Chi desidera interpretare un elfo profondamente legato alla foresta in ogni suo aspetto troverà maggiore affinità con la stirpe dei Sindar. Allo stesso modo, chi cerca un elfo distante dalla realtà degli umani, ancorato a modi antichi e a una saggezza quasi arcana, troverà nei Quenya la scelta più adatta.

Il Telero, invece, rappresenta un elfo più aperto al mondo esterno. Sebbene resti custode delle proprie radici e delle tradizioni ancestrali della sua stirpe, mostra una maggiore tolleranza verso lo stile di vita umano e accoglie con naturalezza la presenza di altre razze nella propria società.

Il Telero è profondamente legato al mare: il fragore delle onde, il profumo della salsedine e l’orizzonte sconfinato sono elementi centrali nel suo immaginario. Può essere un viaggiatore o desiderare il viaggio, e spesso rivolge lo sguardo verso ciò che è lontano, affascinato dalle nuove esperienze.

La natura dell’elfo telero si esprime in modo intimo e riservato. Pur sapendosi adattare con estrema flessibilità ai modi di vita delle altre razze, conserva in sé il cuore elfico, nascosto ma profondo. Vive sospeso tra la tradizione elfica e il mutamento rapido del mondo umano, incarnando una figura ponte tra le due realtà.

È importante tuttavia distinguere chiaramente il Telero dal mezzelfo: mentre quest’ultimo è frutto diretto dell’unione tra un umano e un elfo, il Telero è a tutti gli effetti un elfo. Nonostante l’apertura mentale e culturale che lo caratterizza, mantiene intatti i tratti essenziali della sua razza: lunga vita, profondo legame con la natura ed enorme sapienza.

Storia

Origini

Il capostipite e conduttore dei Teleri fu Marip’in, noto come “il Viaggiatore”. La sua figura, pur scarsamente nota tra gli uomini, è ampiamente documentata nelle tradizioni elfiche. Le fonti lo descrivono come un elfo dalla chioma dorata, dal corpo robusto e aggraziato, e dallo sguardo carico di saggezza e irrequietezza, tratti che simboleggiano la sua natura nomade e riflessiva.

Marip’in era originariamente un cacciatore e nobile della città quenya di Ondolinde. Intraprese un percorso di allontanamento spirituale e culturale dalla sua stirpe, abbandonando il culto del Dio Cacciatore per seguire quello del Dio Sempre Saggio. La sua irrequietudine interiore trovò sollievo nel desiderio di lasciare la Valle Celata e intraprendere un viaggio alla ricerca del proprio destino.

Secondo le cronache, fu con un discorso pubblico che Marip’in annunciò la sua dipartita da Ondolinde, accompagnato da altri elfi che condividevano la sua inquietudine. Essi partirono al sorgere di Aguardar, lasciandosi alle spalle la città celata con la benedizione dell’Aran.

Dopo un lungo peregrinare per il continente, durante il quale il gruppo affinò l’arte dello scambio e della sopravvivenza, Marip’in ebbe una visione in una foresta, presso un fiume. Dalle cascate emersero figure d’acqua dalle sembianze elfiche che, con voce possente, gli indicarono il mare come la risposta al suo tormento: “Dove è che cielo e terra si congiungono?”. Da questa rivelazione Marip’in dedusse che il suo destino lo attendeva sulla costa.

Stabilitosi nei pressi del luogo dell’apparizione, Marip’in fondò una comunità costiera destinata a divenire una città. Il primo insediamento prese il nome di Rotto-Nelyar, “la Grotta dei Terzi”, poiché sorgeva attorno a una grotta naturale e perché i seguaci di Marip’in venivano considerati la terza stirpe degli elfi. Il toponimo si è in seguito evoluto nell’attuale Rotiniel.

Gli Elfi Azzurri

L’aspetto fisico dei Teleri presenta marcate differenze rispetto ai Quenya. Le orecchie sono talvolta più allungate e abbassate, e i colori di pelle e capelli mostrano una maggiore varietà. Tali caratteristiche sono ricondotte a una leggenda radicata nella tradizione telera: quella degli Elfi Azzurri, o Luinquendi.

Secondo i Quenta Luinquendion (“Cronache degli Elfi Azzurri”), conservati nel tempio di Rotiniel, il litorale dove Marip’in si stabilì non era disabitato. Vi risiedeva già un popolo elfico dalla carnagione scura, occhi verdi, capelli corvini o ramati, e abitudini marinare. Essi abitavano in case tra gli alberi e conducevano una vita semplice, basata sulla pesca.

La leggenda attribuisce a Miriel, consorte di Marip’in e figlia del capo di questi elfi, un ruolo centrale nell’unione tra le due stirpi. L’unione tra Marip’in e Miriel sancì la nascita della nuova stirpe telera, frutto della fusione tra i Quenya erranti e i Luinquendi autoctoni.

Sebbene la storicità della leggenda sia stata per lungo tempo dibattuta, essa trova sostegno non solo in tratti somatici presenti tra i Teleri, ma anche nella profonda venerazione verso Morrigan, Dea della Magia e della Dissimulazione. Secondo la tradizione, i Luinquendi erano ferventi devoti della Dea e officiavano rituali notturni su spiagge deserte, sotto le stelle.

Eventi recenti hanno confermato l’esistenza storica dei Luinquendi. Durante la comparsa dei Luinfairi, spiriti marini ostili, alcune entità delle acque guidarono i Teleri alla riscoperta della Rotto-Nelyar, la grotta originale che ospitò Marip’in al termine del suo viaggio. Questo luogo sacro, un tempo donato da Marip’in a Miriel, è oggi considerato il simbolo della fusione tra le due stirpi.

Attualmente, la Rotto-Nelyar ospita le Quenta Luinquendion originali e altri importanti artefatti della tradizione telera, consolidando così l’identità storica e culturale della stirpe dei Teleri.

La Dinastia Elenion a Rotiniel

La dinastia Elenion, discendente del primo Aran di Rotiniel, rappresenta una fase storica di grande prosperità per la stirpe telera e per la città costiera. I sovrani appartenenti a questa linea regale si distinsero per saggezza, lungimiranza e capacità di governo, contribuendo in modo significativo alla crescita culturale, economica e infrastrutturale di Rotiniel.

Durante il regno di Marip’in Elenion, primo Aran, vennero progettate le prime grandi navi capaci di affrontare la navigazione in mare aperto. I Teleri, forti delle esperienze maturate durante i loro spostamenti nel Doriath, combinarono le caratteristiche delle leggere barche fluviali sindarin con le più robuste navi costiere quenya. Contribuirono inoltre agli sviluppi navali alcune antiche pergamene di ingegneria nautica risalenti al periodo anteriore ai cosiddetti “falò senza luce”, che Marip’in avrebbe scoperto e studiato.

Questo processo portò alla realizzazione delle celebri imbarcazioni telere: veloci, solide e agili, capaci di affrontare traversate marine regolari. Con l’intensificarsi del commercio e dell’esplorazione marittima, la città di Rotiniel si sviluppò rapidamente, acquisendo un ruolo centrale tra i popoli elfici. Alla fine del lungo regno di Marip’in, la città era ormai considerata una cittadina stabile e florida, e la stirpe dei Teleri aveva ottenuto un posto rispettato nel panorama culturale ed etnico elfico.

La regnanza di Marip’in fu insolitamente lunga. Al momento della sua morte, avvenuta solo pochi secoli or sono, nessun elfo vivente ricordava più l’inizio del suo dominio. La sua longevità, legata alla fondazione stessa di Rotiniel, è alla base di una leggenda tramandata nella tradizione telera.

Secondo il mito, la Madre degli Dei, profondamente commossa dagli sforzi dei nuovi regni elfici sorti dopo la devastazione dei “falò senza luce”, concesse una benedizione ai sovrani più meritevoli. Essa si manifestò sotto forma di una pioggia luminosa che investì direttamente Finwerin e Arabella, reggenti delle due principali casate elfiche. Le gocce contenevano una frazione d’essenza divina, conferendo longevità e saggezza eccezionali. Si narra inoltre che Beltaine, conscia dell’arrivo di un terzo Aran designato come “Re dei Mari”, lasciò parte dell’acqua sacra in custodia a Finwerin. Quando Marip’in fondò Rotiniel, Finwerin riconobbe in lui il prescelto, legittimato dalla volontà della Dea, e gli consegnò la reliquia in una cerimonia solenne.

Alla morte di Marip’in, il trono passò al figlio Ersyh, il cui regno fu segnato da eventi drammatici. Oltre a dover fronteggiare creature marine ostili, il sovrano affrontò due disastri principali: il Grande Incendio di Rotiniel e il ritorno dei Figli di Luugh.

Il Grande Incendio rappresenta un punto di svolta nella storia urbana della città. Le fonti antiche descrivono una Rotiniel preesistente caratterizzata da architetture lignee riccamente intarsiate, con inserti in marmo bianco simile a quello utilizzato per Ondolinde, importato direttamente dalla Valle Celata. L’incendio, originatosi dalla fornace di un fornaio, si diffuse rapidamente, distruggendo in due giorni gran parte della città. Il Palazzo sulle Acque, simbolo del potere telero, fu ridotto a ruderi, così come le ville mercantili e i due Templi Gemelli. La catastrofe causò la morte di gran parte della popolazione e ridusse la Perla a un luogo semi-deserto.

Tuttavia, la natura pragmatica e resiliente del popolo telero si manifestò immediatamente nella fase di ricostruzione. Gli edifici furono d’ora in avanti eretti quasi esclusivamente in pietra, utilizzando le scure rocce montane dell’entroterra. L’architettura divenne più sobria ed essenziale, focalizzata sulla durabilità e la resistenza agli elementi. Gli elementi distintivi dell’estetica elfica furono mantenuti soprattutto negli interni, ricchi di decorazioni, piante e armonia compositiva, mentre gli esterni si caratterizzarono per imponenza e solidità.

Il secondo evento critico fu l’attacco da parte dei Figli di Luugh. Durante una battuta di caccia nel Sud, Re Ersyh, soprannominato in seguito “il Triste”, fu assassinato insieme alla sua scorta. L’attacco, attribuito ai Drow, pose fine alla dinastia Elenion, poiché il sovrano non aveva lasciato alcun erede.

Per la prima volta, la successione al trono avvenne non per sangue ma per acclamazione cittadina. Il nuovo Aran fu Elrylith, un anziano telero noto per la sua pacatezza e per l’influenza spirituale di Earlann. Detto “il Modesto”, Elrylith si distinse per uno stile di governo improntato alla semplicità e alla convivenza pacifica. Pur non favorendo un’espansione urbana significativa, promosse l’armonia tra le razze e la stabilità interna della città. Fu profondamente amato e compianto dal popolo telero alla sua morte.

I suoi successori, Shu ed Xell, appartengono alla storia recente e sono documentati negli annali contemporanei.

Aspetto fisico

I Teleri presentano una notevole varietà somatica dovuta alla commistione di diverse stirpi elfiche. La componente predominante è quella quenya, ereditata da antiche linee di sangue rimaste pure o quasi. Questo si riflette in carnagioni chiare, talvolta pallide come la luna, e nei rari ma caratteristici capelli biondo oro. Molti Teleri, in particolare quelli di lignaggio più antico, risultano fisicamente indistinguibili dai Quenya di Ondolinde, se non per la lingua e le inflessioni culturali.

Altri individui mostrano invece tratti riconducibili alla discendenza luinquendi — gli “elfi azzurri” — da cui si ipotizza provenga una parte significativa del patrimonio genetico telero. Questi elfi tendono ad avere carnagioni più olivastre, capelli rossi o neri, e padiglioni auricolari leggermente più allungati e inclinati rispetto a quelli dei Quenya.

Contribuisce infine alla varietà fenotipica anche la presenza, sin dai tempi antichi, di Sindar stabilitisi a Rotiniel e integratisi con la popolazione locale. L’influenza sindarica ha ulteriormente arricchito il patrimonio genetico e culturale dei Teleri.

Di conseguenza, l’aspetto dei Teleri è eterogeneo: è comune incontrare individui con capelli biondi e pelle olivastra, o con capelli ramati e carnagione chiara. Si può affermare che, pur mantenendo una predominanza di tratti quenya, i Teleri si distinguono per un’ampia gamma di combinazioni somatiche che riflettono l’incontro di molteplici stirpi elfiche nel corso dei secoli.

Lingua Telerin

Il dialetto elfico parlato dai Teleri è comunemente chiamato quenya telero, sebbene il termine più corretto, secondo la classificazione linguistica elfica, sia telerin. Si tratta di una variante del quenya che, nel tempo, ha subito semplificazioni strutturali e fonetiche: il ritmo del parlato è generalmente più rapido, alcune parole sono state abbreviate, e la pronuncia tende a essere meno articolata rispetto a quella ondolindelore. Il lessico telerin include inoltre numerosi prestiti linguistici, specialmente dal sindarin e da altre lingue straniere, riflettendo l’apertura e i frequenti contatti commerciali e culturali della stirpe.

Una caratteristica distintiva dei Teleri è l’adattabilità linguistica. Di fronte a un Quenya, tendono a modulare il proprio idioma fino ad avvicinarsi al dialetto ondolindelore, che molti parlano fluentemente grazie alle forti affinità tra le due varianti. In presenza di umani desiderosi di esercitare l’elfico, il loro linguaggio diviene più lento e comprensibile, spesso mescolato a parole della lingua comune. Quando interagiscono con Elfi Silvani, i Teleri tendono invece a imitare la musicalità del sindarin, allungando vocali, modificando accenti e inserendo sillabe aggiuntive: un tentativo che risulta per lo più affabile, sebbene tendenzialmente goffo agli occhi dei Sindar.

Frasario essenziale

Segue un breve elenco di termini telerin di uso comune, utile per chi desideri avvicinarsi alla lingua e comunicare con i Teleri in modo semplice ma efficace. Si raccomanda di limitarsi a questi termini per evitare fraintendimenti, in quanto di conoscenza condivisa:

Sing/Plur= significato

  • Elda/Eldar= elfo/elfi
  • Teleri , Lindar, Nelyar= tutte termini per indicare i Teleri (“gli Ultimi” “i Cantori””i Terzi”)
  • Atan/atani= umano/umani
  • Perelda/pereldar=mezz’elfo/mezz’elfi
  • Lestanore= Terra degli elfi(ormai si usa di più la forma sindarin, “Doriath”)
  • Quel kiruva= buona navigazione
  • Quel Du= Buona serata
  • Quel kaima= Buon riposo
  • Únótimë lar!= letteralmente “Innumerevoli ricchezze!”, tipico saluto tra i mercanti (ma non solo).
  • Aaye= saluto d’arrivo( i Teleri lo hanno preso dal sindarin lasciando cadere quasi del tutto l’Aiya del quenya che è usato solo in rare formalità)
  • Naàmarie= saluto di congedo
  • Bala/Balai= (influenzato dal sindarin) si usa spesso al posto dell’ondolindelore Vala/Valar (gli dei)
  • Aran/Arani= Re,i Re
  • Tari/Tarir= Regina/Regine
  • Ay/nay= sì/no
  • Diolla lle/ Annon lle= grazie/prego
  • Tòr/ Toronin= “fratello/i”, usato per chiunque appartenga alla collettività elfica.
  • Sèler/ Sèlerin= “sorella/e” usato per chiunque appartenga alla collettività elfica.
  • Tiond= detta anche “i Calen”, la Verde Rotiniel= detta anche “i Marilla”, la Perla Ondolinde= detta anche “i Silala”, la Splendente

Etica

La visione del mondo dei Teleri si fonda su cinque concetti fondamentali, che costituiscono l’impalcatura della loro etica collettiva:

  1. La Collettività Elfica, mediata attraverso la tradizione quenya
  2. La Tolleranza verso i non elfi, come naturale espansione della Collettività Elfica
  3. L’Equilibrio, secondo una visione affine a quella teorizzata dagli Illuminati
  4. Il Commercio, praticato con spirito di ricerca del bello
  5. Il Mare, inteso come fonte di ispirazione e legame spirituale

La Collettività Elfica

La Collettività Elfica rappresenta un concetto fondante della cultura elfica, che pare essere insito nella natura stessa degli Eldar, dalla loro origine per opera di Beltaine e dalla contemplazione di Suldanas. Questo principio prescrive il massimo rispetto per la vita degli altri elfi e la centralità della comunità eldarica.

Tale collettività si manifesta come un vincolo di fratellanza viscerale tra tutti gli elfi, assimilabile a un rapporto tra cugini o fratelli anche tra individui che non si conoscono. Nei Teleri, questo senso di appartenenza è ancora presente, sebbene filtrato dalla visione quenya e strutturato attraverso leggi codificate, come i Geis di Ondolinde.

Il passaggio dai Sindar, che ne conservano l’intuitiva semplicità, ai Teleri di Rotiniel, avvenuto tramite l’influenza quenya, ha prodotto una reinterpretazione sistematica e complessa della Collettività Elfica. Tuttavia, lo spirito originario di solidarietà permane: durante incontri con elfi di altre stirpi, i Teleri mantengono un atteggiamento di fratellanza, riferendosi ad essi come tòr (fratello) o sèler (sorella), indipendentemente da eventuali contrasti politici.

La Tolleranza

L’etica telera include una concezione estesa della Collettività Elfica che si apre anche ai non elfi. Questo principio è illustrato da una leggenda educativa diffusa tra i Teleri, incentrata sui personaggi di Enelye ed Elwe. La narrazione mette a confronto l’atteggiamento esclusivo e arrogante di Enelye, che rifiuta di aiutare una naufraga umana, con l’apertura e l’altruismo di Elwe, che invece la salva e ne riceve amore e ricompensa. La donna si rivela una ninfa benevola.

Il racconto sottolinea un principio centrale della cultura telera: la diversità è fonte di ricchezza e saggezza. Per i Teleri, la società elfica può includere anche membri di altre razze, senza che ciò venga percepito come un impoverimento culturale. Sebbene i non elfi non condividano le stesse qualità intrinseche degli Eldar (longevità, saggezza, armonia), ciò non impedisce loro di partecipare alla vita comunitaria. Le differenze vengono generalmente percepite come un arricchimento.

L’Equilibrio

Il concetto di Equilibrio ha avuto un ruolo rilevante nella cultura telera, in particolare grazie all’influenza dell’Accademia degli Illuminati e, successivamente, dell’Aran Xell. Questo principio promuove il rifiuto degli estremi e la ricerca di una posizione intermedia, ritenuta giusta e naturale.

Storicamente, i Teleri si sono dimostrati la stirpe elfica più incline ad accettare e interpretare questa filosofia. A differenza del decadente isolamento dei Sindar o dell’imperialismo razziale dei Quenya, i Teleri hanno trovato nell’Equilibrio una via di mezzo: un coinvolgimento rispettoso con il mondo.

Tuttavia, l’identificazione tra la visione telera e la dottrina dell’Accademia non è completa. Il principio di Equilibrio, in contesto politico, è stato talvolta strumentalizzato e imposto. I Teleri hanno preso le distanze da tali derive, pur conservando una visione moderata e aperta. Oggi, un telero che si definisce “illuminato” lo fa in riferimento a questa posizione intermedia tra isolazionismo e imperialismo, non necessariamente per adesione alla dottrina dell’Accademia.

Il Commercio

Pur discendendo da una razza storicamente poco incline al commercio esterno, i Teleri si sono affermati tra i più importanti mercanti di Ardania. La visione elfica tradizionale privilegiava l’autosufficienza e lo scambio interno, riducendo al minimo i contatti con l’esterno. I Teleri hanno rotto questo schema, riaprendo il dialogo commerciale con le altre razze dopo l’epoca dell’Impero elfico.

Questa apertura è stata favorita dallo spirito esploratore dei primi Teleri e dalla loro crescente disponibilità ad accogliere l’altro. Tuttavia, il commercio telero non è finalizzato all’accumulo fine a sé stesso. I Teleri commerciano spinti dalla ricerca del bello: artefatti, cibi, vestiario e oggetti d’arte di ogni cultura sono accolti come fonte di meraviglia.

L’accumulo di ricchezze è visto come un mezzo per ampliare l’orizzonte culturale della comunità. I beni acquistati non vengono ostentati per affermare uno status sociale, ma condivisi. Il telero desidera rendere partecipi gli altri delle scoperte e delle novità, non per vanità, ma per spirito collettivo.

La passione telera per il commercio è accompagnata da un’elevata competenza: i mercanti teleri non sono facili da ingannare e trattano con serietà ogni contrattazione. La loro curiosità per il diverso non implica ingenuità.

Il Mare

Il legame tra i Teleri e il mare è profondo e costitutivo. Non a caso, sono spesso detti Eldar Earen, gli Elfi del Mare.

Come ogni stirpe elfica, anche i Teleri sono in armonia con la natura, sebbene non nella stessa misura dei Sindar. Tuttavia, per quanto riguarda il mare, il loro amore supera ogni altra stirpe. Il mare rappresenta per i Teleri molteplici cose: nutrimento, mezzo di viaggio, ispirazione artistica e contemplazione spirituale.

Fin da piccoli, i Teleri imparano a nuotare e a navigare, e vengono educati a vedere nel mare un simbolo di pace e autorità, riflesso dell’animo elfico. Il mare è visto come mutevole e profondo, proprio come lo spirito dei figli di Beltaine.

Vi è inoltre una componente quasi mistica nel rapporto con il mare: molti Teleri affermano di udire voci e suoni lontani tra le onde o nelle conchiglie. Questi suoni sono interpretati come messaggi provenienti da Ardania stessa. Trascorrere ore ad ascoltarli è pratica comune, sebbene l’esperienza sembri riservata alla sensibilità elfica.

Spiritualità

Tra le stirpi elfiche, i Teleri sono considerati i meno inclini a manifestare un culto esplicito o una religiosità tradizionale. Tuttavia, è errato ritenere che siano privi di fede: possiedono un forte credo, sebbene espresso secondo modalità proprie.

Divinità Patrone

Le divinità principali venerate dai Teleri sono Earlann e Morrigan. Il loro culto si inserisce profondamente nella vita quotidiana della stirpe: Earlann è venerato come protettore dei viaggi in mare, mentre Morrigan è considerata guida celeste grazie alle stelle. È consuetudine rivolgere preghiere e ringraziamenti a entrambi i Valar prima della partenza e al termine dei viaggi, tanto per invocare la buona riuscita delle traversate quanto per esprimere gratitudine per la bellezza del mondo e le opportunità offerte.

Tra le creature sacre, il delfino occupa un posto privilegiato: è ritenuto benedetto da Earlann e non deve essere mai ucciso.

Earlann

Oltre al ruolo protettivo nei confronti della navigazione, Earlann è considerato l’ispiratore del viaggio del capostipite Marip’in e del profondo amore per il mare che caratterizza l’animo telero. Sebbene i Teleri amino la natura in generale, il mare occupa un posto unico nei loro cuori: è visto come l’elemento più vasto, mutevole e possente dell’intero mondo.

Earlann è anche associato al concetto di trasformazione continua, paragonata alla corsa dell’acqua. Questo riflette la natura dei Teleri, noti per la loro propensione all’adattamento e al cambiamento più di ogni altra stirpe elfica. Il culto di Earlann include anche un aspetto legato alla meditazione e saggezza, sebbene questo venga maggiormente valorizzato nel clero rispetto alla popolazione generale.

Non è raro che i Teleri si concedano momenti di pausa dalla loro vita attiva, sedendosi in silenzio a contemplare il mare. In questi momenti si manifesta anche il lato più riflessivo e contemplativo della loro spiritualità.

Clero e Riti

Il clero dedicato a Earlann ha sede a Rotiniel e prende il nome di Falmar Laurie ("Onde d’Oro"). Si tratta di una cerchia prestigiosa, a cui appartengono sacerdoti non solo teleri ma anche di altre stirpi elfiche. Da essa viene scelto il Patriarca della fede di Earlann, e il gruppo è considerato custode di antiche conoscenze.

Tra le cerimonie principali:

  • Cerimonia di Purificazione: si tiene due volte l’anno presso la Perla, sede sacra di Rotiniel, e coinvolge il clero e i fedeli del Doriath. Vi si utilizza l’acqua del Raggio di Luna per la purificazione dell’anima.
  • Almie Nenion (Benedizione delle Acque): si celebra all’inizio della primavera e alla fine dell’autunno. Il rito primaverile invoca la protezione sui commerci e la pioggia; quello autunnale ringrazia per i doni ricevuti e segna la chiusura della stagione marittima.

Earlann è conosciuto tra i Teleri con vari appellativi in lingua telerin:

  • Illume Saira (Sempre Saggio)
  • Aran Tumno (Re del Profondo)
  • Bala Nenion ar i Sanweo (Dio delle Acque e della Meditazione)

Morrigan

Morrigan è associata alla stirpe degli antichi luinquendi, gli elfi azzurri che abitavano le coste prima dell’arrivo di Marip’in. Pur non essendo certo che i Teleri ne discendano direttamente, la Valie è considerata loro patrona, al pari di Earlann.

È venerata come guida celeste, colei che ha posto i fiori nel cielo sotto forma di stelle. È chiamata:

  • Tàri Elenion (Regina delle Stelle)
  • Aracano Fanyaron (Conduttrice dei Cieli)

Per i Teleri, Morrigan rappresenta una luce di speranza anche nelle tenebre più fitte, e viene vista come nemica giurata degli oscuri, coloro che hanno abbandonato la comunità elfica.

Un altro aspetto rilevante è il suo ruolo di Madre della Magia e Dispensatrice di Sogni profetici, sebbene meno centrale per i Teleri rispetto ad altre stirpi. L’eccezione è rappresentata dai maghi e dal clero dedicato a Morrigan, per i quali questo aspetto è più prominente.

Un aspetto particolarmente sentito è la duplice natura della dea, che riflette la capacità telera di adattarsi e mutare rapidamente, vivendo tra mondi e culture diverse. L’elemento dell’inganno, anch’esso attributo della Valie, è stato storicamente valorizzato soprattutto nelle prime spedizioni commerciali, durante le quali i Teleri ricorsero all’astuzia verso gli umani.

Clero e Riti

Il clero morriganita dei Teleri celebra rituali marini e celesti, tra cui:

  • Rito delle Maree e della Magia: si svolge durante le notti di luna piena. Viene espressa gratitudine per la guida fornita attraverso gli astri e per il dono della magia.
  • Rito della Luna Nuova: si tiene quando la luna non è visibile in cielo. Il significato specifico del rito non viene descritto, ma la sua esecuzione sottolinea la connessione tra Morrigan, il cielo e i suoi cicli.

Gli Altri Valar e Culti

Come tutti gli Eldar, anche i Teleri venerano l’intero pantheon dei Valar, pur coltivando preferenze individuali. Oltre a Earlann e Morrigan, figure centrali per il loro culto, numerose altre divinità rivestono un ruolo significativo nel vissuto spirituale telero.

Beltaine, Madre degli Dei

Per i Teleri, Beltaine rappresenta l’immagine materna e il legame che unisce tutti gli Eldar. Se Earlann simboleggia il mare che li conduce lontano e Morrigan il cielo stellato che li guida, Beltaine è la Madre che abbraccia gli elfi e rafforza il senso di collettività elfica. Il suo culto è radicato nella memoria storica dei Teleri, discendenti dei Quenya di Ondolinde, presso i quali era la dea più cara. Nonostante non sia più la loro patrona diretta, molte famiglie hanno mantenuto il culto di Beltaine sin dai tempi di Marip’in.

A Rotiniel, il clero di Beltaine conserva ancora antichi rituali, eredità di tradizioni risalenti a Ondolinde. Tra questi:

  • Linde Finirion – Il Canto dei Morti: rito celebrato sulla spiaggia, durante il quale i sacerdoti ascoltano i sussurri degli spiriti dei figli di Beltaine morti in mare. Le rivelazioni ricevute vengono riportate ai fedeli attraverso canti tristi e solenni.
  • Mique Earo ar Kemeno – Il Bacio di Mare e Terra: cerimonia primaverile officiata da sacerdoti di Beltaine ed Earlann, che prevede il passaggio simbolico dell’acqua marina, versata poi sul terreno appena seminato. Il rito simboleggia l’unione armoniosa degli elementi Acqua e Terra e invoca la benedizione della Madre e di Suo Figlio.
  • Asar Annarion ar Kemeno – La Festa dei Doni della Terra: rito di ringraziamento per il raccolto e di benedizione al lavoro di contadini e mercanti. I generi raccolti vengono esposti al tempio, sancendo un passaggio simbolico dalla terra (i contadini) alla città (i mercanti), auspicando il guadagno reciproco.
  • Anna Feain – Dono per le Anime: cerimonia legata al Canto dei Morti e dedicata alle anime dei dispersi in mare. Celebrata sui moli durante le notti di luna nuova, spesso con la partecipazione dei cleri di Morrigan ed Earlann. Oggetti simbolici e di sostentamento vengono deposti su una piccola nave, che, dopo le preghiere, viene affidata al mare.

Suldanas

Tradizionalmente ritenuto il Vala meno vicino ai Teleri, il culto di Suldanas ha conosciuto una costante crescita. I pericoli affrontati in mare – da mostri a pirati – hanno rafforzato la figura di Suldanas come Dio della Vendetta. Inoltre, la crescente partecipazione di Rotiniel agli affari internazionali ha comportato l’impegno dei Teleri in numerosi conflitti, rendendo più frequente il ricorso alla protezione del Dio della Furia della Foresta. Non è raro, durante le cerimonie, assistere alle Benedizioni delle Armi impartite dal clero di Suldanas.

Le Figlie di Earlann – Le Ninfe

Fondamentali nella storia della nascita dei Teleri e nella vicenda di Marip’in, le ninfe di Earlann sono oggetto di particolare venerazione. Esse ispirano le arti, comunicano con gli elfi e trasmettono antiche conoscenze musicali. È in loro onore, e grazie ai loro insegnamenti, che i Teleri hanno conservato l’antico appellativo di Lindar, ovvero i Cantori.

Il Culto del Tulip

Sebbene il culto del Tulip sia fortemente associato ai Quenya della Splendente, esso è ancora vivo anche tra i Teleri. I Quenya che seguirono Marip’in fino alla fondazione di Rotiniel non abbandonarono questa venerazione. In molte abitazioni telere sono visibili antiche e preziose sculture del Sacro Albero, oggetto di culto profondo. L’intensità di questo legame si manifesta nel fervore spirituale dei pellegrini che hanno avuto la visione del Tulip, esperienza che lascia un segno profondo ed ineffabile, difficile da esprimere a parole nella lingua comune.

Società

La società telera, a un primo sguardo, potrebbe apparire simile a quella degli umani. Questo effetto è dovuto all’evidente influenza della cultura umana, in particolare dei regni occidentali, nonché all’apporto di elementi provenienti dai paesi meridionali di Ardania, frutto di recenti scambi commerciali. Tali influenze si riflettono soprattutto nell’architettura, nell’abbigliamento e in certi aspetti linguistici. Tuttavia, nonostante le somiglianze esteriori, la struttura sociale dei Teleri resta intrinsecamente elfica.

Educazione e le Radure

Come tutti gli Eldar, anche i Teleri iniziano il proprio cammino educativo attraverso il percorso delle Tre Radure. Tuttavia, solo una parte di loro giunge alla terza radura, prevalentemente gli individui più conservatori, come sacerdoti e membri di famiglie tradizionali. Le prime due radure, comunque frequentate dalla quasi totalità dei giovani Teleri, si distinguono per un’impronta meno teorica rispetto a quelle dei Quenya e per un approccio esperienziale. Inoltre, esse comprendono insegnamenti dedicati alla conoscenza delle culture straniere, a differenza di quelle Sindar. Questo metodo formativo spinge spesso i giovani Teleri a esplorare il mondo o a cercare nuove esperienze già prima del completamento della seconda radura.

Economia e ruolo del commercio

Il concetto di denaro e commercio assume per i Teleri una valenza spirituale: viene considerato una forma di lode al creato, poiché consente di raccogliere e apprezzare le bellezze disseminate dai Valar nel mondo. Tale visione porta i Teleri ad attribuire grande importanza agli oggetti rari, raffinati ed esotici. Di conseguenza, i mercanti occupano spesso le posizioni più elevate della gerarchia sociale e sono considerati tra i principali sostenitori della collettività, anche grazie alle loro donazioni ai templi e alla comunità.

Gerarchia e struttura sociale

La struttura sociale dei Teleri è meno rigida rispetto a quella degli umani, ma presenta una stratificazione più marcata rispetto ai Sindar. Sebbene non esista una vera e propria nobiltà ereditaria in senso stretto, alcune famiglie sono riconosciute come “nobili” per la loro fama storica o per le loro durature tradizioni mercantili di successo. Anche il clero elfico gode di grande considerazione, sebbene le pratiche religiose siano meno frequenti rispetto a quelle dei Quenya. A Rotiniel, in particolare, è considerato atto di profonda devozione il compiere generose offerte monetarie ai templi.

Le arti e l’influenza delle Ninfe

Le arti occupano un posto centrale nella vita dei Teleri, in gran parte grazie all’influenza delle Ninfe, figlie di Earlann. I cantori e gli artisti sono molto ricercati, e i mercanti più influenti competono per assicurarsi la loro presenza nelle proprie dimore. Questo culto per l’arte è uno dei tratti distintivi della cultura telera, tanto che l’antico appellativo Lindar, ossia "i Cantori", è ancora usato in riferimento a loro.

Invecchiamento e ritorno alle origini

Con il passare dei secoli, molti Teleri tendono a somigliare sempre più ai Quenya di Ondolinde, non solo fisicamente ma anche nei modi e nei pensieri. Invecchiando, diventano più riflessivi, distaccati dai non elfi, più devoti, e iniziano a utilizzare forme linguistiche arcaiche. Questo processo sembra avvenire in modo spontaneo, e viene spesso commentato con ironia all’interno della comunità telera. Dopo secoli di esperienze e contatti con altri popoli, la perdita di amici e compagni mortali induce in molti una crescente malinconia e un progressivo ritorno alla tradizione elfica.

Morte e rito del ritorno

Alla fine del loro lungo cammino, molti Teleri sentono il richiamo del Tulip – il sacro Albero – e si preparano al trapasso. Quando percepiscono il “canto del Tulip”, i Teleri prossimi alla morte salpano su una piccola barca per prendere il largo, senza fare ritorno. Tale gesto è considerato una forma di commiato e di ritorno alla propria origine spirituale. La morte, pur accompagnata dal dolore, è per i Teleri anche un’occasione di festa: si celebrano le gesta del defunto con canti, danze e brindisi, ritenendo che l’anima sia tornata al Tulip. Il culto del Bianco Albero della Splendente rimane profondamente radicato nel cuore dei Teleri e diventa particolarmente intenso con l’avvicinarsi della fine della vita.

Arte e Artigianato

Arte e Artigianato

L’artigianato dei Teleri si distingue per la sua qualità, pienamente in linea con gli elevati standard degli Eldar. La loro produzione si caratterizza per una quantità significativamente maggiore rispetto a quella di altre stirpi elfiche, ma ciò non implica una minore cura o raffinatezza. I Teleri dedicano infatti una parte rilevante della loro lunga esistenza alla creazione artigianale.

A differenza dei Quenya, i Teleri non perseguono il perfezionismo assoluto in ogni manufatto. Sebbene la qualità sia sempre elevata, l’estetica elfica risulta spesso più sobria. Gli ornamenti più raffinati e i simboli mistici sono talvolta celati, visibili solo a un occhio attento. È tipico trovare incisioni silvane o preghiere ai Valar inserite con discrezione in zone poco visibili degli oggetti destinati al commercio.

Quando gli artigiani teleri realizzano opere destinate a mani elfiche, la loro cura per i dettagli aumenta notevolmente, raggiungendo livelli di armonia e bellezza comparabili a quelli dei Quenya. Gli oggetti che superano le aspettative artistiche vengono spesso trattenuti dai loro creatori, piuttosto che ceduti o venduti.

Cucina Telera

La tradizione culinaria dei Teleri è profondamente legata alla loro vicinanza al mare. Particolarmente rinomate sono le pietanze a base di pesce, trattate con maestria, ma esistono anche molte ricette pensate per i viaggi marittimi, come le preparazioni secche. Alcuni esempi raffinati includono:

  • Filetto di tonno glassato al miele d’acacia, panato con semi di sesamo e guarnito con marmellata di melograno.
  • Marinata di pesce spada, preparata con olio, limone, sale e pepe.

A livello quotidiano, la cucina telera mantiene una semplicità funzionale. Rispetto ad altre culture elfiche, e in particolare ai Quenya, i piatti teleri sono caratterizzati da una minore attenzione alla presentazione visiva.

Bevande

Tra le bevande diffuse presso i Teleri si annovera la totalità delle bevande elfici tradizionali, ma una in particolare li contraddistingue: la birra telera. Nonostante la birra non sia abitualmente associata alla cultura elfica, i Teleri ne sono appassionati produttori e consumatori. La tradizione vuole che la ricetta originale sia stata acquisita da un mercante telero attraverso un inganno nei confronti di un oste umano.

Benché la leggenda non sia verificabile, è certo che la birra telera abbia origini nelle terre degli uomini. Nel tempo, questa bevanda ha subito un’evoluzione, assumendo caratteristiche proprie: profumi delicati, sapori differenziati e gradazioni variabili a seconda della lavorazione del malto, alcune delle quali particolarmente forti. Si tratta di una specialità apprezzata anche dai visitatori.

Abbigliamento

Il vestiario telero riflette una peculiare tendenza creativa: quella di adattare elementi provenienti da culture esterne, conferendo loro un tocco elfico. Accanto agli abiti elfici tradizionali, è frequente l’uso di capi di origine umana, modificati con eleganza tramite ricami, materiali preziosi e design elfici.

Durante eventi mondani a Rotiniel, è comune vedere dame teleri indossare gonne pompose ispirate alla moda di Hammerheim, impreziosite da catenine di azzurrite e madreperla e abbinate a corpetti con scollature e schiene scoperte in stile elfico. Questa fusione tra moda elfica e umana rappresenta un tratto distintivo della società telera.

La moda tra i Teleri risulta estremamente mutevole rispetto a quella delle altre stirpi elfiche, generalmente più conservatrici. Si narra che un telero non esiti a vestirsi come un contadino umano se la situazione lo richiede. Vi sono testimonianze di dame teleri che, il giorno dopo aver partecipato a un ballo in abiti sontuosi, si sono recate al mercato indossando abiti semplici per ottenere prezzi più convenienti.

Musica Telera

La musica occupa un posto centrale nella cultura dei Teleri, tanto che essi vengono talvolta definiti Lindar, ovvero "i cantori". Le loro doti musicali sono universalmente apprezzate, e non è raro che nobili di altre città paghino somme considerevoli per assicurarsi la presenza di musicisti teleri ai propri eventi.

Secondo alcune leggende, le figlie di Earlann – creature mezze divine e mezze mortali – richiamano artisti elfi (e talvolta umani) con canti e risate. Coloro che li seguono si ritrovano condotti nelle acque, dove le ninfe (o i loro equivalenti maschili, per le elfe) insegnano loro nuove tecniche, strumenti o forme artistiche. I Teleri sembrano particolarmente inclini a questi incontri, che alcuni considerano una benedizione per la loro devozione al Sempre Saggio.

La lingua telerin, pur non essendo armoniosa quanto il sindarin o il quenya, viene trasformata dai musicisti teleri in un mezzo di espressione artistica straordinario. I Teleri non si limitano però alla loro lingua: apprendono spesso il sindarin dai Sindar residenti a Rotiniel, utilizzandolo in modo creativo. I canti sindarin dei Teleri sono arricchiti da melodie rapide, flauti vivaci e percussioni brillanti, che li rendono originali e dinamici.

La musica telera si distingue per la sua imprevedibilità, complessità e contaminazione culturale. Le melodie sono spesso esotiche e lontane dagli schemi consueti, rendendole inaccessibili all’ascoltatore umano comune e talvolta “contaminate” agli occhi degli elfi più tradizionalisti. Eppure, è proprio grazie a questa ricchezza espressiva che i Teleri vengono considerati tra i migliori cantori di Ardania. I loro componimenti spaziano dalle epopee eroiche alle ballate amorose, fino alla celebrazione della vita quotidiana delle genti con cui vengono a contatto.

L’arpa, in particolare, occupa un ruolo speciale: strumento prediletto, viene associata simbolicamente al mare.

Rapporto con gli altri popoli

Le seguenti considerazioni illustrano le tendenze culturali e le attitudini più comuni tra i Teleri nei confronti delle altre stirpi elfiche e delle razze civilizzate. Si tratta di visioni diffuse, che non devono essere intese come opinioni assolute o condivise da ogni singolo membro della stirpe di Marip’in.

Teleri sui Sindar

I Teleri nutrono un sentimento ambivalente verso i Sindar. Da un lato, ammirano profondamente alcune loro caratteristiche, come il rapporto profondo con la natura, la compostezza del portamento e la notevole affinità con gli animali. D’altro canto, tendono a percepire nei Sindar – in particolare quelli insediati a Tiond – un atteggiamento eccessivamente distaccato dal mondo esterno, che viene talvolta visto come un rischio di decadimento culturale, dovuto a una forma estrema di isolazionismo. Tale preoccupazione è condivisa anche da alcuni Quenya.

Nonostante questa critica, i Teleri rispettano sinceramente la fede spontanea e genuina che i Sindar ripongono nello stile di vita derivato dal concetto di Collettività Elfica.

Teleri sui Quenya

Benché i Teleri condividano un'origine comune con i Quenya, le rispettive traiettorie culturali si sono diversificate al punto da generare un certo distacco reciproco. I Teleri non attribuiscono particolare peso alla disapprovazione che i loro modi di vita possono suscitare presso la corte di Ondolinde, e a loro volta criticano ciò che percepiscono come un eccessivo immobilismo culturale nei Quenya.

Secondo la visione telera, i Quenya tendono a irrigidirsi nel mantenimento delle tradizioni per timore di perdere ciò che è stato faticosamente preservato nel tempo, soprattutto dopo i cosiddetti “falò senza luce” che segnarono i periodi di declino culturale. I Teleri, al contrario, sostengono l’importanza del cambiamento e del confronto con il mondo esterno.

È frequente che un telero consideri un Quenya come un custode vivente della cultura elfica antica, interessante ma talvolta percepito come noioso, e bisognoso di essere risvegliato dal contatto con l’esterno.

Teleri sugli Umani

Il termine usato in quenya dai Teleri per gli umani è Atan (plurale Atani). L’atteggiamento telero verso gli umani si caratterizza per un misto di ammirazione e disorientamento. Da un lato, affascina la capacità degli umani di ottenere grandi risultati in tempi di vita relativamente brevi, nonché la loro creatività e inventiva. Dall’altro, viene osservata con una certa perplessità la loro impulsività e l’instabilità che caratterizza tanto la loro società quanto i singoli individui.

I Teleri non considerano gli umani alla stregua di elfi, ma ne riconoscono le qualità e mostrano una notevole apertura nel relazionarsi con essi. Sono noti per integrare frequentemente gli umani nelle loro attività quotidiane e per apprezzare la loro "freschezza" e intraprendenza, talvolta più che quella di alcuni elfi di altre stirpi.

Tra le usanze storiche dei Teleri vi fu anche la pratica della menzogna, in particolare verso gli umani, per ottenere vantaggi commerciali o sociali. Pur non essendo più diffusa come un tempo, sopravvive ancora oggi una certa tendenza tra i Teleri a raccontare “storie colorite” o esagerate, senza che questo venga percepito come disonorevole all’interno della cultura telera.

Nel complesso, i Teleri sono la stirpe elfica che mostra la considerazione più alta verso gli umani, riconoscendone i limiti ma anche i meriti, e promuovendo una convivenza pacifica e costruttiva.

Teleri e Mezz’elfi

I Pereldar (sing. Perelda) sono trattati dai Teleri con rispetto e amicizia, in netto contrasto con l’atteggiamento comune presso altre stirpi elfiche. I Quenya, sulla base delle loro leggi ispirate alla Collettività Elfica, tendono a considerare i mezz’elfi come esseri da compatire o da reinserire nelle comunità umane. I Sindar, da parte loro, li escludono generalmente dalla Comunità Elfica.

I Teleri sono gli unici a riconoscere nei Pereldar una piena dignità individuale. Quando il sangue elfico è predominante, possono considerarli quasi alla pari degli Eldar, giudicandoli non per la loro discendenza, ma per i loro atti e meriti personali.

Un esempio emblematico di questa apertura è l’incoronazione, nella Perla di Rotiniel, della Tàri Lindel, sovrana di stirpe mezz’elfa, accolta e rispettata come regnante legittima.

Teleri e Nani

Il rapporto dei Teleri con i Naucor (sing. Nauco) è complesso e spesso segnato da una certa distanza. Persistono sentimenti contrastanti, tra cui un senso di colpa per le antiche ingiustizie subite dai Nani per mano degli Eldar, ma anche una difficoltà oggettiva nel ristabilire rapporti sereni a causa delle differenze culturali e del risentimento ancora presente in molti Naucor.

Le interazioni tra Teleri e Nani sono dunque rare, e i Teleri preferiscono generalmente evitarle. Tuttavia, non mancano casi in cui emerge una curiosità sincera verso questa razza così diversa, e vi sono segnali che lasciano intravedere la possibilità, in futuro, di una convivenza rispettosa e forse anche di una collaborazione.

I Teleri di Ondolinde

Un gruppo di famiglie telere si trasferì a Ondolinde dopo il Grande Incendio di Rotiniel, agli inizi del regno di Ersyh il Triste, preferendo abbandonare la Perla invece che partecipare alla sua ricostruzione. Accolti dalla Tàri Aredhel Eldamar, questi Teleri giurarono fedeltà al Tulip e furono integrati nella società quenya.

Conosciuti anche come “Teleri quenya” o “Teleri ondolindelore”, questi elfi hanno mantenuto molti tratti distintivi della loro origine, come la carnagione olivastra, i capelli rossi o neri e l’uso privato della lingua telerin di Rotiniel, nonostante in pubblico parlino il quenya ondolindelore. Si sono distinti soprattutto come mercanti, costruttori navali e membri autorevoli del clero di Earlann e Morrigan.

Pur essendo formalmente parte della società di Ondolinde, mostrano una maggiore apertura verso gli umani rispetto agli altri Quenya, mantenendo viva la mentalità telera anche nella nuova patria.

Leggende

Il termine “Teleri” deriva da teler, che significa “ultimo”, e identifica la più giovane tra le stirpi degli Eldar. Sono noti anche come Nelyar, ossia “i terzi” (escludendo la stirpe dei Drow), e Lindar, appellativo che riflette la loro maestria nel canto e nella narrazione. I Teleri coltivano una viva tradizione orale e amano raccontare storie: siano esse leggende antichissime, avventure vissute in prima persona o aneddoti raccolti lungo i porti di Ardania, esse costituiscono un elemento centrale della loro cultura.

Tra le numerose leggende teleri, alcune assumono toni fiabeschi o persino grotteschi, altre invece si fondano su eventi che appaiono più verosimili. Di seguito sono riportate alcune delle narrazioni più celebri:

La leggenda dei Luinfairi – “Gli spiriti azzurri”

Secondo la tradizione teleri, quando un marinaio perisce in mare, talvolta il suo spirito non riesce a raggiungere il Tulip. In questi casi, lo spirito resta nel mondo dei vivi, tormentato dall’invidia verso i vivi che solcano le onde. Queste entità, note come Luinfairi, sono descritte come non morti dalle fattezze azzurre, con occhi ardenti di fiamme glaciali e corpi coperti di alghe. Sono dotati di artigli affilati come lame e si narra che abbiano attaccato la città di Rotiniel in più occasioni, l’ultima delle quali durante il regno di Ersyh, l’Aran Triste.

Il Delfino di Cristallo

Una leggenda narra che il Delfino di Cristallo fu evocato tramite un antico rituale da parte del clero di Earlann. In seguito, fu concesso ai Teleri come guardiano delle coste contro l’antica minaccia dei serpenti marini, un tempo assai più frequente. Questo essere leggendario è descritto come dotato di straordinaria velocità, forza e astuzia. Secondo la credenza, esso dorme sul fondale marino nei pressi di Rotiniel e si ridesterà solo in caso di grave pericolo.

Il Tridente di Marip’in

Secondo una leggenda marina, durante uno dei suoi viaggi, Marip’in il Viaggiatore smarrì il proprio tridente in mare. Questo artefatto, presumibilmente dotato di poteri magici, permetterebbe a chi lo ritrova di comandare le acque e purificare le terre nel nome dei Valar. La sua ubicazione è ignota, e molti racconti di marinai parlano di visioni fugaci del tridente nei fondali.

La Ciria Fairion – La nave fantasma

Numerose versioni circolano riguardo alla Ciria Fairion, una misteriosa nave fantasma avvistata in diverse epoche. Sebbene ogni racconto presenti variazioni, la ricorrenza delle descrizioni e la diffusione della leggenda suggeriscono che possa avere un fondamento di verità. I racconti parlano di una nave avvolta nella nebbia, condotta da un equipaggio silenzioso e priva di bandiere o insegne.

I Loti Atalantar Morricaneva – I fiori cadenti di Morrigan

I Teleri attribuiscono un significato poetico e spirituale alle stelle cadenti, che chiamano Loti Atalantar Morricaneva. Si dice che questi siano fiori raccolti tra i capelli di Morrigan e che, pettinandosi, la dea li lasci cadere nel cielo. Secondo la credenza, se uno di questi fiori celesti tocca un Elda, esso riceverà misteriosi poteri magici, la cui natura non è mai chiarita nei racconti, ma sempre circondata da un’aura di incanto e mistero.

Molte altre leggende circolano tra i Teleri e costituiscono parte integrante della loro cultura orale. Coloro che desiderano ascoltarle direttamente sono invitati a visitare Rotiniel, dove i Teleri accolgono i viaggiatori con calore e raccontano storie senza fine, seduti vicino al mare.