Queste di seguito le Radici – I Talorn – redatte per la fondazione di Valinor nella Seconda Parte della Fioritura d’Autunno, 22esima di Tulip, dalla Prima Governante di Valinor, la Ninque Sàila Velya Lotéluin, per volontà dei sovrani l’Aran Makindur Eldamar e la Tari Beriannen en’Nimbreth.
Riviste dal 6° Concilio di Valinor nel mese di Narvinyë – Narwain Sesta Parte della 22° Fioritura del Tulip sotto il Governo di Hatanien.
Velya Lotéluin
Il Reame di Valinor si fonda sulle Radici di due casate Eldar: i Quenya e i Sindar. La loro Tradizione si abbraccia e si preserva attraverso il tramandarsi, ed il ricordarsi, delle Radici, esse sono i valori, le saggezze e le morali stelle che accomunano e tengono unita la comunità e ancorata al primordio del loro essere.
Le Radici vengono scritte su tomi per poterle onorare come reliquia e leggere ai nuovi che giungeranno, ma superfluo sarebbe il loro esistere, se non fosse per Tradizione, poiché profondo è il sentire e la memoria di ogni Eldar.
Le Radici sono sei.
Sei sono le grandi corone dell’Agire e del Perseguire. Quattro sono Luminose e Giuste, Due sono Oscure e Avverse.
Esse sono, e di seguito enunciate:
Valinor è l’Imperituro, Reame del Doriath del Nord, casa dell’Aran e della Tari, dei Principi e Discendenti. Dei Quenya e dei Sindar. Valinor è il Tempio di Beltaine, Suldanas, Morrigan ed Earlann; dei Valar, di Tulip, dei misteri e degli Spiriti Faerin; egli è scrigno e dimora delle smeraldine Reliquie e di quelle degli Alti.
Il Reame comprende quattro province:
Capitale del Reame è Ondolinde (I Silala) ove splende Tulip e vive la Famiglia Reale, dimora dei Quenya. Il Villaggio Sindar, nel Bosco Antico del Cigno (I Tindunan) è la dimora dei Telain dei Sindar.
L’antica Falmalonde e il Porto dell’Ovest, sotto gli Elvenquist, sorgono nella Provincia denominata della Valle.
Winyandor l’isola a nord del Doriath è protettorato di Valinor, terra libera e senza bandi, finché Hisie En’Yevia, il Saggio quenya che fu illustre cittadino di Ondolinde, rimarrà a governarla.
Gli abitanti di Valinor sono le sue Gemme (Tuima) che, come da albero fecondo, donano frutti e futuro; salda memoria sono i suoi Cittadini Anziani e i suoi Anziani Governanti (Ya-Tuima e Yasse), esempio dei Novizi Silme e Lasse, dei Quenya e dei Sindar.
I Tuima vivono sotto le fronde sacre del Tulip, onorando e proteggendo, ad esso tutti torneranno quando la Canzone chiamerà alla vita dello spirito e Arda sarà lasciata. Deprecabile e vergognoso è il perseguire morte certa rifiutando il Dono di Beltaine che è la Vita. Innominato sarà l’Elfo che porterà la spoglie a suicidio e scacciato sarà il suo ricordo dagli annali.
Il Valin, il Chiaromanto dei Valinrim, è il prezioso drappo che copre le spalle di ogni Tuima dell’Imperituro. Esso mai verrà macchiato da offesa o diniego, pena l’allontanamento repentino dalla Comunità. Sacro è il Valin, perennemente indossato, simbolo del Giuramento di Valinor.
Esso verrà infatti compiuto, con mano al cuore, dinnanzi alla Comunità e al Governo, sotto le Fronde di Tulip e Sigillo sarà per sempre di impegno spirituale verso Valinor e le sue stirpi.
Il Governo che agisce per volere dei Sovrani è il Concilio delle Due Stirpi, l’Argentea e la Dorata, abbracciate in armonioso intento.
A Somma Guida del Reame e della sua Comunità, la Famiglia Reale pone il proprio Portavoce e Primo Conciliare. Esso, conosciuto come Governatore, si chiamerà Ninque Sàila (Bianco Saggio) se di stirpe Quenya e Argur (Consigliere Dorato) se di stirpe Sindar. Il Governatore sarà colui che porterà il volere dei Sovrani nel popolo e, qualora la storia lo rendesse necessario, potranno essere pariteticamente due, uno Quenya ed uno Sindar.
Il Governatore prende le decisioni e amministra nel nome dell’ Armonia della Società Elda Valinrim.
Egli si attornierà di Conciliari che siedono nel Concilio delle Due Stirpi, senza differenza tra Quenya e Sindar, scelti ogni mezza parte dell’anno in accordo coi Reali. Essi sono:
Insieme a questi, che han diritto di parola, voto e parere espresso, sederanno gli Anziani (Yasse) affinché i loro saggi consigli aiutino le Guide nelle decisioni. Essi avran solo diritto di narrazione. Ninque Sàila e Argur possono decidere di convocare altri Eldar in occasioni particolari, affinché siedano e discutano nel Concilio.
E’ possibile che il Governatore conferisca titoli o compiti culturali o economici ad Eldar meritevoli di tale onore, costituendo così parte integrante del Governo ma non carica Conciliare, con gli onori comunque che ne derivano, come fiduciari delle Guide.
I Concili delle Due Stirpi saranno tenuti nella sede che fu del Bianco Concilio, in Ondolinde, accanto al Tulip, e potranno essere convocati solo da Ninque Sàila o Argur ma richiesti anche dai tre Conciliari.
Le riunioni della Comunità invece chiederanno la presenza di tutti gli abitanti di Valinor e saranno richiesti solo dal Governatore.
E’ un Tuima molto esperiente, a lui è demandata la cura del villaggio elfico di Ilkarin a nome del Concilio delle Due Stirpi, sua responsabilità sarà gestire e controllare le merci del mercato, gestire gli affitti delle locande di Ilkarin, “l’Antro del Bosco”, quella di Ondolinde, “Il Drago d’argento” e quella di Tindunam, “La nuvola solitaria”. Dovrà occuparsi di approvare e redigere i permessi di estrazione, raccolta e uso dei campi. E’ nominato dal Governatore e primo Conciliare e rimane in carica per un anno, il suo incarico può essere rinnovato.
Nel passato, la figura del Maestro delle cerimonie era poco diffusa nel Doriath, solo dopo la morte dell’Aran Finwerin e la salita al trono della Tari Aradhel Eldemar nacque la figura di colui che si occupava di organizzare alcune festività tradizionali dell’Imperituro Regno di Valinor.
La scelta di affidare ad un elfo di massima fiducia alcuni compiti che spettavano prettamente alla Famiglia Reale avvenne perché Aradhel dopo la ristrutturazione dei vari ordini tra cui l’antico ordine delle Madri, il clero di Beltaine e la ristrutturazione della maestosa biblioteca di Ondolinde, si accorse di non avere più il tempo per occuparsi personalmente dei vari eventi che si succedevano nel Regno.
Per cercare una soluzione convocò nel bianco palazzo un suo fidatissimo consigliere affidandogli il titolo di Maestro delle cerimonie, gli disse: «Tu sarai gli occhi e le orecchie di me medesima, organizzerai le sacre feste e le commemorazioni, sarai il mio accompagnatore».
Negli anni a venire questa figura, fu sempre vicino ai portavoce della Famiglia Reale e al Concilio occupandosi sempre delle festività e delle commemorazioni.
Il Maestro delle Cerimonie viene nominato dal primo Conciliare e ratificato dal Concilio delle Due Stirpi. La durata della sua carica è annuale e può essere riconfermata.
Al Maestro sono affidati i compiti organizzativi ben definiti dopo aver sentito il parere dell’Argur o del Ninque Sàila nella preparazione e conduzione delle feste e delle commemorazioni pubbliche o religiose o di qualsivoglia evento, al fine di alleggerire la mole di lavoro della Famiglia Reale.
Rappresenta il Regno di Valinor con gli altri popoli. E’ colui che si distingue per: conoscenza dei confini, un’ottima conoscenza della radice di Beltaine, buone doti dialettiche e una grande pazienza e lungimiranza, oltre alla perfetta conoscenza dei rapporti di Valinor con gli altri Regni. Segue personalmente i rapporti con gli altri Regni ed eventuali trattative, è uno strumento attivo del Concilio e conferisce direttamente con esso. La sua sede è il palazzo della diplomazia, situato nel villaggio elfico di Ilkarin.
Colui che si occuperà di gestire le biblioteche di Ondolinde e di Tindunan, viene incaricato dal Concilio e ha il compito di vigilare sui tomi e ha la possibilità di accedere alla zona riservata della biblioteca.
Di questa Radice, della divinità Madre Beltaine, l’Ordine del Sole Dorato è protettore, in quanto suo simbolo, ed è sigillo religioso della Tradizione del Tempio dei Valar, Valinor stesso.
Tutte le questioni religiose, del divino e del misticismo sacro, della difesa delle reliquie sacre e dell’educazione degli Iniziati e dei Paladini, se ne occupa l’Ordine del Sole Dorato. Esso racchiude in sé tutto il sapere religioso di Quenya e Sindar e riconosce il protettorato ai seguenti ordini Antichi religiosi:
L’Ordine del Sole Dorato si impegna a insegnare, tramandare e istruire gli Eldar che manifesteranno interesse per uno degli Ordini sopra citati, pur mantenendo unica gerarchia e nomenclatura.
Particolare attenzione all’Ordine delle Madri, i cui Misteri vengono tramandati solo oralmente, da ancella ad ancella, secondo la prima tradizione e facendo sempre capo alla Madre Depositaria, scrigno di ogni Mistero, in voto di Silenzio al Tempio.
L’Ordine del Sole riconosce come luoghi sacri i seguenti in Valinor:
Egli è un Conciliare e designato direttamente dal Governatore col benestare dei Reali. Al Sommo Sole viene conferita la carica di Guida Spirituale del Reame e maestro di tutti i Chiamati dei Valar, siano essi Sacerdoti mistici o Guerrieri di Fede.
Il Sommo Sole reca con sé il Bastone del Sole, in legname millenario a ricordo della tradizione religiosa antica dei primi che piantarono Tulip nella Valle Feconda facendo così crescere il Germoglio Divino.
La sede delle sue pratiche, delle riunioni, della biblioteca e degli spazi per la preghiera e l’istruzione è il Palazzo Dorato, posto nella cittadella di Ondolinde. Il Sommo Sole è la prima figura di riferimento per le festività religiose o tutte le ricorrenze che servono ad accrescere la Fede, spiegarla, confermarla ed esaltarla.
Egli è anche il primo Inquisitore e custode della Moralità nei processi di Valinor per tradimento, eresia o blasfemia.
Sono i più anziani o i più dotati tra i Sacerdoti ed i Guerrieri di Fede. Essi vengono scelti dall’Aman Aire e lo sostituiscono in caso di sua assenza, anche nelle sedute Conciliari. Amministrano il culto, gli edifici e promuovono ricerche e lezioni per gli Iniziati.
Essi sono i ministri del culto, ufficializzati dall’Aman Aire, hanno completa autonomia nella cerimonialità e nel proclamare eventuali rituali. Dipendono nelle decisioni sempre dalla gerarchia ma solitamente, con acume e saggezza, si occupano del tempio del proprio Vala e di tutte le questioni che lo riguardano.
Quando un Sacerdote prende la via del combattimento, egli viene visto come Sacerdote Guerriero di Fede e ha spesso incarichi più di battaglia e di protezione che di ritualità.
I Sacerdoti sono anche i primi ad individuare eventuali Fratelli Elfi ferventi nel culto e a proporre titoli, come il Guardiano di Ea, onorifici che li distinguano nella Collettività con incarichi di fede.
I Cittadini (Tuima), che manifestano chiari segni di benevolenza dei Valar e profonda fede, vengono accolti nell’Ordine come Iniziati del Sole (Arianar) ed affidati alle cure dei Sacerdoti affinché apprendano dei culti antichi, degli Ordini Sacerdotali, della Storia, delle minacce alla Fede e delle Dottrine.
Questi potranno celebrare solo sotto custodia dei Sacerdoti e magnificamente essere esaltati maggiormente se la loro opera di fede sarà coraggiosa e chiara, esempio e virtù.
Appena saranno pronti potranno svolgere giuramento di fede ed essere consacrati Sacerdoti, o Guerrieri di Fede come Paladini, dal Sommo Sole presso Tulip ed i Tempi sacri.
Saggezza, Pazienza e Lungimiranza siano le Stelle sopra il cielo e le Virtù nell’animo di ogni Elda del Valinor. Ad esse si tenda sempre. Mai si abbandoni l’intento di seguirle e sempre se ne perpetri l’importanza.
In Valinor viene conservata e tramandata la Scienza Arcana (Curu) che nell’Antica Accademia Elfica è stata sviluppata secondo l’insegnamento di Isilwen, figlia di Nuireletion, e si custodisce con grande cura ogni segreto della Tessitoria Arcana secondo quando tramandato dall’altro figlio, Amanya.
Sapere accademico profondo Quenya e magia animista Sindar si fondono per continuare l’insegnamento dei Maestri, per Condividere gli studi, per servire il Reame e, soprattutto, per onorare il Dono di Morrigan, l’Eruanna. Nasce così la Stregoneria, la pratica del Dono.
Sede dell’Accademia di Valinor è il Palazzo di Morrigan, aperto nel suo chiostro a tutti gli studiosi, sede di discussione e scambio con tutti i maghi elfi di Arda. Nei piani superiori le aule dell’apprendimento, gli scaffali degli studi e delle ricerche di ogni Via o Influenza arcana.
Gli Stregoni di Valinor reputano e proteggono Falmalonde Porto come luogo di grande potere Arcano, sede del primo Cerchio Bianco della Tessitoria Moderna, che fu capace di evocare lo spirito di Luce e aprire il passaggio verso le aule della Men.
Le Vie sono quelle della Scuola classica dell’Antica Accademia Elfica (Aria nel Nord, Acqua nell’Ovest, Terra nel Sud, Fuoco nell’Est); la Moringul o Morgul, la Magia Entropica, viene studiata e la potenza dello spirito cosciente del mago viene accresciuta affinché gli sia concesso di saperla usare adeguatamente, se necessario. Respinta e blasfema è la parte che rievoca la non vita, considerata offesa per il Cerchio della Vita e della Morte di Beltaine.
Le Influenze invece sono le altre sfere di incanti, vie minori che mescolate tra loro rafforzano le Vie principali. Ogni Istar con l’età matura diverrà specialista di una di queste Influenze dando quindi vita ad una scuola personale ed unica che condividerà ed arricchirà insieme agli altri Istari.
Altresì l’Accademia promuove, conserva e preserva ogni Sapere inerenti le arti, le scoperte, le scienze, gli studi, per questo è la sede di ogni Valinrim che voglia condividere il proprio sapere in ogni ambito, o apprendere. I più meritevoli di questa o quella disciplina saranno chiamati Maestri (Khalna).
Egli è un Conciliare, designato dal Governatore col benestare dei Reali. Al Sapiente della Luna viene conferito il riconoscimento di Sommo Maestro sia nelle questioni Arcane sia in tutti gli ambiti delle scienze elfiche e della ricerca.
Il Sapiente della Luna reca con sé “La Verga Dorata”, in legname dorato a ricordo della misteriosa verga leggendaria che Naurbrannon piantò permettendo così al Guardiano della Conoscenza di mostrare agli Elfi il Globo della Conoscenza. La sede delle riunioni, la biblioteca degli studi, il chiostro delle esercitazioni è il Palazzo di Morrigan, posto nella cittadella di Ondolinde. Il Sapiente ha lì la sua sede ed è il detentore di ogni segreto riguardo gli studi della Langol o Angul (la magia proibita degli Scuri), colui che esamina gli Istari per saggiarne la sicurezza arcana e avviarli alle pratiche dell’Entropia, magia manipolabile solo dai più esperti.
Il Sapiente della Luna è il primo riferimento per ogni rituale arcano o ricerca sulla Tessitoria, guida di ogni studioso e Giudice nelle questioni che riguardano il Sapere e la sua diffusione.
Sono le Streghe e gli Stregoni più anziani o i più dotati per capacità di insegnamento o fedeltà alla propria Via. Essi vengono scelti dal Kuru Raen e lo sostituiscono in caso di sua assenza, anche nelle sedute Conciliari. Amministrano la Biblioteca Arcana, la Sede nel Palazzo di Morrigan e promuovono ricerche e lezioni per gli Accoliti.
Essi sono i Maghi adulti e consapevoli del proprio potere, ufficializzati dal Kuru Raen, hanno completa autonomia nello studio ed uso delle Vie, sono stati abilitati all’uso della Moringul o Morgul e nell’esercizio di piccoli rituali arcani. Questi straordinari conoscitori del Curu sono chiamati Stregoni e prendono la nomenclatura in Elfico Primordiale e moderno, a seconda della Via che seguono:
I quattro insieme rappresentano il simbolo della Stregoneria di Valinor Tessitoria e Animista, apportando in egual misura la propria conoscenza e la propria arte, nel rispetto delle peculiari prerogative delle due Razze Sorelle, la Quenya e la Sindar.
Gli Stregoni (Istari) sono anche i primi ad individuare eventuali Fratelli Elfi ritardatari nello scorgere il Dono Preponderante in sé, rispetto a chi già dalla Terza Radura viene avviato, e li addestra anche se provvisoriamente in altri ordini di Valinor, in attesa di riceverli come Accoliti dal Sapiente.
I Cittadini (Tuima), che manifestano chiari segni del Dono di Morrigan o la passione per lo studio della Men, con la ricerca costante di sviluppare tale capacità arcana, vengono accolti nell’Accademia di Stregoneria ed indirizzati ai primi studi, partendo dalla piramide base delle Vie, con la costante cura degli Stregoni adulti, affinché venga sviluppato o compreso il grado di capacità Arcana dell’Elfo. Essi sono gli Accoliti (Meina) e vengono subito avviati agli studi dei tomi che riguardano sia la storia dell’Accademia Antica Elfica, sia l’Accademia della Luna, così come ogni insegnamento o appunto che provenga dal Sommo Maestro Hisie di Winyandor.
Non vi è un tempo per divenire Stregoni maturi e capaci, dipenderà molto dalla Via che un Accolito sente crescere in sé e dalle Influenze che deciderà di studiare. Quando sarà ritenuto pronto dal Sapiente, egli verrà condotto in luogo misterioso e verrà sottoposto al
conosciuto solo dai Maghi dell’Accademia, durante il quale conoscerà e consacrerà al sua opera Arcana ad una delle 4 Vie.
Guardiani e Custodi sono coloro che usano ogni arte e conoscenza per difendere e preservare il Valinor, in tutta la sua interezza. Non importa agli occhi del Padre Vendicatore quel’è l’arma, se arco o spada o canto, egli chiede che tutto sia condotto per ottenere Giustizia, quella che non può esistere se non passa attraverso la Vendetta.
Ogni Elda ha in sé Conoscenze e Saperi, Arti e poi Forza, necessarie al compimento del percorso che lo può far divenire uno dei Custodi e Difensori del Reame di Valinor. Per permettere alla natura che si alimenta nel suo spirito, di esaltarne le doti, l’Ordine traccia sentieri differenti, percorsi intrecciati che coesistono ed interagiscono tra di essi, per completare ogni aspetto e ruolo del combattimento, della strategia, dell’arguzia.
Gli Araldi sono le effigi dei Signori Potenti, i Valar, che per mezzo e tramite i loro stessi simboli, operano per la Difesa di Tulip attraverso l’opera del popolo custode.
Appartengono a questo Sentiero tutti i combattenti di prima linea, corazzati e con l’attitudine ad indossare armature in metallo. La forza fisica e la maestria nell’utilizzo delle armi da botta, o lame, conosciute dal popolo elfico e di ogni dimensione, li rende abilissimi combattenti, attenti alla disciplina e ligi nel seguire e perfezionare tattiche di guerriglia.
I Grifoni d’Argento sono Guardie Corazzate Reali, Guardie di città, Guardie personali dei Reali, nonché Maestri d’Arme e Scudo di prima linea della Comunità di Valinor.
I Grifoni sono anche i custodi dell’Arena, delle tecniche d’assalto, i primi a gestire le competizioni ludiche d’armi e gli insegnamenti a tutti gli Eldar che vogliano impratichirsi con le armi.
Straordinari nelle parate militari, i Grifoni d’Argento sono Eldar scelti come vessillo dell’antica arte militare Quenya e delle tecniche dei Sindar votati allo spirito del Drago.
La sede ufficiale dei Grifoni D’Argento è quella che fu la sede ufficiale dell’Armata di Ondolinde, di fronte al Palazzo del Tulip e sede della Famiglia Reale, nonché del Concilio delle Due Stirpi.
Appartengono a questo Sentiero quegli Eldar con spiccate doti combattive di seconda e ultima linea, abili arcieri o ombre, esploratori e sentinelle dei boschi, cacciatori e custodi dell’Armonia del creato. Essi sono gli occhi della prima linea nella battaglia e le sentinelle perfette per il controllo dei Confini nelle zone più impervie. Sono ottimi conoscitori del territorio nel quale riescono a mimetizzasi ed osservare silenziosamente i movimenti esterni. Con la comune passione per l’osservazione e l’assalto in seconda battuta, ragionato e mirato.
Tra le loro mansioni, oltre il controllo delle mura come Sentinelle e dei confini a complemento dei Grifoni, vengono spesso avviati a missioni di spionaggio o di perlustrazione oltre il Doriath stesso, ma anche come custodi della vita delle fiere e dei luoghi importanti per Valinor tutto.
La sede ufficiale dei Lupi Neri è posizionata nelle due Torri Sentinelle del Villaggio Elfico di Ilkarin.
La guida dell’Ordine è affidata al Generale, scelto dalla Famiglia Reale o, per delega, dai Capi del Concilio delle due Stirpi, i Governanti. Il Generale è un Conciliare e dunque una delle Guide di Valinor.
Egli ha il compito di sovrintendere tutte le operazioni militari che effettua l’Ordine, definendo e gestendo inoltre i subordinati tra cui sceglie i suoi Comandanti di Sentiero (i Minya) a cui potrà demandare compiti di alto spessore.
Egli è il Primo Difensore di Valinor e colui che prende le decisioni che riguardano la sicurezza del Reame, sua la responsabilità di predisporre formazione e cura verso tutti gli appartenenti all’Ordine, affinché possano svolgere i propri compiti secondo proprie virtù e crescere i talenti con dedicati e appropriati percorsi.
Promuove esercitazioni, esplorazioni, missioni, studi militari e non, per mantenere alto il livello di abilità nei combattimenti, contro nemici, aberrazioni. Importante per il Generale è la costante collaborazione con gli altri due Conciliari, il Sommo Sole e il Sapiente della Luna per l’accrescimento delle attitudini di fede, di arte e magia.
Durante l’investitura egli compie solenne giuramento, viene insignito del drappo Chiaro che ricorda il Valin e dell’Arma Simbolica che viene tramandata da Generale a Generale, chiamata Karani (l’Arma Rossa) in onore al Padre Suldanas.
I Comandanti di Sentiero sono coloro che vengono scelti dal Generale dopo aver dimostrato di essere parte attiva e affidabile dell’Armata e guadagnato la piena fiducia e rispettabilità negli ambiti militari. Essi dovranno essere autonomi nel gestire gli altri componenti del proprio sentiero di riferimento seguendo le direttive date dal Generale.
In assenza del Generale ne prendono le veci giudicando autonomamente le situazioni che si presentano dinnanzi a loro nel pieno rispetto delle Sei Radici facendo, in seguito, rapporto. Tra le loro mansioni vi sarà il controllo del Territorio ognuno per la propria sfera di appartenenza e il costante allenamento dei subordinati.
Essi saranno riconosciuti rispetto agli altri esperti di Sentiero con l’appellativo di Primo (Minya) Grifone e Primo (Minya) Lupo in base alla schiera di appartenenza.
Coloro che hanno con successo completato i percorsi di apprendimento all’interno del proprio Sentiero vengono chiamati Grifoni d’Argento o Lupi Neri e sono Ufficiali dell’Armata.
Ognuno di essi conosce e fa rispettare la Tradizione inscritta nelle Radici di Valinor, I Talorn, preservando così l’Armonia.
Questi Eldar sono nominati Ufficiali durante una cerimonia molto solenne, chiamata Cerimonia dei Sentieri, ove viene recitato un Giuramento, ricevuti gli onori, le insegne, i compiti. Questi poi hanno la possibilità di agire autonomamente nella Difesa del Reame e rispetto agli incarichi affidati dai Minya o dal Beriardir. Sono i principali maestri degli Iniziati e spesso li portano con sé anche fuori dai territori del Reame.
Sono coloro che hanno iniziato il lungo cammino come Araldi.
Essi vengono seguiti costantemente dal Minya e dagli Ufficiali per intraprendere studi superiori e scoprire quali sono le proprie inclinazioni, nonché per approfondire le Radici e poterle così far rispettare e comminare le pene.
Essi possono eseguire delle ronde all’interno della Valle e di Ilkarin mentre all’esterno è necessario che siano accompagnati da un Ufficiale che li possa guidare correttamente. In caso notino comportamenti sospetti devono subito tornare da uno di questi a fare rapporto o in caso siano impossibilitati gestire la situazione e fare immediatamente rapporto.
Ancora non accedono autonomamente alle sedi ma partecipano alle riunioni dell’Armata. Possono accedere ai bauli all’interno del magazzino esterno dove poter inserire rapporti.
Chiunque abbia preso parte attivamente alla Collettività all’interno di Valinor, divenendo Cittadino, può richiedere al Generale di entrare a far parte dell’Armata con il titolo di Estannen, Chiamato.
In questo periodo il Tuima verrà messo alla prova da tutte le figure più esperte dell’Armata al fine di comprendere l’effettiva predisposizione ai vari Sentieri.
Raramente viene negato l’accesso all’Armata ma può accadere quando la volontà dell’Elda richiedente è dubbia o non possegga i requisiti minimi e attitudini necessarie all’incarico.
L’avanzamento all’interno dell’Armata va su giudizio meritocratico e non di anzianità. L’avanzamento per gradi avrà lo scopo di valutare la corretta attitudine del militante al grado di destinazione. Il Beriardir e, dopo un colloquio con quest’ultimo, i Minya, potranno affidare delle prove al militante, il cui numero è variabile e non definibile all’interno di un dominio complesso di giudizio, che servono ad avere la certezza che il militante è pronto al nuovo grado.
Vista l’importanza del ruolo militare, o degli incarichi, che ogni Elda all’interno dell’Armata va a ricoprire, l’abbandono della stessa è un’eventualità che difficilmente viene intrapresa ma tuttavia possibile. L’abbandono dell’Armata verrà discusso con il Generale o in caso di assenza prolungata dai Minya.
All’interno dell’Armata può accadere che vengano affidati degli incarichi particolari o delle mansioni, sia dal Generale che dai Governanti stessi, che attingono dall’Armata per la scelta di Eldar per compiti importanti.
Tra questi si notino due titoli importanti e dal profondo senso storico:
Si tratta di un Araldo che si occupa del monitoraggio delle coste e del porto, della segnalazione di navi estranee e dell’armo di tutte le navi di Armata, in modo che siano sempre pronte per l’utilizzo in caso di battaglia.
Solitamente è un combattente dei Grifoni, abile, astuto, esperto in tutte le armi, insuperabile con gli scudi e profondo conoscitore delle tattiche di duello e di corpo a corpo. A lui viene affidata l’arena, l’insegnamento di tutti i Valinrim nelle tattiche combattive, è riconosciuto come Maestro e profondamente rispettato dai vari ranghi dell’Armata. Gestisce solitamente gli incontri tattici per gli assalti anche in autonomia, con gli altri popoli, se designato dal Generale. E’ dedicato agli antichi Draghi dei Faerin di Tiond, combattenti degni di memoria.
Uno degli eldar più esperti nell’utilizzare la forgia, esperto anche ad incastonare negli artefatti le rune elfiche e al contempo a leggerle. Studioso dell’arte della forgia e delle leghe.
1. Tutti gli Eldar di stirpe Quenya e Sindar, che non siano stati allontanati o recanti gli emblemi di altri regni, possono accedere alla Valle Feconda, alla cittadella di Ondolinde e al villaggio Tindunan.
Tutti i Teleri, o Eldar di altra stirpe, appartenenti alla città di Rotiniel, possono accedere alla Valle Feconda, alla cittadella di Ondolinde e al villaggio di Tindunan. I Teleri che non recano insegna alcuna possono accedere alla Valle Feconda solo se accompagnati da qualcuno che possa garantire per loro e che a sua volta abbia il libero accesso alla Valle.
Ai mezz’elfi valariti è consentito l’accesso alla Valle Feconda, alla cittadella di Ondolinde e al villaggio di Tindunan, solo se conosciuti per la loro fede professata o accompagnati da un Telero di Rotiniel.
I rari, quanto onorati, amici degli elfi che portano il titolo di Mellon en’Valinor, possono accedere liberamente alla Valle Feconda e alla cittadella di Ondolinde, ma a loro è precluso l’accesso al Tulip e il salire sui Telain nel villaggio di Tindunan, salvo accordi presi con le Guide e debitamente accompagnati.
I membri dell’Ordine della Quercia recanti le insegne ben distinte possono accedere liberamente alla Valle Feconda ma non al Tulip o al villaggio di Tindunan.
Agli alleati che il Valinor ha e avrà verranno concessi accessi speciali secondo quanto promulgato nelle Radici del Pensiero.
2. Tutte le creature di stirpe Umana o mezz’umana che non siano banditi o appartenenti ai Regni e ai gruppi riconosciuti come nemici del Valinor, e quindi banditi, possono liberamente accedere alle terre di Valinor e sostare al villaggio libero di Ilkarin.
Altresì ai Quenya, Sindar e Teleri viene garantito libero accesso alle terre di Valinor e al villaggio libero di Ilkarin.
Accessi alla Vecchia Tiond e alla Foresta Sacra di Earlan
3. La Foresta di Earlann rimane sacra per la Collettività e Tiond rispettata. Ma rovi e piante ancestrali e aggressive ora minacciano la vita perciò viene consentito ai combattenti, di ogni razza non nemica, l’accesso per estirpare il male, da quella terra.
Deprecabile però è il saccheggio del Legno Sacro ai Sindar, il Dorato, che Valinor pone sotto la propria tutela. E’ chiesto perciò agli avventurieri e combattenti di riportare quel legname a Valinor chiedendo incontro con qualsiasi cittadino del Reame, il quale provvederà ad onorare la buona volontà, a sua discrezione, con adeguato dono o legname.
4. Tutti i cittadini e novizi di Valinor possono liberamente cogliere erbe, legnami e minerali nelle terre del Reame. Ai Quenya e Sindar che non sono cittadini e dunque non pongono la propria opera a difesa della Comunità, è concesso il cercar risorse ma dovranno prima presentarsi alle Guide per ottener permesso e condividere poi ciò che han dal Valinor prelevato.
Non viene concesso ad alcuno, salvo ai cittadini di Valinor ed ai suoi Novizi, di cacciare le fiere oltre la Valle Feconda, entro la quale invece persiste qualsiasi divieto di caccia.
Il legname lunare ed il legname dorato possono essere colti solo dai cittadini di Valinor. Per aver altra concessione è necessario discorrerne con le Guide.
5. Per dissotterrare tesori all’interno delle terre di Valinor non occorre chieder permesso, ma si tenga presente la tutela del Reame e dunque qualsiasi creatura maligna scacciata e l’rdine perpetrato. Salvo ritirare qualsiasi concessione a colui che non rispetta la Comunità del Valin.
6. Chi non rispetterà le creature di Beltaine e Suldanas in Valinor verrà giudicato dalle Guide e Giudici e puniti senza alcuna misericordia.
7. Non è concesso trattar male le fiere boschive e gli animali addomesticati in Valinor, lasciar cavalli o altre creature cavalcabili, dentro la cittadella di Ondolinde o incustoditi. Concesso è solo il passaggio o la breve sosta per il nobile lavoro degli elfi.
Altresì è sconsigliato cavalcare dentro la cittadella di Ondolinde o correre a piedi, se non per necessità ed urgenze, prediligendo il passo silenzioso e il peregrinare a piedi riflettendo e non disturbando gli Eldar in meditazione, preghiera o studio. Viene data concessione speciale alla Custode della Pietra che per svolgere i suoi compiti potrebbe aver bisogno di cavalcare nella cittadella.
Ogni crudeltà o violazione di questa Radice verrà severamente giudicato dalle Guide, dagli incaricati e punito.
8. I Cervidi piccoli della Valle Feconda vengono considerati emissari e messi di Beltaine e perciò onorati e mai disturbati. I Grandi Cervidi non siano mai condotti fuori dalla Valle per essere abbandonati. Essi sono cavalcabili solo dai cittadini Quenya e dai Sindar che ne faranno richiesta.
9. A preservare l’Armonia della Valle viene posto il divieto di portare dentro cavalli corrotti anche se addomesticati, generalmente chiamati “Incubo”, anche se ne è tollerato e concesso il loro allevamento nel Reame di Valinor, al seguito di Cacciatori Eldar che conoscono il modo adatto per gestire simili creature. Altresì è vietato condurre in Valle le Chimere.
10. Ancora è vietato lasciare incustoditi nella cittadella di Ondolinde, o nel Villaggio di Tindunan, destrieri e animali da lavoro, se non per il tempo necessario a svolgere eventuali trasporti. Tuttavia è del tutto vietato lasciare incustoditi, anche per brevi momenti, animali aggressivi senza il controllo del custode, come ad esempio Destrieri del Tuono o del Fuoco, Grifoni, Viverne e Ki Rin. Vanno dunque ricoverati sempre presso le stalle e fatti transitare dentro Ondolinde e Tinudnan solo lo stretto necessario.
11. E’ proibito, per qualsiasi motivo, nascondere o distruggere documenti, tomi, manufatti e reliquie della Tradizione Eldar e dei Quenya e dei Sindar. Questo reato verrà punito con grande severità con il Bando e il disconoscimento dalla Collettività.
12. Disprezzare la comunità di Valinor, la Tradizione degli Eldar, le Guide, le Radici, gli usi, i simboli di Valinor e della casa Reale presso altre genti, o tra gli Eldar stessi, siano pochi o tanti, è considerato alto tradimento della Collettività e della Comunità e perciò deprecabilissimo reato punito dalle Guide e giudicato con severità. Se a farlo è un Valinrim, il reato è di grande peso e grande deve essere la sua vergogna. Se a farlo è un estraneo sarà comunque reato punito e giudicato adeguatamente in ordine al grado di rapporto che si ha con tale diffamatore.
13. E’ vietato vendere nei banchi di Ilkarin, o all’interno di Valinor in altro modo, o in altre terre e mercati, il legno Lunare o il legno Dorato. Così come anche i tomi magici.
14. Insultare, aggredire, ferire o uccidere con volontà un Elda di Valinor, o di altra terra, senza giustificata motivazione è proibito da sempre per Tradizione ed è disprezzato.
Così come è immorale e non considerato giusto ferire o uccidere se stessi.
Questi reati verranno giudicati e puniti con il Bando o con la scomunica della memoria in caso di suicidio.
15. Cospirare, diffidare, disprezzare le istituzioni Antiche e Nuove, volute dai Sovrani e benedette dai Valar, è reato imperdonabile e punito con il Bando. Giudicati saranno i colpevoli e redarguiti dalla Comunità.
Viene giudicata nemica dell’Armonia la disobbedienza alle Guide e alla Famiglia Reale, punito secondo il volere delle Guide stesse.
16. Viene scritto come reato di Tradimento quello che vede il disprezzo del Valin, il Chiaromanto di Valinor, o le opere che possono mettere in pericolo Valinor tutta: l’agire secondo pensiero individuale e non collettivo che persegue il Bene della comunità o l’atto volontario di recare danno. Il Tradimento viene punito col Bando dopo pubblico processo.
Traditori vengono chiamati anche coloro che, per agire in propria libertà disprezzano i più anziani, i Maestri, le Guide, i Reali. Essi chiamati Traditori verranno scacciati col Bando.
17. Chi abbandona il Valin, tradendo il Giuramento di Valinor, viene considerato Spergiuro e Bandito dalla Valle Feconda, dalla cittadella di Ondolinde e da Tindunan. Diverse concessioni verranno stabilite dai Reali e dai Governanti.
18. Non è concesso, insultare, truffare, derubare, un Elda. Tale reato verrà punito dopo sosta nelle carceri, secondo giudizio delle Guide.
19. Non è concesso girare a volto coperto all’interno della Valle Feconda, nella cittadella di Ondolinde e a Tindunan. Concesso è solo, per motivazioni valide, alle Guide ed agli Araldi, per motivi comprovati dal Beriardir.
20. Il Generale (Beriardir) sia giudice primo dei reati dopo il Governatore e i Reali, rispettata la sua autorità e riconosciuto come Mastro e Guida degli Armati che proteggono il Valinor.
21. Sono considerati Blasfemi coloro che non riconoscono i Valar tutti come Signori Potenti e Sovrani della stirpe Elda. Sono considerati altresì come criminali coloro i quali, tra gli Eldar, non rispettano la Fede in Beltaine, Suldanas, Morrigan ed Earlann. I Valar dell’Ombra e dell’Amaro sono considerati esistenti ma temibili, portatori di danno e caos all’interno dell’armonioso creato di Beltaine e dunque rinnegati.
Gli Eldar che seguono le fedi miste della Creatrice con dottrine druidiche siano giudicati con pietà e non criminali, accolti come fratelli ma non sia concesso loro l’officiare religiosamente all’interno della Valle Feconda, di Ondolinde e di Tindunan, a meno che non sia del Tulip il loro culto religioso.
22. Eretico è l’Elda Quenya, Sindar o Telero che pratica, diffonde e segue il culto dell’Ombra e dell’Amaro, del Vala Ermafrodita dunque e della sua progenie. Chi diffonde questo culto, lo protegge o predica culto avverso a Beltaine, a Suldanas e ai Figli, sia perseguito come Eretico, processato e castigato secondo la volontà delle Guide, del Sommo Sole e Bandito dal Reame di Valinor. L’Ira della Natura di Beltaine si abbatta su costoro.
23. Altresì chi nasconde o tace informazioni su Eretici, li protegge o li tratta come amici, siano anche essi di altra razza, sono considerati Nemici della Collettività e dunque Banditi.
24. Chi osa dissacrare, non rispettare e non proteggere il Sacro Albero Bianco Tulip è considerato folle e nemico, criminale e stolto, sia dunque la morte la pena e la maledizione del suo spirito dalla progenie Quenya custode e dai Sindar fratelli. Perdono non venga mai concesso. L’Ira della Natura di Beltaine si abbatta su costoro.
25. Il Sommo Sole (Aman Aire) è Guida Spirituale di Valinor, a lui l’insegnamento e la tutela della Fede presso gli Eldar. Rispettato il suo volere, non venga mai insultato, pena il giudizio severo delle Guide. Altresì i Chiamati dai Valar siano suo sostegno e allievi diletti.
26. Gli Eldar di Valinor che compiranno reato di omicidio o diffamazione delle autorità straniere, presso terra lontana, senza motivo valido, saranno giudicati dalle Guide di Valinor ed emessa giusta punizione.
27. Non è concesso ad alcuno di divulgare, diffondere e istruire alla Tradizione Eldar ed alle sue Scienze alcun popolo che non venga considerato degno o Amico. Tale reato verrà giudicato e punito secondo il Volere delle Guide, dietro saggio giudizio del Sapiente della Luna.
28. Chi non condivide le proprie conoscenze Arcane, Mediche, Religiose, Militari, Poetiche, Storiche e Artigianali presso la Comunità di Valinor, ma le cela come personale tesoro, verrà giudicato indegno e punito secondo il giudizio del Sapiente della Luna (Kuru Raen), secondo solo ai Governanti e ai Reali in tali questioni. Egli venga assunto come Guida contro l’Oscura Ignoranza e siano i suoi Istar ed Allievi suoi protettori e custodi.
29. Protetta la Scienza delle Stelle, della Natura e della Poesia, come Arti dei Quenya e dei Sindar. Allargate il loro essere e esaltate dalle celebrazioni.
Sigillate le Radici fino a qui esposte, esse non vengano mutate ma conservate integre affinché la Comunità di Valinor, di Quenya e di Sindar, ricordi le sue storie, la morale, la voce dei Padri. Mai venga posto mutamento ma concesso è ampliamento e notifica di nuove decisioni, poiché in Arda molto cambia velocemente, e gli Eldar del Valin debbono porre, con riflessiva considerazione, le decisioni in merito ai mutamenti.
Le Radici del Pensiero, consacrare alla Saggezza di Earlann, verranno quindi ridiscusse e confermate o deposte, ad ogni cambio del Governatore, affinché ogni nuovo Concilio formato sotto la sua guida, possa rinnovare gli intenti e i giuramenti, secondo lo scorrere del Tempo.
Queste le prime Radici del Pensiero poste in essere dal Concilio Fondatore per volere della Ninque Sàila Velya Lotéluin, che sono state redatte nei primi giorni di governo, con le modifiche successive dei Concili:
I Guardiani del Tulip, Veterani dell’Armata Splendente di Ondolinde o dell’Ordine delle Madri, mantengono il compito di preservare la Bianca Radice e tutelare la sua sicurezza presso il Palazzo, anche sotto il Reame di Valinor.
I Guardiani del Drago di Smeraldo, in forza a Tindunan nella Valle Feconda, mantengono il compito di preservare la Reliquia presso la Radura Silente del villaggio, anche sotto il Reame di Valinor.
Il Sommo Sole, l’Amain Aire, conferisce alla fondazione delle Radici i Talorn, titolo religioso riconosciuto all’interno di Valinor ai due Signori del Reame:
Makindur Eldamar, Aran di Valinor, Cigno Nero, viene nominato Paladino di Morrigan col titolo di Falce di Morrigan.
Beriannen en’Nimbreth, Tari di Valinor, la Signora dorata, viene nominata Sacerdotessa Madre, col titolo di Protetta dell’Ordine.
Valinor l’Imperituro riconosce, la già precedente alleanza tra Ondolinde e i Cavalieri dell’Alba, come Alleanza del Reame tutto. Riconosce altresì al loro Ambasciatore presso il Reame il permesso di entrare nella Valle e dimorare nell’Ambasciata dei Cavalieri.
Valinor l’Imperituro riconosce nei già Mellon en’Silala, Hickaru PhoenixFlames, Gran Maestro dei Cavalieri dell’Alba, Rubina, della Fratellanza Ramjalar, il medesimo titolo confermando alle due umane la possibilità di accedere alla Valle Feconda e godere dei permessi concessi agli Amici degli Elfi.
Rotiniel, la Perla dei Mari, la città elfica dimora della stirpe telera, accoglie anche tutti gli Elfi che desiderano vivere in armonia seguendo il pensiero innovatore, aperto e ispirato, trasmesso dal fondatore Marip’in degli Elenion ai suoi discendenti.
Vengono accolti anche i mezz’elfi desiderosi di abbracciare le loro radici elfiche e gli umani e i mezz’elfi di retaggio più marcatamente umano mossi da desiderio di conoscenza, sincera curiosità, o ammirazione per la cultura elfica, che vogliano trovare una vita diversa, adattandosi al modo di vivere tipico del Doriath.
Pur nel rispetto delle proprie origini, una volta acquisita la cittadinanza si diviene un Rotinrim, manifestando la volontà di far propri i principi e i valori che sempre hanno ispirato il popolo telero e ne caratterizzano gli abitanti:
Che ogni Rotinrim, dal momento della sua investitura, creda e serva la Perla e si dedichi alla sicurezza e al benessere del proprio Regno, in accordo ai principi della società elfica: sia con le armi, sia con la cultura e la fede, sia praticando il lavoro e il commercio, motore della prosperità di Rotiniel.
Che la Collettività e i suoi valori, di rispetto della vita e dell’integrità della comunità, siano sempre onorati e tenuti saldi nella mente degli elfi e di chi dovrà con loro rapportarsi. Tra questi, sia il valore della fratellanza coltivato dagli elfi e rispettato e conosciuto da chi dovrà con loro rapportarsi.
I Rotinrim di razza non elfica si impegnano a rispettare tutti gli elfi del Doriath e a mantenere sempre un comportamento consono ai costumi elfici, così da attenersi ai principi basilari della Collettività già espressi e da non ledere gli interessi dei Teleri, per non far venir meno il patto di fiducia da loro accordatogli.
Che il mare, fonte di nutrimento, mezzo di conoscenza, costante e perpetua ispirazione, sia rispettato da ogni gente, temuto, e preservato nel suo sempiterno e al contempo mutevole stato. Il motto del Regno, “Con onore, con cuore, con braccio”, si riconduce ad un bracciale che riporta tale incisione e che è appartenuto a Ersyh, figlio di Marip’in della stirpe degli Elenion, secondo Aran en’Rotiniel.
Il governo del Regno è retto dal Senato.
Il Senato è composto dall’Aran, custode dell’eredità morale di Marip’in ed elfo illuminato dai Valar, e dai Senatori a capo dei tre Ordini in cui è organizzato il Regno.
Tale Regnante è esponente del popolo telero di tutti i Rotinrim e della Perla stessa e mettendosi al Suo servizio si fa voce e garante per il Regno nei rapporti diretti con le altre comunità e Regni d’Ardania.
Egli inoltre ricopre (o delega ad altro membro del Senato) anche il ruolo di giudice della Perla e può essere chiamato a emettere giudizio in diatribe come nel caso di atti non contemplati dalle leggi vigenti.
Che Egli garantisca stabilità al governo del Senato e che si confronti con i Senatori per le questioni di maggior rilevanza per i destini del Regno.
La sua carica sarà vitalizia e avrà diritto di nominare il suo successore; nel caso in cui egli muoia senza averlo indicato, tale incombenza è rimessa alla decisione del Senato o, in mancanza, al volere della Collettività.
Che i Senatori, Teleri di comprovata integrità, siano i più fulgidi esponenti e guide dei tre Ordini cittadini, ovvero la Flotta, la Lega delle Arti e dei Mestieri e il Tempio dei Gemelli di Rotiniel.
Qualora non ci fossero elfi Teleri con l’esperienza richiesta, la carica senatoriale potrà anche essere affidata momentaneamente ad elfi di altre stirpi.
Che al Senatore sia tributato lo stesso rispetto che all’Aran o alla Tari, poiché egli gestisce e organizza l’Ordine di cui è a capo, propone e vota le leggi di valore assoluto per tutto il Regno, oltre che aver diritto di parola e di voto sulle questioni di interesse comune.
Che il Senato, qualora lo ritenga necessario, si consulti con tutta la popolazione nel prendere decisioni, ma nel caso tale consulto non portasse a una decisione netta, né tra i cittadini, né all’interno del Senato, l’ultima parola spetterà all’Aran.
Lord o Lady, sarà la carica con cui si congeda l’Aran, la Tari o il Senatore che rinuncia al suo mandato e andrà comunque considerata la carica più alta e autorevole nell’Ordine di riferimento, quando non siano presenti l’Aran o la Tari e gli altri membri del Senato. Che il rispetto e l’ascolto della voce di un Lord o Lady siano pari a quelli accordati a un Senatore.
Qualsiasi elfo Telero o mezz’elfo valarita potrà far domanda di cittadinanza, decidendo così di prendere ruolo attivo nella Collettività.
Anche uomini, mezz’elfi non valariti o elfi di altre stirpi potranno far domanda di cittadinanza ma l’Aran e il Senato potranno decidere se accettare o meno la richiesta, valutando le motivazioni e le intenzioni del richiedente.
Potranno fare richiesta tutti coloro che non si siano macchiati di crimini nel territorio della Perla o contro un cittadino della Perla, fatti salvi coloro che abbiano scontato una giusta condanna. Che non sia, inoltre, mai tollerata la venerazione del culto eretico di Luugh e Kelthra.
Nel caso in cui un cittadino, non di stirpe Telerin, abbandoni l’Azzurro Manto per servire un altro regno, perderà il diritto di proporre un’ulteriore richiesta di cittadinanza futura, tale gesto inoltre rinnegherà la fiducia e la stima accordatalgli dalla stirpe di Marip’In, rendendolo per sempre oggetto di biasimo e discredito da parte di Rotiniel tutta.
Una volta convocato, che l’aspirante cittadino giuri una prima volta fedeltà all’Aran o alla Tari, al Senato e ai principi della Perla, secondo la seguente formula:
“Giurate Voi fedeltà all’Aran di Rotiniel?
Giurate Voi fedeltà al Senato di Rotiniel?
Giurate Voi fedeltà alla città di Rotiniel
e di servirla al meglio delle vostre
possibilità aiutandone i cittadini
come fossero vostri fratelli e sorelle?”
Verrà così nominato Novizio e apprenderà le usanze e le leggi della città, valutando egli stesso Rotiniel e venendo valutato a sua volta. Che al termine del noviziato egli rinnovi solennemente il suo giuramento e riceva le insegne cittadine e la nomina a Rotinrim.
Dopo ciò, dovrà comunicare a quale dei tre Ordini voglia prendere parte:
Che i cittadini siano disposti e volenterosi nel trovare il proprio percorso nei tre Ordini, poiché tutti i membri della società devono adoperarsi per il bene della stessa, in accordo ai principi del vivere comune elfico.
Che indossi il mantello azzurro o la tunica nelle cerimonie ufficiali. E che i membri della Flotta indossino sempre il mantello quando sono in servizio.
Le armature recanti i simboli ufficiali della Perla saranno equiparate alla tunica.
Chiunque sia testimone o vittima di un reato, avrà il diritto e il dovere di segnalarlo a un membro della Flotta.
I suoi membri infatti, assieme alle più alte cariche cittadine, hanno il compito di mantenere l’ordine pubblico; questo documento attesta loro il potere di valutare secondo il proprio giudizio le contese minori e di applicare le misure preventive o punitive al fine di mantenere o riportare tale l’ordine.
Cittadini e forestieri si attengano agli ordini che i membri della Flotta potranno impartire loro a questo scopo e, nel caso ritengano diaver subito un torto, successivamente potranno chiedere udienza ad un membro del Senato per lamentare il danno.
Colui che attacchi o si accinga ad attaccare un terzo, sia esso cittadino o ospite della Perla, con armi o arti magiche sarà passibile di arresto, multa dalle 5000 alle 20000 monete e punibile, a discrezione del Senato, con un bando da 1 a 3 mesi.
Nel caso in cui l’aggressione avvenga ai danni di un’imbarcazione di proprietà della Perla, dei suoi cittadini, delle città e Regni alleati o semplicemente di quelle che trovano ospitalità nelle acque o nei porti del Regno, ciò determinerà l’aggravante di Pirateria che prevede, se colti in flagranza di reato: l’immediato sequestro, senza diritto alcuno di riscatto, dell’imbarcazione utilizzata per commettere gli atti incriminati e l’arresto di tutti i membri dell’equipaggio per un tempo determinato, a discrezione delle autorità portuali di Rotiniel.
Le sanzioni previste si applicano sia nel caso in cui tali condotte avvengano in alto mare, sia nel caso in cui esse avvengano nei porti, sui fiumi e nelle insenature all’interno dei territori del regno.
In caso di reiterazione del reato di Aggressione si incorrerà in bando certo dai territori di Rotiniel.
Sia comminata una sanzione dalle 3000 alle 6000 monete a chi diriga una denuncia, anche se anonima o sotto falso nome, alle autorità di Rotiniel o di uno qualsiasi tra i Regni legati ad essa da rapporto di amicizia o collaborazione, incolpando di un reato un cittadino rotinrim che egli sa innocente, ovvero simulando a carico di lui le tracce di un reato.
Che non sia consentito entrare in città a volto celato. Laddove l’avventore si rifiutasse di scoprire il volto riceverà una multa di monete 2000 (e potrà venir costretto con la forza a mostrare il proprio aspetto).
Eventuali autorizzazioni in merito a simili pratiche dovranno essere rilasciate da un Senatore che appuri le motivazioni della richiesta.
E’ proibito duellare all’interno delle mura della città.
Tali duelli si potranno però svolgere all’esterno delle mura, e solo con l’esplicito consenso di tutti i duellanti; la fine del duello non deve risultare mortale per nessun partecipante e nessuno, al di fuori degli stessi, deve essere coinvolto negli scontri.
Le sanzioni applicate in caso di trasgressione saranno quelle previste per l’aggressione o, nei casi più gravi, per l’omicidio.
Colui che si appropriasse di un bene appartenente a terzi è condannato alla restituzione dello stesso e, a discrezione delle autorità, al pagamento di un risarcimento alla vittima.
In aggiunta, si applichi una sanzione che può variare da 3000 a 10000 monete.
Chi offenda con parole o con atti l’onore altrui verrà punito con una sanzione dalle 1000 alle 5000 monete d´oro a discrezione del giudicante.
Chi opponesse resistenza, sia verbale che fisica, ai membri della Flotta mentre essi agiscono come tutori dell’ordine, agli inquisitori del Tempio ed ai membri della Lega delle Arti e dei Mestieri durante l’esercizio legittimo delle loro funzioni di controllo del mercato, così come colui che manchi di rispetto, offenda o si rifiuti di obbedire alla parola dell’Aran, della Tari, dei Senatori e dei Lord, verrà multato con sanzioni dalle 5000 alle 12000 monete, e nel caso non desista sia incarcerato.
L’omicidio nei territori di Rotiniel sarà punito con una sanzione dalle 20000 alle 50000 monete d’oro, l’arresto immediato per un tempo a discrezione del Senato e, se ce ne fosse bisogno, il bando dalla città stessa.
Qualora il colpevole deturpi, mutili il cadavere, o commetta, comunque, su questo atti di brutalità o di oscenità, verrà sanzionato con un’ulteriore ammenda dalle 5000 alle 10000 monete d’oro.
Che il diritto di girare armati in città sia esclusivo dei Senatori, dei membri della Flotta e dei Paladini del Tempio per la lotta all’eresia; chi verrà visto impugnare un’arma all’interno delle mura cittadine verrà richiamato verbalmente e sarà passabile di multa stimata in 2000 monete; in caso si rifiutasse, la pena sarà l’arresto.
Chiunque sia per via di evidenti sintomi portatore di contagio, sia trattenuto presso il Tempio cittadino dalle guardie per il tempo necessario alle cure. Laddove egli si rifiuti di collaborare con l’autorità sia spostato, anche con l’uso della forza, presso le celle cittadine fino al decorso della malattia, ed una volta guarito venga sanzionato con una multa pari a 5000 monete.
Qualora il soggetto deliberatamente e dolosamente tenga un atteggiamento volto ad ingenerare (o si spinga fino al punto di provocare) epidemie sia soggetto ad arresto immediato, ad una multa pari a 30000 monete d’oro e sia bandito dal Regno per un tempo a discrezione del Senato.
Chiunque offenda con parole od atti i Valar, le pratiche religiose ad essi legate, i luoghi ad essi consacrati o l’Ordine del Tempio stesso ed i suoi Sacerdoti, verrà punito con una sanzione dalle 4000 alle 8000 monete d’oro a discrezione del giudicante.
Alla stessa pena saranno condannati tutti coloro i quali verranno individuati nell’atto di molestare, turbare, aggredire od uccidere le creature consacrate ai Valar presenti sul territorio del Regno o in quello di violare la sacralità e la cristallina purezza della fontana cittadina, dimora dell’Essenza delle acque.
Siano l’eresia e gli altri reati di natura religiosa puniti secondo quando previsto dallo Statuto del Tribunale dell’Inquisizione, cui qui si rinvia.
Sia inoltre punito con una sanzione dalle 4000 alle 8000 monete chiunque, in cimiteri o in altri luoghi di sepoltura, commetta vilipendio di tombe, sepolcri o urne, o di cose destinate al culto dei defunti.
E’ vietato lasciare scarti di lavorazione e oggetti di varia natura nei luoghi pubblici: la trasgressione di tale divieto verrà punita con un’ammenda di 1000 monete.
Che sia punito con il bando per un tempo a discrezione del Senato chiunque commetta qualsiasi tra i reati previsti dal presente Titolo animato da credenze o estremismi religiosi.
Nel caso in cui una qualsiasi delle condotte fin qui incriminate venga reiterata, siano le pene previste, se consistenti in una sanzione pecuniaria, immediatamente raddoppiate.
Laddove, invece, per esse sia previsto l’arresto, solo o congiunto con la pena pecuniaria, vengano integrate con una sanzione dell’ammontare di 10000 monete.
La pena di morte non è comminata per alcuno dei reati previsti nel presente documento, fatta eccezione per le ipotesi contemplate per lo stato d’emergenza e, per quanto riguarda le condanne per motivi religiosi, nello Statuto del Tribunale dell’Inquisizione.
Il bando da Rotiniel e da tutti i suoi territori potrà essere proposto da un membro del Senato e avere tre origini:
Che sia concessa la caccia della fauna nelle terre del Regno solamente per le necessità di sostentamento, fisico ed economico, nella misura in cui tale attività non turbi o alteri gli equilibri dell’ambiente naturale.
Gli abusi verso il Doriath e la sua fauna, ovvero il disturbo e l’uccisione indiscriminata di animali, verranno puniti con una sanzione stabilita in funzione della gravità dell’atto che varia dalle 2000 alle 8000 monete.
Che i cittadini ed i novizi possano sfruttare tutte le risorse offerte dalla Perla e i suoi territori.
I non cittadini dovranno munirsi di permesso per poter usufruire delle risorse.
I prezzi e le modalità di acquisto o di rilascio di tali permessi vengono stabiliti dal Ministro della Lega delle Arti e dei Mestieri e pubblicati su un apposito bando, collocato in una posizione centrale e ben visibile all’interno del mercato cittadino.
Chi verrà trovato sprovvisto di tale permesso verrà punito con una sanzione pecuniaria da 1000 a 3000 monete, oltre che con il sequestro del materiale raccolto.
Per l’applicazione di questa disposizione, devono considerarsi “risorse”:
Non sia invece necessario alcun permesso per usufruire delle risorse ittiche, di cui sono abbondanti i confini cittadini e le coste di tutto il Doriath del Sud.
Non è inoltre consentita la coltivazione al di fuori dei campi e la piantagione di alberi al loro interno o presso le vie d’accesso alla città e alle zone residenziali, pena il pagamento di una multa di 2000 monete.
Sia cardine della vita della comunità l’Ordine commerciale della Lega delle Arti e dei Mestieri, incaricato della gestione degli affari economici del Regno.
I membri della Lega, in particolare, si occupano del commercio e di tutto ciò che è ad esso inerente, come la concessione dei banchi al mercato, l’affitto dei recinti per gli animali, gli scambi commerciali con le altre comunità, le spedizioni per il recupero di materiali, la vendita di abitazioni e l’affitto di palafitte; essi gestiscono inoltre l’organizzazione delle feste e degli eventi cittadini.
La Lega delle Arti e dei mestieri ha l’onere di redigere un regolamento dettagliato relativo alla gestione dei mercati presenti nei centri cittadini sottoposti alla giurisdizione del Regno: in tale regolamento sono disciplinate le modalità di vendita, i diritti e gli oneri dei commercianti e le sanzioni amministrative previste per i trasgressori.
Nell’ambito della complessiva gestione del mercato, è la Lega che regolamenta, stabilisce i costi ed assegna le licenze di vendita per la piazza del mercato.
Oltre alle sanzioni previste dal regolamento della Lega per l’erronea gestione del proprio banco di vendita , il mancato pagamento dell’affitto implicherà un ulteriore sanzione pecuniaria mensile, per ogni mese non corrisposto.
Che non siano lasciati incustoditi tra le mura della città animali o creature che secondo buonsenso possano turbare, spaventare o minacciare gli abitanti o gli ospiti: in tale caso la sanzione avrà un ammontare di 3000 monete.
In particolare sia fatto divieto di evocare creature pericolose in città, pena l’arresto dell’evocatore ed una sanzione pecuniaria pari a 5000 monete.
Siano esonerati dall’osservanza delle due disposizioni precedenti, oltre che i Senatori, anche i membri della Flotta e i Paladini del Tempio, qualora ve ne sia necessità.
Che le cavalcature o gli animali da soma non siano d’intralcio per le vie della città o nelle piazze; andranno invece lasciate negli appositi recinti ed in maniera ordinata, senza che vi siano assembramenti insensati di animali.
Chi non dimostrasse il sufficiente buonsenso o troppa leggerezza potrà incorrere in una multa di 500 monete d’oro.
L’acquisto o l’affitto delle abitazioni dei quartieri cittadini e presso i protettorati del Regno sarà concesso ai soli cittadini. Nessuno può essere allo stesso tempo proprietario di più alloggi.
Nel caso si dia ospitalità a non cittadini per periodi ripetuti o prolungati, il Senato dovrà esserne informato, pena il pagamento di 5000 monete per ogni inquilino sopra i tre concessi.
I moli e le palafitte del quartiere residenziale, i moli cittadini, la spiaggia cittadina e la zona abitativa ivi ubicata, sono soggetti ai controlli delle autorità portuali.
A tali zone viene equiparata la costa adiacente ai centri abitati sotto il protettorato del Regno, secondo la mappa allegata in calce al presente documento.
L’attracco comporta il pagamento della relativa tassa di 500 monete giornaliere o 10000 mensili; la gestione delle zone portuali e dei permessi di attracco è riservata ai membri della Flotta. Qualora non vi sia stata preventiva richiesta, la nave potrà essere ormeggiata, ma sarà necessario segnalare immediatamente l’attracco alle autorità portuali presenti in città e pagare la tassa.
I cittadini in possesso di un’imbarcazione, purché preventivamente registrata presso i pubblici registri navali della città avranno il diritto di ormeggiare dove è loro più congeniale senza alcun pagamento per il mantenimento o l’attracco.
A nessuno è consentito attraccare imbarcazioni presso i moli siti lungo i canali navigabili all’interno della città di Rotiniel; a questa disposizione fanno eccezione le imbarcazioni in uso al Senato ed agli Ordini cittadini.
Le navi ormeggiate in violazione delle precedenti disposizioni saranno sequestrate dalle autorità competenti, con la facoltà per il proprietario di riscattare il proprio vascello dietro pagamento di una multa di 10000 monete d’oro; se entro sette giorni il vascello non verrà reclamato, esso passerà definitivamente sotto la proprietà della Flotta della Perla.
I costi delle licenze di attracco possono variare in funzione degli accordi che vincolano Rotiniel ad altri regni e vengono corrisposti alla Flotta, che si fa altresì carico di regolamentare i traffici e le sanzioni portuali.
Qualora il soggetto multato adduca motivazioni credibili riguardo alla sua oggettiva impossibilità di far fronte alla sanzione comminatagli, sia discrezione del pubblico ufficiale procedente la possibilità di convertire la stessa in un’equivalente quantità di beni o risorse.
Questa disposizione trovi applicazione sia per le sanzioni amministrative previste in questo stesso Titolo VI, sia per le pene pecuniarie comminate per i reati di cui al Titolo IV.
Che l’Aran, o la Tari, autonomamente o su richiesta del Senato, dichiari in qualsiasi momento lo stato di emergenza qualora la vita dei cittadini Rotinrim o la sicurezza del Regno sia messa in pericolo da guerre, attentati, ribellioni o catastrofi naturali.
Con la dichiarazione dello stato di emergenza entra in vigore la legge marziale, per mezzo della quale viene sospesa l’osservanza delle disposizioni statutarie, con l’eccezione di quelle comprese nel presente titolo, ed i doveri relativi alla gestione del Regno vengono affidati all’Ammiraglio, che acquista così poteri di vita e di morte sugli individui, siano essi cittadini o forestieri, presenti in quel momento all’interno dei confini del Regno o che da quel momento li varchino, così come poteri di gestione di tutti i beni materiali presenti sul territorio Rotinrim da chiunque posseduti.
In caso di assenza dell’Ammiraglio tali poteri sono affidati al Capitano della Flotta, il quale, per le decisioni più delicate, dovrà ottenere l’autorizzazione da almeno un membro del Senato.
Che dal momento della dichiarazione dello Stato di emergenza l’Ammiraglio faccia il miglior uso possibile, nell’interesse del Regno e nel rispetto degli Dei giusti, delle competenze eccezionalmente conferitegli: limitare a chiunque egli ritenga pericolo per l’integrità del Regno le libertà di movimento, di adunanza e di uso delle armi; arrestare tutti gli individui sospetti e, se necessario, perquisirne le abitazioni; sequestrare i beni degli accusati di complottare contro il Regno, organizzare ribellioni, omicidi e attentati; limitare gli accessi in aree specifiche a tempo determinato; disporre con editto le misure punitive da adottare per qualsiasi reato commesso durante lo stato di emergenza, compresa la possibilità di comminare, per i reati di omicidio, aggressione, oltraggio o resistenza a pubblico ufficiale e tradimento la pena di morte.
Che le decisioni dell’Ammiraglio, qualora eccedenti quelle ora indicate, vengano annullate dal Senato riunito, dall’Aran o dalla Tari.
I poteri conferiti all’Ammiraglio cessano nei seguenti casi:
Che Earlann, Dio delle acque e della meditazione, e che Morrigan, Dea delle Stelle e della Magia, veglino sempre sulla Perla quali nostre divinità Patrone.
Che siano venerati i Valar, rispettati e promulgati i loro precetti, siano altresì tollerate le religioni che non vengano interpretate come minaccia per la città e i suoi cittadini e che non contemplino, nella pratica, azioni irrispettose verso la Collettività e il culto imperante dei Valar, unico culto ad essere ufficialmente celebrato nel regno.
Che sia dell’Ordine del Tempio di Rotiniel il compito di rapportarsi con gli organi religiosi delle altre città.
Che ogni cittadino sia pronto a rispondere al richiamo alle armi da parte dell’Aran, della Tari e del Senato in caso di necessità.
Che non venga ammessa ignoranza sulle leggi qui redatte, neppure fra ospiti o forestieri che soggiornino alla Perla per un periodo limitato.
Chiunque desideri divenire Rotinrim deve conoscere e osservare le regole di questo documento e condurre la propria vita secondo la filosofia che esso trasmette.
I confini del Regno di Rotiniel comprendono la città della Perla, i territori noti come Doriath Inferiore, l’isola denominata Azzurra e tutte le acque adiacenti o comuni a tali zone.
Il villaggio di Ceoris e i territori circostanti sono sotto il diretto protettorato di Rotiniel e perciò i principi fin qui espressi valgono allo stesso modo su quei territori.
Il rispetto per le autorità, per le cariche, per i semplici cittadini e per gli alleati della Perla andranno dunque mantenuti a Rotiniel come a Ceoris.
Qualunque reato si consumerà su quei territori verrà giudicato e perseguito secondo le leggi del presente Statuto.
Aggiornamento Forense 285
Salva la necessità di un improrogabile processo d’urgenza, i processi d’eresia si terranno nel Tribunale di Rotiniel al cospetto del Suo popolo.
Il Tribunale dell’Inquisizione è parte integrante del Tempio di Rotiniel, ispirato ai sacri valori di Giustizia di Suldanas e di Lotta all’eresia di Morrigan. Il Tribunale di Rotiniel è invece il luogo fisico dove vengono processati e giudicati gli imputati.
E’ eretico colui che venera dei e aderisce a culti dichiarati proibiti nel suolo di Rotiniel, nello specifico Luugh e Kelthra, e colui che rinnega o altera in qualsiasi forma le dottrine canoniche della religione elfica.
Essi non hanno la stessa valenza, variando a seconda del caso, a giudizio del Sommo Sacerdote o del Difensore. Sono considerati indizi di comportamento eretico:
Provano l’accusa di eresia, salvo che elementi della difesa conducano a ritenere tali fatti erroneamente intepretati:
L’accusato che non si presenti senza addurre valide motivazioni è dichiarato contumace. La contumacia potrà essere valutata quale indizio a carico dell’accusato.
Primo giudice della Perla in materia di fede, si occupa delle questioni più gravi, che possano comportare il bando, misure eccezionali, o che possano generare incidenti diplomatici. Svolge funzione di accusatore e di gestione del procedimento: esamina le prove e chiama i testimoni. Può delegare tali incombenze al Primo Paladino, oppure al Difensore o all’Inquisitore.
Il processo potrà essere giudicato, qualora il Senato ne ravvisi la necessità, dall’Aran en Rotiniel stesso.
Egli, alla nomina, riceve delega dal Sommo Sacerdote relativa al potere giuridico. Si occupa di sostituire o aiutare il Sommo Sacerdote nell’esercizio delle sue funzioni. E’ una denominazione che assume un’accezione specifica per il singolo caso: possono essere infatti considerati e denominati come tali, nell’ambito di un singolo procedimento giudiziario, qualunque membro del Tempio, investito dal Sommo Sacerdote di tale responsabilità e onere.
Si tratta di una carica che assume un’accezione specifica per il singolo caso: può essere infatti dichiarato tale, nell’ambito di un singolo procedimento giudiziario, qualunque membro del Tempio che abbia ricevuto informazioni, deposizioni (vedere Titolo VII), o che abbia partecipato attivamente alle indagini, o che abbia conoscenze particolari circa il singolo caso. Può ricevere la delega come accusatore da parte del Sommo Sacerdote.
Esso viene convocato laddove sia stato denunciato un eretico alla città di Rotiniel, o ne sia stata scoperta l’esistenza tramite indagini. Può essere composto da:
L’accusato d’eresia deve essere debitamente convocato mediante pubblici bandi e condotto da scorta armata presso il Tribunale il giorno e l’ora stabiliti nella convocazione.
Deve altresì essergli garantita la possibilità di svolgere compiutamente le sue difese.
A tal fine il giudice regola le deposizioni delle parti attribuendo ad accusatori e accusato la parola, a turni di durata analoga.
Qualora impossibilitato a presenziare l’accusato può inviare in sua vece un rappresentante che ne faccia le veci. Se debitamente richiesto, il Sommo Sacerdote può attribuire l’esercizio della difesa dell’accusato a persona che reputi capace.
Il Senato, in seduta congiunta, a voto unanime può decidere di invalidare una condanna, concedendo “la grazia della Perla”. Tale atto può tuttavia essere richiesto una sola volta nella vita del condannato, ed il Senato stesso è vincolato a non più di tre grazie l’anno.
Qualora il Sommo Sacerdote non partecipi al Tribunale dell’Inquisizione il Difensore e l’Inquisitore non possono emettere il decreto di bando ma devono emettere tale sentenza, laddove ritengano la condanna all’esilio più opportuna, nella forma di “proposta di bando”. Il Sommo Sacerdote deve poi convalidare tale condanna entro tre giorni dall’emissione della sentenza, commutandola in una condanna di bando a tutti gli effetti.
Laddove un testimone racconti eventi non realmente accaduti, o conduca alla corte prove false, o modifichi date o eventi, al fine di far condannare qualcuno, egli dovrà risarcire all’imputato il doppio della sanzione che quest’ultimo sarebbe stato costretto a pagare in caso di condanna. Laddove la condanna prevista per il reato sia il bando dalla città, il testimone dovrà pagare un indennizzo di 20000 monete all’imputato e verrà indicato come testimone inattendibile (vedere Titolo V).
Nel caso in cui la falsità sia usata per tentare di evitare all’imputato la Giusta Condanna, si ricadrà nel reato di “complicità in eresia” (vedere successivo).
Qualora un individuo aiuti con parole o con azioni, in qualsiasi sede, un individuo che è stato o che sarà condannato come eretico dal tribunale di Rotiniel.
La sanzione minima in questo caso sarà quella di un bando a tempo (deciso dal Giudice), fino ad arrivare all’istruzione di un nuovo procedimento per il complice che potrà sfociare in una nuova dichiarazione di eresia.
L’eresia è un crimine spirituale riconosciuto da Rotiniel, e nessuna sanzione pecuniaria può distogliere i fedeli delle divinità oscure dal loro credo. L’unica sanzione possibile è, una volta accertata la colpevolezza, il bando dalla città.
Per alcuni casi eccezionali però il Sommo Sacerdote potrà decidere di concedergli il privilegio della Redenzione e Giusta Espiazione (vedere Titolo VII).
Il bando può essere emesso solo dal Sommo Sacerdote, o dal regnante in carica.
La loro parola ha valenza di prova e non può essere contraddetta da alcun altro testimone, tra essi si annoverano i Senatori dei tre Ordini, i Regnanti, i membri a pieno titolo del Sacro Tempio dei Gemelli di Rotiniel.
La loro parola ha valenza di prova, tra essi si annoverano tutti gli ufficiali e le guardie della Flotta di Rotiniel, e i membri dell’Ordine del Sole e del Concilio di Valinor.
Chiunque abbia informazioni sui fatti di cui si discute è chiamato a pronunciarsi in tribunale. Queste testimonianze non hanno normalmente valenza di prova, ma se trovano riscontro nei fatti o in altre testimonianze possono acquisirla.
Le testimonianze prodotte dall’imputato, dai parenti stretti dell’imputato e dai suoi dipendenti non hanno valenza di prova. L’imputato ha comunque diritto ad esporre la sua versione dei fatti, e la sua parola vale quanto quella di un testimone semplice.
Sono considerati tali i banditi dalla città di Rotiniel, gli eretici, i noti alla città per il reato di diffamazione; essi non hanno diritto di parola nel Tribunale della Perla.
Il Processo comincia all’ora stabilità dal Giudice. Legge il nome dell’imputato, ed egli è tenuto ad alzarsi in piedi.
Il Giudice si deve accertare dell’identità dell’imputato.
Una volta avvenuta l’identificazione, il Giudice deve accertarsi che l’imputato sia conscio delle accuse rivolte a suo danno.
L’imputato, o il suo difensore, può discolparsi dalle accuse.
Il Giudice, dopo aver ricordato la gravità del crimine di falsa testimonianza, e la pena prevista per tale reato nel contesto del processo, ascolta i testimoni contro l’imputato e, in successione, quelli a suo favore. Al termine delle testimonianze viene richiesto in virtù di esse all’imputato di aggiungere eventuali chiarificazioni.
Una volta ascoltato l’imputato il Tribunale giunge ad una sentenza.
Il Giudice dichiara l’accusato eretico quando gli elementi d’accusa, valutate le difese, non lasciano dubbi circa la natura eretica di questo.
Al fine di meglio vagliare gli elementi d’accusa, e determinare se le prove, gli indizi e le dichiarazioni raccolte configurino o meno elementi aventi effettivo carattere d’ereticità, il Giudice può avvalersi del parere di rappresentanti del Tempio.
Si può dichiarare l’eresia sulla base di soli indizi, a patto che essi siano numerosi, gravi, precisi e concordanti tra loro, in ispecie alla luce delle eventuali difese dell’accusato. Questa eventualità sarà vagliata e decisa dal Sommo Sacerdote.
Salva l’impossibilità o altre gravi ragioni, vagliate dal Giudice, il testimone di elementi d’accusa deve sempre essere presente al processo, e sottoporsi alle eventuali difese dell’accusato. Nel caso non possa essere presente, è valevole per il giudizio una deposizione firmata e controfirmata dall’Inquisitore che la raccoglie. In casi eccezionali potrà bastare la sola deposizione presso il Sommo Sacerdote.
La pena per l’eresia, comminata sulla base delle risultanze del processo, è il bando.
Qualora l’accusato sia reputato colpevole, se il comportamento processuale induce a ritenerlo possibile, gli è dato il tempo di accumulare le proprietà prima di essere bandito definitivamente.
Il Giudice non può dichiarare l’eresia, quand’anche l’accusato si sia macchiato di gravi crimini, se questi non vertono sull’oggetto del processo o su vicende d’eresia.
In tal caso, tuttavia, gli atti vengono trasmessi alla Flotta per i necessari provvedimenti ai sensi delle Leggi di Rotiniel.
Non può essere riconosciuto eretico chi da altri giudicato senza che chi sarebbe stato competente a giudicare in Rotiniel abbia avuto modo di esaminare le informazioni, gli atti, e le testimonianze provenienti da un altro regno elfico. Nel caso in cui tali elementi non siano ritenuti sufficienti o sufficientemente fondati, essi potranno confluire, o meno, in un nuovo procedimento in terra di Rotiniel, come indizio o come prova.
Qualora l’accusato non abbia con il suo credo e le sue azioni causato danni irreparabili alla Collettività e alla comunità, qualora accetti di abiurare pubblicamente il suo credo, e il suo pentimento risulti sincero, il Sommo Sacerdote potrà concedergli questo privilegio.
Il Sommo Sacerdote può riservarsi di arrivare a tale decisione previo consulto con il Senato e con il Regnante, e viceversa il Senato e il Regnante potranno sollevare obiezioni sulla questione e negarlo all’imputato.
L’individuo dovrà condurre per tutto il periodo di redenzione una vita all’insegna dell’umiltà e del cambiamento. Verrà seguito dai Sacerdoti del Tempio, che si occuperanno del suo nuovo indottrinamento. Dovrà attenersi ad una serie di compiti a favore della comunità, e svolgere una serie di prove e incarichi, tutto commisurato all’entità dei misfatti compiuti in precedenza. Tali compiti, prove e incarichi saranno decisi di volta in volta dal Sommo Sacerdote. Il Sommo Sacerdote stabilirà la conclusione del periodo.
Da quel momento l’individuo tornerà ad essere accettato come un membro qualsiasi della comunità e della Collettività, e atti di discriminazione verso di lui saranno puniti secondo lo Statuto Cittadino.
Qualora il giudizio sia stato condotto nell’inosservanza dei principi del processo di eresia qui espressi il condannato potrà sempre indirizzare richiesta di riforma della precedente pronuncia al Regnante di Rotiniel.
Barad Dhaerim è un culto vivente, una teocrazia elfica fondata sull’adorazione di Luugh e Kelthra, e guidata da una volontà inflessibile: il dominio degli Eldar su Ardania.
Al vertice del potere siede la Profetessa Lirrath II Dhaerim, erede della visione originaria di Lirrath I, e guida spirituale e politica del culto.
Conosciuta come Nostra Signora del Dolore, ella è la voce del Perfetto nel mondo, interprete delle visioni, mediatrice tra i mondi, e simbolo vivente della purezza elfica.
Organo supremo di governo, composto dai più devoti servitori del culto, il Consiglio Oscuro esercita il potere in nome della Profetessa.
È suddiviso in due bracci operativi, complementari e opposti, come lo sono Luugh e Kelthra:
Braccio armato e sacrale del culto, composto da sacerdoti luughiti, inquisitori e comandanti delle milizie.
Si occupa di:
Braccio sottile e silenzioso del culto, dominato dai kelthriti.
Responsabile di:
Emanazione rituale del Conclave del Veleno, il Tribunale del Velo è l’organo incaricato di giudicare secondo la volontà dei Veri.
I suoi membri, sempre incappucciati e senza volto, interpretano la legge divina e pronunciano sentenze di:
Le loro decisioni sono finali, salvo intervento diretto della Profetessa.
“Non vi è giustizia. Solo verità. E la verità, come il veleno, non perdona.”
Barad Dhaerim si fonda sul culto assoluto di Luugh e Kelthra, sulla purezza del sangue elfico e sull’obbedienza spirituale al disegno dei Veri.
Le leggi della Rocca Nascosta non hanno natura civile, ma sono espressione della volontà divina, e chi le infrange si macchia di empietà prima ancora che di crimine.
Nessuna decisione del Consiglio Oscuro può sovvertire il volere della Nostra Signora del Dolore, voce dei Veri sulla terra.
Le razze inferiori sono interdette per decreto sacro. I Pereldar, gli Atani e i Nani non possono varcare le soglie di Barad Dhaerim.
Ogni mescolanza con razze diverse è proibita. La contaminazione del sangue è un atto contro natura e contro gli dèi.
Disobbedire a un sacerdote, un apostolo o un ufficiale del culto è una trasgressione spirituale.
L’eresia, la menzogna, la diffamazione e il tradimento dottrinale sono peccati che corrompono l’anima.
Ogni forma di collaborazione, ammirazione o imitazione verso i Mornedhil è proibita. Solo chi ha rifiutato le tenebre cieche e abbracciato il dominio sottile è considerato fratello.
Ogni oggetto consacrato e ogni creatura offerta ai Veri deve essere onorata, mai profanata.
La sofferenza rituale è mezzo di elevazione spirituale. Evitarla, rinnegarla o profanarla è eresia.
Ogni elfo ha il dovere di riferire ciò che vede, ciò che sente e ciò che sospetta. Il silenzio colpevole è complicità.
In Barad Dhaerim non si punisce per vendetta, ma per purificare l’anima del colpevole. Le pene non sono civili ma rituali, e ogni sentenza è emessa dal Tribunale del Velo, organo sacro del Conclave del Veleno.
Le colpe si dividono in tre categorie:
Inosservanze minori, negligenze rituali, insubordinazione lieve.
Disobbedienza consapevole, offese pubbliche, danno al culto o ai suoi simboli.
Eresia, tradimento, contaminazione del sangue, contatti con razze inferiori o con i Drow degenerati.
“Meglio morire puri che vivere corrotti. La legge è Luugh. Il dolore è Kelthra. La Rocca è la loro carne, e noi, il sangue che la anima.”