Divinità nordiche

Il culto nordico, noto come Heimskringla o Antica Via, affonda le sue radici in un passato remoto, quando le prime tribù del Nord veneravano Yggr e Hejldam come origine e custodi del cosmo. Tuttavia, col tempo e a causa dei contatti con i popoli del sud, la memoria di questo culto si offuscò. Per secoli, i nordici adorarono inconsapevolmente gli dèi degli uomini, adattandoli alle loro usanze e tradizioni orali, pur mantenendo, come un'eco lontana, tracce dell'antico sapere. Unica eccezione fu Oghmar, dio della conoscenza e della magia, il cui culto, legato all’uso delle arti arcane, non ha mai trovato vera dimora tra i popoli del Nord, da sempre diffidenti verso la magia.

Fu solo nel 285 A.I. che l’Heimskringla venne riscoperta e restaurata, riportando alla luce il culto originario e distinguendo nuovamente le divinità nordiche da quelle delle altre culture ardane che vengono identificate solo come influenze dei mondi.

L’Heimskringla è oggi praticata in modo consapevole, con riti, simboli e miti che raccontano la creazione, l’equilibrio e la sorveglianza dei nove mondi, rendendo i nordici profondamente legati alla ciclicità del cosmo e al rispetto del proprio ruolo al suo interno.

Yggr, il Signore del Tutto

Conosciuto come il Creatore del Cosmo, Yggr è la divinità primordiale della religione nordica. Nato dal Ginnungagap, ha dato forma ai nove mondi e all’Yggdrasil, l’albero sacro che li sorregge. È rappresentato come un tutt’uno con il frassino cosmico, invisibile e onnipresente, simbolo di origine e unità del creato. Il suo culto è ancestrale e venerato con rispetto austero. Il suo colore è il bianco nuvola, i simboli sacri sono rametti artici o cortecce.

Hejldam, il Guardiano dei Mondi

Generato da Yggr come custode dei nove regni, Hejldam sorveglia i passaggi tra i mondi con forza e vigilanza. È il volto più vicino e umano del culto nordico, descritto come un giovane con capelli e barba incolti e il martello Mjollnir in pugno. Il suo culto è parte integrante dell’Heimskringla. Il suo colore è il rosso chiaro, i simboli sacri sono un piccolo drago in legno, un martello o un occhio.

L'Antica Via

All’inizio dei tempi non esisteva nulla. Né terra, né cielo, né mare. Solo un vuoto sconfinato e oscuro: il Ginnungagap. Fu da quel nulla che sorse Yggr, l’Essere Primigenio, che per ere contemplò il vuoto, finché la sua volontà non si fece creazione. Diede forma ai primi mondi: uno di fuoco e terra, uno d’acqua e vento, uno rigoglioso di vita e uno di declino e sofferenza. Ma fu con Ardahin, il mondo centrale, che Yggr pose la sua opera più grande: piantò un seme, e da quel seme nacque Yggdrasil, l’albero cosmico. Per renderlo eterno, Yggr si fuse con esso, donandogli la propria essenza. Da quel momento il tempo cominciò a scorrere.

L’albero crebbe e i suoi rami e radici si distesero attraverso i mondi. Su Ardahin, Yggr portò creature nate altrove: gli Alvar, che appresero la magia rubando l’energia dell’albero, e i Dverg, che portarono l’arte della forgia. Poi vennero gli uomini, i Mann. Alcuni seguirono gli Alvar e appresero la magia, logorando le radici dell’Yggdrasil. Altri si rifugiarono a nord, presso i Dverg, apprendendo l’arte del ferro e venerando l’albero. Si dice che fu proprio quella venerazione ingenua, priva di superbia, a commuovere Yggr, che per la prima volta pianse: e le sue lacrime divennero neve, a ricoprire le terre del Nord.

Ma non vi era ancora morte. Così, con il tempo, sorsero ambizione, inganno e guerra. Allora Yggr creò i reami dell’aldilà: Oghdain, custode della memoria e della follia; Vashaneir, il luogo dei dannati; Cromdahil, dimora dei giusti; e infine il Valhalla, il grande palazzo per eroi e artigiani, dove si potesse vivere in eterno nella gloria delle proprie gesta.

Per vegliare sui passaggi tra i mondi, Yggr fece nascere un custode: Hejldam, nato dal fiore unico dell’Yggdrasil, che con il potere del flux avrebbe sorvegliato le soglie del cosmo.

Ma anche l’eternità ha una fine. Le leggende parlano del Gotterdammerung, il crepuscolo degli Dei. Quando il pozzo della memoria si colmerà di pensieri folli, da esso sorgerà un verme senza nome, divoratore di mondi. Hejldam lo affronterà, ma il suo sangue darà vita a un nuovo germoglio: non portatore di vita, ma di morte. E così, l’Yggdrasil appassirà, i mondi collasseranno l’uno sull’altro, e tutto finirà… finché dal silenzio non tornerà a esistere il solo Ginnungagap. E Yggr, ancora una volta, sarà lì a contemplarlo.

Per approfondire: La religione nordica