Storia
Un tempo la giungla cantava il nome di Mawu, e il popolo Qwaylar viveva nella Città di Pietra. Ma l’arroganza del Tlatoani Wukamota attirò la collera divina: la città fu inghiottita dalla giungla. Mombata, schiavo fuggito e guerriero liberatore, guidò i sopravvissuti a fondare Waka Nui.
Per secoli vissero in pace, finché giunse Nukubame, guerriero della tribù Chaka Makao, spinto da uno stregone servo del Serpente. I saggi cedettero il villaggio per salvare il sangue del loro popolo. I Qwaylar fuggirono a Tortuga, accolti dai Corsari, fondando, nell'A.I. 277, il villaggio di Timata Ora e lì attesero il tempo della rinascita.
Anni dopo, nell'A.I. 286, scoperto l’inganno dello Stregone e dei suoi Njoka grazie alla tribù Qwaylar, Nukubame ruppe l’incantesimo e restituì Waka Nui ai Qwaylar. Così la giungla riprese a cantare il loro nome.
Idiomi Qwaylar
I Qwaylar parlano il Comune, ma il loro isolamento ha reso il linguaggio semplice e diretto: usano spesso solo presente o infinito, con un lessico ridotto e giri di parole per concetti complessi. Questo può farli apparire ingenui, ma il loro acuto spirito d’osservazione smentisce ogni pregiudizio. Alcune parole arcaiche, ereditate da un'antica civiltà di pietra, sopravvivono nel linguaggio rituale e nei titoli tradizionali.
Alcuni termini sono sopravvissuti e vengono tutt’ora usati per la gerarchia e in alcuni frangenti del parlato comune:
Kia Ora – Salve
Zuleida – Arrivederci
Akpe Na – Grazie
Mawu Lo Lo – Mawu è grande (esclamazione tipica usata in diverse situazioni)
Mawena – Dono
Tak – Si
Mà – No
Zunambo – Stupido
Yarda – Ardania, l’insieme delle terre e dei mari conosciuti
Watan – Nuovo Mondo
Kaniga Wata – nome del villaggio qwaylar nel nuovo mondo
Fede Qwaylar
I Qwaylar credono che tutto abbia uno spirito: ogni fiume, montagna, animale o malattia è vivo, perché abitato da un frammento del Grande Spirito, Mawu. Gli Spiriti Maggiori sono sue manifestazioni: il fuoco (Xangò), il fiume (Mami Wata), il fulmine (Hebieso), la caccia (Oxossi), la guerra (Gu), la morte (Sakapta) e altri ancora. Nessuno è solo buono o cattivo: come la natura, vanno rispettati.
Ogni gesto quotidiano è sacro, e musica, danza e colori sono usati per comunicare con gli spiriti. Alcuni Qwaylar ricevono un spirito guida da giovani, spesso sotto forma animale, che li accompagna per tutta la vita. Esistono anche antichi spiriti e creature leggendarie, ricordati nei canti degli anziani, come il Serpente Arcobaleno e l'Albero della Vita, Kuu Maisha.
Codice morale e leggi
I Qwaylar vivono secondo tre codici fondamentali:
- Volere degli Spiriti (precetti religiosi verso Mawu e gli Spiriti),
- Volere degli Antichi (valori morali come onestà, laboriosità),
- Legge della Giungla (norme di convivenza interna e verso gli stranieri).
Chi infrange i primi due è giudicato dopo la morte da Sakapta, ed emarginato in vita. Le violazioni della Legge della Giungla sono punite dagli Anziani con pene proporzionate: dal pagamento all'esilio, fino alla morte.
Linea ruolistica
Mentalità qwaylar
- Spirituale e animista: ogni aspetto della vita è guidato dagli Spiriti. La natura non è solo risorsa, ma madre, dimora e divinità vivente. Niente viene preso senza ringraziamento o rispetto.
- Comunitario: l’identità non è individuale, ma tribale. Il bisogno del singolo è il bisogno del gruppo, e la solidarietà interna è un dovere morale.
- Tradizionalista: tutto ciò che è “bianco”, moderno o estraneo è visto con sospetto. Il qwaylar non cambia il proprio modo di vivere per compiacere gli esterni, né si lascia affascinare facilmente dalle comodità.
- Diffidente ma capace di profonda lealtà: gli stranieri devono guadagnarsi fiducia con gesti concreti, rispetto e onestà. Chi supera la prova viene accolto come fratello. Chi mente o raggira, viene cacciato o punito.
Rapporto con gli altri
- Stranieri: mai familiari, mai presi alla leggera. Serve un preavviso, un dono e un comportamento rispettoso. Gli errori non si perdonano facilmente. La fiducia è preziosa, l’ospitalità un onore da meritare.
- Altri qwaylar: anche tra tribù ostili vige il concetto di “nemico fraterno”. Mai un qwaylar definirebbe un altro “selvaggio”, per rispetto verso Mawu e gli Spiriti. Le guerre tra tribù non cancellano l’uguaglianza della razza.
- Tremecciani: storici rapitori e schiavisti. I rapporti oggi sono pacifici ma tesi, e i qwaylar non dimenticano. Un tremecciano dovrà lavorare il doppio per guadagnarsi rispetto.
- Alleati: possono essere ben accetti, ma non sono fratelli. Le regole vanno rispettate in modo scrupoloso. Le zone sacre e le risorse della giungla sono inviolabili senza permesso.
Linguaggio e atteggiamento
- Semplice ma profondo: i qwaylar non sono rozzi, ma diretti. Usano proverbi, immagini legate alla natura e ai cicli spirituali. Parlano lentamente, pesando le parole.
- Attento e sospettoso: mai troppo rilassato con chi non è del villaggio. Osserva, ascolta, valuta. Se si è offesi, non si urla: si parla al consiglio o si chiama l’anziano.
Aspetto e comportamento fisico
- Vestiario minimo e tribale: pelli, pellicce, monili tradizionali. Ogni oggetto ha un significato. I vestiti “dei bianchi” sono rifiutati per principio.
- Niente scarpe, salvo eccezioni: i qwaylar camminano scalzi nel proprio ambiente naturale. Solo su suolo ostile usano calzature rudimentali.
- Portamento fiero, ma umile: non cercano di imporsi, ma nemmeno si fanno dominare. Sono padroni della giungla, e si muovono in armonia con essa.
Economia e valori
- Baratto e dono: il valore non è nella moneta, ma nel gesto. Il dono è simbolo di fiducia, il baratto una forma di relazione.
- Rispetto per la terra: niente viene preso senza permesso o senza restituire. Le risorse vanno condivise, mai saccheggiate.
- Auto-sufficienza: un qwaylar sa cacciare, raccogliere, costruire e curarsi con ciò che la natura offre. Questo è motivo d’orgoglio.
Tempo e vita quotidiana
- Tempo scandito dagli Spiriti: il giorno è un “cammino di Shoixal”, la notte una “danza di Lhuixan”. Ogni momento ha un senso cosmico e rituale.
- Attività principali: pesca, caccia, erboristeria, spiritualità, cerimonie, difesa del villaggio, preparazione dei pasti, narrazione attorno al fuoco.
- Vita semplice ma intensa: ogni gesto quotidiano può avere significato spirituale, ogni azione è per il bene del gruppo.
Info GDR Off
Waqa Nui è un regno chiuso formato da soli NPC e l'etnia Qwaylar per il momento non è giocabile.
Come interpretare tale chiusura: I Qwaylar, per ragioni culturali, storiche e spirituali, si sono chiusi al resto delle razze, scegliendo di vivere in isolamento. Hanno interrotto quasi ogni contatto con il mondo esterno e mantengono un controllo rigidissimo sui propri territori, rendendo molto difficile — se non impossibile — l’accesso a chi non appartiene al loro popolo.