della Quercia.
Con saggezza e conoscenza si sarebbe fatta luce sull'intera storia di queste "nuove" aberrazioni.
Last edited by -Angelu$- on Mon Sep 13, 2021 9:21 am, edited 1 time in total.
By Haramiel
#43618
Le notizie riportate da Kelthor avevano suscitato non poca preoccupazione in tutti i drudjah: nessuno aveva memorie di abomini simili e, fino a quel momento, solamente le scaglie di chimera si erano mostrate degne di confronto.
Oltre che esplorare il luogo e studiare quegli abomini, si dovevano cercare informazioni, ovunque fosse possibile, chiedendo dapprima a coloro che da sempre sono fianco dell’Ordine della Quercia.
Haramiel Tunac ed Elowen Vadith, accompagnate da Dama Aislin, si recarono al Monastero in una tranquilla serata di Granaio esponendo loro quanto avevano potuto osservare.
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I cavalieri avanzarono domande, ma i Drudjah non avevano risposte in grado di soddisfarle. Le tre esposero loro quanto avevano potuto apprendere con una dettagliata descrizione di quelle creature mostrando anche uno schizzo su una tela.
Sebbene Haramiel sapesse che la biblioteca del Monastero sia acerba rispetto a quanto abituata nel Doriath, chiese di fare qualche ricerca fra i loro tomi impolverati nella speranza che ogni piccolo dettaglio potesse aiutare tutti a comprendere quanto si stava muovendo in quegli anfratti di Iaia.
Non tardò ad emergere la disponibilità dei Cavalieri ad indagare direttamente in quei luoghi.
Ma non vi erano solo i Cavalieri pronti a dare manforte ai Drudjah per Arda, vi erano anche i Ramjalar.
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Inverno e Rubina rimasero attoniti da quanto gli venne detto e mostrato, e anch’essi si unirono nelle ricognizioni che seguirono i giorni a venire.
Tra i presenti al falò delle Terre Selvagge, con Haramiel e Kelthor, vi era anche Tuyuk, Gael che da poco aveva iniziato ad intraprendere il sentiero alle fronde della Quercia e che aveva accompagnato Haramiel a Valinor il giorno prima.
Era il 17 di Granaio e le occasioni in cui un Nordico varca la soglia Celata sono più uniche che rare, eppure quel giorno, il Gael poté sedere di fronte a Mythras En'Celebrian, Arugur En’Valinor, ed ascoltare mentre i due Eldar discorrevano di quanto scoperto su Iaia.
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In questa occasione, fu decisamente più facile per Haramiel mostrare dove si trova il luogo: le mappe erano giusto li vicino. Inoltre, mostrò all’Argur le scaglie ed espose le sue valutazioni sulla possibile lavorazione tra incudine e martello. Mythras acconsentì alla richiesta della Calequendi garantendo una ricerca tra il Sapere custodito dal granito di Valinor accessibile solo a pochi della Collettività.
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Dopo almeno due mesi di studi e ricerche, tuttavia, nulla di nuovo è emerso.
Le informazioni più utili sulla natura delle scaglie sono emerse da esperimenti alchemici e prove di lavorazione, ma saranno soprattutto le esplorazioni in quei luoghi a fare luce su quanto accade. In poche settimane i Darakcoir erano aumentati ed erano avanzati fino a toccare le acque di Iaia.
By Haramiel
#48222
Da Solfeggiante 285 fino a Dodecabrullo dello stesso anno i drudjah avevano svolto diverse spedizioni nel covo che un tempo ospitava briganti e qualche cucciolo di Antico intrappolato.
Ormai quel covo ospitava solo Darakcoir.
Accompagnati in più occasioni da Valinrim, Ramjalar, Cavalieri dell’Alba e Accademici, non trovarono nulla di nuovo se non un’apertura nell’ala a nord delle stanze che già da tempo avevano esaminato.
Ogni stanza faceva ben intendere un uso strutturato da parte dei briganti e dei guerrieri la cui presenza era andata diminuendo con l’avanzata delle creature bipedi.
Nella parte più profonda di questo covo si presenta una sala centrale di addestramento al combattimento che si dirama in diverse stanze da cui si possono distinguere una sorta di dormitorio, armeria, dispensa, uno studio e una stanza con più rocce smosse e franate rispetto alle altre. Proprio in quest’ultima stanza, con le ultime ricerche, si è aperto col tempo un passaggio per pochi passi libero tra la roccia: uno strano anfratto che attira la preoccupazione dei Drudjah e dei diversi esploratori unitisi a loro.
Di tutte le spedizioni fatte, due fatti meritano di essere evidenziati rispetto al resto.
Innanzitutto, il 20 solfeggiante 285, quando il corpo senza vita e abbastanza integro di una di quelle aberrazioni è stato trasportato ed esaminato presso la Baita di Ankor Drek.
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In quell’occasione, Elwing e Felagund, diedero il peggio di loro aprendo, tagliando e sezionando quel cadavere dalla scorza dura sotto la fioca luce della lanterna sorretta da Haramiel, uno spettacolo al limite del cruento per tutti i presenti, in particolare per la Tetrarca Aislin visibilmente pallida e nauseata.
Le scaglie non sono legate perfettamente ai tessuti sottostanti, ma sono simili a quelle di Chimere e Antichi e l’anatomia non è umana. Trachea e laringe sono ben sviluppate, probabilmente per via della loro capacità di soffiare, infatti sono presenti anche placche ossee. La muscolatura è forte, comprese le fauci e gli artigli. Non vi era modo di valutare come e se si riproducessero, o se avessero una distinzione di genere, perché il corpo non era sufficientemente intatto.
La dimensione degli organi analizzabili è considerevole, ma simile a quella delle creature umane con cui condividono anche alcune peculiarità degli arti e di quelle che potrebbero essere definite mani.
Solo le fiamme hanno distrutto quel che restava dell’aberrazione sventrata.
Un secondo evento, che nel tempo potrebbe preoccupare più dell’anatomia di queste creature bipedi, è stato l’incontro avvenuto il 15 Dodecabrullo 285: la presenza di tozze creature alate, forti e possenti, in grado di soffiare come gli Antichi, ma dalle forme decisamente non armoniche.
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Erano stati in grado di volare giù dalla roccia, prima uno e in seguito altri tre, piombando sul gruppo di esploratori che dovettero difendersi e a stenti sono riusciti ad abbattere queste creature alate. Non era chiaro quante di queste creature stessero emergente, e il gruppo dovette abbandonare ogni ricerca visto l’increscente rumore di ali e passi pesanti che si stava avvicinando verso di loro.
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Non passarono nemmeno tre settimane, che qualcosa d’altro era pronto a turbare nuovamente l’apparente calma di Arda riportando alla memoria qualcosa di peggio di un morbo passato.
Last edited by Haramiel on Thu Jan 13, 2022 7:54 pm, edited 2 times in total.
By Haramiel
#48310
È la sera del 12 Postapritore 285 ed è la prima occasione in cui l’Ordine della Quercia si unisce con l’Accademia di Arti Arcane nella sala alta alla Sorgente di Eidothea.

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Diversi sono i presenti, di ogni razza e cultura provenienti da disparate Città e Regni indipendentemente dalla loro fede o devozione, tutti riuniti per l’interesse comune di Arda e senza segreto reciproco.
L’incontro inizia con un preambolo del Sommo Gerofante Dan Von Kazer e della Somma Tetrarca Elwing che in breve tempo sfocia in un resoconto degli eventi raccolti da tutti.
In seguito alle esplorazioni dei Drudjah, su Arda e Iaia, ed ai contatti dell’Accademia, tutti avevano riportato le medesime preoccupanti notizie sui Darak-coir, ormai unici padroni di quel Covo, risvegliando un ricordo del passato: la Draconite.
Ma in realtà, era qualcosa di ben peggiore: in breve tempo urla quasi animalesche di dolore richiamano l’attenzione di tutti i presenti. Un darak-coir dalle scaglie bianche si trascina verso il rifugio drudjah, farfugliando parole straziate dal dolore, perde il controllo e viene abbattuto dai presenti.

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Haramiel spiega che l’unica cosa simile alla nota, e decisamente contagiosa, Draconite è quel che avviene alla pelle del malcapitato, ma con la Draconite la pelle ha una parvenza di scaglie, mentre li davanti a loro hanno assistito ad una vera e propria mutazione nel corpo e della mente, colma di dolore e sofferenza.
Il nome, di pessimo gioco in questo momento, può essere Darakonite, un nomignolo che scava nelle idee di Haramiel.
Le poche parole del malcapitato ai loro piedi spingono tutti a dirigersi a Vessa e Krall, cercando indizi su quello che ha detto, ormai morente, colui o colei che prima era una creatura di Ella.

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Vedono coi loro occhi ciò che già avevano scoperto quasi da soli: queste creature sono vicine al centro sia di Krall che di Vessa, luoghi che esplorano a fondo cercando qualcosa che possa incastrarsi con il breve aiuto del quasi draconiano bianco.
Mentre esplorano l’area, si dirigono tutti verso il fiume di lava raggiungibile da Krall, un luogo dove quella definita come Aura dagli Accademici affligge chiunque.
In cuor suo Haramiel sa che si tratta di qualcosa di diverso dalla Draconite, forse per via del fatto che nessuno che li abbia affrontati sino ad ora è andato incontro a questo destino di dolore e sofferenza.
L’unica cosa che ad ora si può fare è dare pace a queste creature ormai perdute. Sia un degno nome Darakonite?
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