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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Rowena Warseer
#46620
Le luci del ventisettesimo giorno di nembonume si attenuavano nell’anno imperiale 285.
I fuochi nei lampioni attizzati per illuminare la piazza, rendevano ancor più splendida la capitale del Regno delle Westland.
Nella mia quotidiana passeggiata serale, le ombre si dileguarono al sopraggiungere mio alla bacheca, così da permettere l’abituale dedizione alla lettura. Scorrendo fra i vari messaggi, uno in particolare destò la mia attenzione.
Pensai, forse troppo intensamente, al mio dovere di condividere con i colleghi dell’Accademia delle Arti, quand’ecco che percepii un lievito fruscio d’aria, quasi come un impercettibile frullar d'ali. Volgendo il mio sguardo, sapevo già chi avrei notato.
Lui era lì, avvolto in una lieve coltre di fumosa aura grigia, creata sicuramente dalla mia fervida immaginazione. La sua sua figura alta e slanciata rilevava una certa cura nell’aspetto, ammantato di stoffa smeraldo e oro. I capelli lunghi e lisci, suscitavano in me il ricordo di grandi tazze di cioccolata al latte fumante. Giocherellava con i suoi lunghi baffoni, lisciandoli e annuendo. Non riuscirò mai ad affermar con certezza la sua età. Spesso appariva più attempato come ieri sera, poichè mi scrutava con la sua espressione più altera.

“Seguitemi Delia, li ho collezionati …. tutti”.

Invidiavo seriamente questa sua abilità, poiché in pochissime parole egli riuscì ad impartire direttive, non solo a me. Un paio di occhi indagatori, gelidi come due cristalli d’Algera, si erano aggiunti.
Fra le pieghe del libro che ci mostrava e avidamente sfogliavamo v’era celata una chiave che nascondeva una visione, per ora incomprensibile, su ciò che era stato e sul suo divenire.


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#52660
I mesi si erano rincorsi impetuosi come miriadi di rivoli in piena durante sconvolgenti nubifragi.
Ardania, in special modo il continente umano, era attualmente bersagliata da ignote forze. Ogni regno e congrega tentava di procrastinare le tensione che fino ad ora li aveva divisi, nell’ottica di scoprire e contrastare le minacce comuni.
Era una delle solite sere, quella dell’undici granaio dell’anno imperiale 286: quotidiana la passeggiata serale, sosta di lettura in Accademia e poi alla bacheca cittadina. Scorrevo i messaggi di minacce, di denunce e di scambi commerciali quando ecco la solita sensazione di pizzicore sulla nuca.
Prima di voltarmi, una voce cordiale e conosciuta mi saluta. Un paio di occhi verdi, incorniciati da folti capelli, baffoni e barba neri: Padre Edhelgorn Bagwell apparve al mio fianco, pronto per una missione, diceva, convinto della mia volontà di seguirlo. Ad una richiesta d’aiuto da parte di un abitante delle Westland è impossibile resistere. Era fondamentale la raccolta di essenze per cospargere una manifattura magica che avrebbe di lì a poco commissionato. Acquistati i cristalli e selezionate le pietra incise ero pronta per dischiudere la breccia che ci avrebbe condotti laddove avremmo portato a compimento l’incombenza.
Padre Edhelgorn celava bene il suo timore nel dover affrontare questi viaggi, anche se si affrettava con esasperante fervore ad alzare lodi al Padre e al Dio Veggente, poco prima di tuffarsi a capofitto in quello che appariva come un baluginante specchio.
Aveva così inizio la nostra perlustrazione.
Dopo aver setacciato minuziosamente le coste e i sotterranei, così come mi aveva pregato di fare il Rettore Valdemar nella richiesta di mappatura di ogni anfratto celato in Ardania, giungemmo all’ultima meta per la serata.
La grotta mostrava l’accesso ad una antica e tortuosa cava dove un tempo si raccoglievano massi e minerali.
Era gremita in maggioranza da creature conosciute come vilderon di varie dimensioni e caratteristiche (come fedelmente riportato nel famoso trattato di Vantanyar Lemm), non-morti ridestati, giganteschi ragni, mostruose melme e via dicendo.
[Nota 1] Nell’allegato rapporto per l’accademia ho redatto l’elenco di ogni creatura, completo di mappatura, loro descrizione fisica, tattiche per affrontarli. Un compendio un po’ didascalico,
chiedo venia per il tèdio che senza dubbio travolgerà il lettore.
Superati i primi cunicoli, in alcuni punti abbiamo avvistato la presenza di contenitori armati di trappole mai notati nelle precedenti visite. Il signor Bagwell, noto cercatore di tesori, si è subito offerto di disarmare le trappole e dischiudere i contenitori. Mal gliene incolse. Una delle trappole azionate inavvertitamente provocò il crollo del terreno sottostante, svelando una voragine di modesta dimensione. Il buon Padre Edhelgorn venne immediatamente risucchiato. Non mi sarei mai perdonata la sua scomparsa, troppi cari mi erano stati strappati in questa misera e ignobile vita. Avvolgendomi per bene nel manto, per evitare di sgualcire troppo le pieghe di un abito che di certo aveva cucito Edhelgorn, stringendomi le braccia attorno al capo a mo’ di protezione, mi tuffai in quel buco di terreno che aveva inghiottito il mio compagno di disavventura. Al punto d’arrivo non avrei mai permesso di apparire scomposta e spettinata!

………………..ssssstccccciufffff

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Il tuffo fu rapido e indolore, solo un po’ umido.
Ciò che notai subito fu la presenza di Edhelgorn, senza graffi e contusioni: era salvo.
Il posto in cui ci trovavamo appariva come una sala di raccolta acque di scolo. Nessun pericolo presente. Cercai subito una via di fuga, scrutando le pareti di pietra trovandolo. Alcuni appigli metallici permettevano la risalita. Evitammo i punti in cui le acque scrosciavano impedendoci la risalita e in men che non si dica ci ritrovammo nei precedenti cunicoli anche se in un punto differente rispetto a dove eravamo precipitati.

Dire che questa prova ci aveva elettrizzati è eufemismo. Decidemmo di proseguire perlustrando ogni punto e livello. Scendendo al piano inferiore, notammo che le creature che solitamente brulicavano in questo livello erano meno numerose. Molti rumori di scavi echeggiavano. Un piccolo drappello ci affrontò lanciando picconi. Sembravano disorganizzati e atterriti. La cacofonia di scavo si faceva sempre più insistente fino a che si parò dinanzi a noi una creatura mai vista in questo luogo. La pelle che lo ricopriva era identica a quella delle altre creature, per citare il Lemm:
di colorazione metallica simile al ferro o all’argento e particolarmente coriacea.
La sua dimensione invece era decisamente abnorme: tre volte un lavoratore vilderon in altezza, arti molto più lunghi. mani e piedi giganteschi con cinque dita. Lo affrontammo, evitando i crolli che riusciva a provocare per contrastarci. Fu un combattimento lungo e sfiancante. Finalmente la sua sconfitta sopraggiunse. La calma ottenuta mi ha permesso di riprodurre la scena finale che allego sperando di concedere una fedele visione dell'accaduto.

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By Rowena Warseer
#54036
Non v’era spazio per il riposo o la leggiadra meditazione. I giorni si susseguivano con un turbinar di emozioni contrastanti. V'era alternanza fra il tuffarsi nello studio, nelle ricerche per ricomporre l’intricato mosaico, e ancora riunioni, incontri, colloqui con candidati e aspiranti. Alcuni di loro li conoscevamo bene, erano compagni già di ricerche, avventure e non solo, altri avremmo imparato a conoscerli e apprezzarli. Mai come ora avevamo necessità di sostegno e aiuto. Jolet, i Maestri Stanmore, Leonforte, il Rettore ed io tentavamo di contrastare la bufera che si stava abbattendo sulle Westland.
Fra le vie della capitale incrociavo concittadini allarmati che mi fermavano per ottenere scorte di rimedi alchemici, risposte a quesiti che frastornanti rimbombavano anche in me, consigli per affrontare un domani che appariva tutt’altro che sereno e qualche richiesta di filtro magico… chissà come mai ancora si supponeva che un fruitore di poteri arcani e alchemici potesse avere potere sui sentimenti altrui.
Mi accostai al bancone del custode e come per abitudine domandai se v’erano missive per me fra la posta…ed eccola. Il sigillo era rosso, lo spezzai con foga e curiosità. Riconobbi a stento la sua calligrafia. Era incerta in alcuni punti e precisa in altri, come ricordavo.
Era il Rettore Valdemar. Un tuffo al cuore. Una nota di preoccupazione si accentuava ad ogni riga di lettura affrontata. “Occhi argentei senza pupilla,” Sospirando pensati "parla a me… si ricorda di me. "
Altre righe in apparenza sconnesse, raccomandazioni assurde, troncate, come se quella cosa gli avesse impedito di continuare, o come se si fosse dimenticato come terminare le frasi. La conclusione era ciò che non volevo accettare o permettere.


Sono in procinto di addentrarmi nelle caverne dei gazer, là troverò qualcosa, devo trovarlo.
I miei studi di apprendista, le mie ricerche, la Natura.
Loro hanno un legame, condividono la stessa struttura di pensieri, ma forse ne sono Se pensano come loro, io lo capirò, devo esaminarli. Se ne uscirò vivo troverò una barca e mi recherò dagli illithid. Con Fortuna e bontà del grigio ne catturerò uno. Ho fiducia in te e Jolet. Occhi argentei senza pupilla, si p
Hai a cuore il tuo mantello, non tradirlo.
Non farti annebbiare la vista dalla Notte e dalle loro promesse.
Non ascoltare il giuramento di un eretico, esso è falso come l'oro dei folli.
Se credi in me, mi seguirai qualsiasi sa oscuro. Non lasciare che l'Accademia finisca nelle mani sbagliate: La Grande mente mi osserva.
Credo di averti lasciato dei testi ieri notte, non ricordo bene: DeShain conosceva l'arte del dettaglio e il suo potere.
Non voglio leg ... voglio sapere cosa c'è in quelle pagine, perché se lo so io potrebbe saperlo anche la
Grande Mente.
Tornero' fra qualche giorno, se non saro' in me.
Uccidetemi.
Zenon Valdemar
Riavvolgendo con un gesto affrettato la missiva, giunsi di corsa a casa. Assalendo lo scaffale avorio che custodisce le ricerche trovai ciò che avevo posato la sera prima. Lui lo aveva abbandonato dinanzi a noi, il Rettore, avvolgendo la sua scomparsa in un manto di silenzi.
Dischiudendo l’involto di cuoio color ametista, scrutai i tomi. Il suo diario di quei giorni! Avevo tentato di ottenerlo a dodecabrullo per la ricerca dello Djaredin Krun Mordiroccia, ma mi aveva risposto in modo evanescente. Perchè consegnarmeli ora? Non era un caso. Era sicuramente celata fra le righe la risposta. Un nuovo tassello da aggiungere alle visioni di un insieme celato.
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