I Non Morti sono creature il cui corpo è stato sottratto al naturale ciclo di vita e morte attraverso l’uso di arti oscure, necromanzia, maledizioni o antichi rituali. La loro esistenza è una perversione dell’ordine naturale: privati dell’anima o intrappolati tra i veli della vita e dell’aldilà, questi esseri sono spesso animati da una volontà esterna o da un legame magico che li ancora al mondo materiale.

La loro natura li pone al di fuori della società vivente: sono temuti, odiati, spesso perseguitati, e raramente tollerati anche nei luoghi più remoti. Nonostante ciò, i Non Morti non sono tutti uguali. Alcuni sono meri automi senz’anima, altri invece conservano piena coscienza, ricordi e volontà. Esistono Non Morti che hanno scelto consapevolmente di sottrarsi alla morte per proseguire uno scopo, inseguire conoscenza o potere, o evitare un destino peggiore.

Le forme che possono assumere sono molteplici: scheletri guerrieri, lich custodi di segreti arcani, spettri inquieti, mummie legate a culti antichi, o cadaveri rianimati da stregoni. In comune, hanno la condizione di “non-vita” e un legame profondo con la magia della morte e della decomposizione.

Scheletri

Con il termine "scheletri" si indicano tutti quei Non Morti il cui corpo è costituito unicamente da ossa, privo di organi, carne e muscoli. Queste creature sono tra le più comuni in Ardania e vengono generalmente evocate tramite riti necromantici, spesso per mano di negromanti o lich. La potenza di uno scheletro dipende strettamente dal corpo utilizzato nel rituale: in base alla provenienza e alla storia del defunto, si ottengono creature di diversa efficacia e pericolosità.

Scheletro Comune

Gli scheletri comuni sono generati dai resti di persone senza particolari doti marziali, come mercanti, contadini o notai. Il risultato è una creatura fragile e poco resistente, facilmente eliminabile da chiunque abbia un minimo di addestramento nel combattimento. Vengono evocati in gran numero per confondere i nemici, fare massa in battaglia e distrarre gli avversari più esperti. La loro funzione è più numerica che offensiva.

Scheletro di un Combattente

Nel corso dei secoli, molti valorosi guerrieri hanno affrontato le forze oscure, spesso spingendosi in luoghi tetri come la Torre del Male. Pochi sono tornati. I corpi di questi eroi caduti vengono talvolta recuperati e impiegati in rituali proibiti e brutali, la cui descrizione si perde nel silenzio e nell'orrore.

Grazie a questi riti, i necromanti riescono a infondere negli scheletri parte delle abilità che il combattente possedeva in vita. Sebbene la mancanza di muscoli impedisca di replicarne la forza originaria, questi Non Morti restano comunque formidabili. Ne esistono due varianti principali:

Scheletro Mago

Questi scheletri derivano dai resti di maghi defunti. I rituali che li evocano permettono loro di incanalare parte della potenza magica, grazie a un legame diretto con l’artefice della loro resurrezione. Non agiscono con volontà propria, ma ricevono intelligenza riflessa dal negromante che li domina.

I loro incantesimi sono spesso maledizioni: rallentano, indeboliscono e atrofizzano i nemici, rendendoli prede facili sul campo di battaglia. Sebbene incapaci di grande inventiva, la loro capacità di colpire rapidamente e con continuità li rende pericolosi.

Cavaliere Scheletro

Antichi paladini o combattenti d’élite, questi scheletri mantengono una parvenza dell'onore e della disciplina che li guidava in vita, ora corrotti e distorti. Armati di scimitarre e protetti da corazze e scudi, combattono in formazione e vengono usati come onde d’urto nelle armate dei Non Morti.

Presi singolarmente, sono relativamente gestibili; ma quando si muovono in gruppo, la loro forza si moltiplica. L’apparente goffaggine dei loro movimenti si annulla grazie al numero e alla ferocia coordinata. In molte battaglie, queste creature sono schierate in prima linea per sfondare le difese nemiche.

Dracolich – La Leggenda

Tra le leggende più temute che circondano i Non Morti, una in particolare aleggia come un presagio di morte: quella dei Dracolich. Si narra che esistano potenti negromanti, isolati nei recessi più oscuri del mondo, in grado di riportare alla "non-vita" i resti di draghi malvagi.

Queste creature, scheletri draconici animati da necromanzia e antichi sortilegi, combinerebbero la potenza primordiale del drago con la magia oscura del loro creatore. Secondo la tradizione, il rituale per evocare un Dracolich richiederebbe sacrifici innominabili e una conoscenza proibita, tramandata solo tra i più oscuri cultisti.

Se questa creatura esiste davvero, nessun esercito umano sarebbe in grado di affrontarla senza pesanti perdite. È la personificazione della morte alata, un incubo che pochi osano nominare.

Cadaveri

Con il termine “cadaveri” si indicano quei non morti costituiti da corpi in decomposizione, che infestano luoghi pervasi dal tanfo della morte o dominati dal potere del male. Le loro origini non sono sempre certe, ma spesso – come per gli scheletri – si tratta di evocazioni operate da negromanti o lich, oppure di schiavi al loro servizio. Tra le forme più comuni di questi non morti deambulanti si annoverano gli zombie e le mummie.

Zombie

L'origine degli zombie è avvolta dal mistero, ma le ipotesi più accreditate sono due. Secondo alcuni, si tratterebbe di cadaveri riesumati e animati mediante magia nera; altri sostengono che lo zombie nasca dal corpo di un uomo o una donna che, in vita, nutriva un desiderio morboso di cibarsi di carne umana.

Il loro aspetto è raccapricciante: corpi marcescenti e infestati da vermi, che si scagliano contro qualsiasi forma di vita percepiscano, privi di ogni intelligenza o raziocinio. Proprio per questa loro natura ottusa, risulta semplice impartire ordini a uno zombie, il che li rende strumenti ideali per fungere da guardiani o segugi al servizio dei loro padroni oscuri.

Mummie

Le mummie nonmorte derivano da cadaveri sottoposti all'imbalsamazione. Anticamente, nel Continente Umano questa procedura era considerata un onore riservato a sovrani, aristocratici o eroi. Quelli più avari e privi di scrupoli si assicuravano che le proprie tombe non potessero essere profanate sottoponendosi a riti oscuri che, in caso di intrusioni indesiderate, avrebbero permesso alla loro anima di tornare ad abitare i loro resti terreni per uccidere i responsabili. In alcuni casi, la mummificazione e la successiva trasformazione in guardiani nonmorti erano imposte a miscredenti o criminali come condanna da scontare per le loro colpe. 

Le genti delle regioni desertiche di Ardania, invece, credevano che nell'oltretomba i defunti avrebbero beneficiato delle ricchezze del loro corredo funebre. Di conseguenza, molti individui facoltosi desideravano che la propria salma venisse predisposta da esperti necromanti a poter essere rianimata dai loro spiriti, al fine di proteggere le loro tombe dai saccheggiatori. Frequentemente lo stesso trattamento era riservato alle loro mogli e ai loro schiavi.
È ormai opinione comune che il ritorno forzato di un'anima in un cadavere sia un processo gravemente disturbante e particolarmente pericoloso, perché spesso conduce i defunti alla pazzia o li induce a perdere la via per tornare tra i morti. La maggior parte delle mummie in circolazione a causa di risvegli del genere sono diventate infatti minacce permanenti pronte a scagliarsi come bestie rabbiose contro ogni forma di vita.
Circolano tuttavia voci e leggende a proposito dell'esistenza di mummie dalle qualità superiori, appartenute a temibili stregoni e alti sacerdoti di regni ormai scomparsi. A differenza di quelle più comuni, queste varianti conserverebbero menti integre e sarebbero tuttora guidate dalle oscure brame che le avevano motivate a restare aggrappate a questo mondo.

Incorporei

I non morti incorporei sono creature formate unicamente di spirito, prive di qualunque materia organica. Non hanno ossa né carne: la loro essenza è un amalgama di anime tormentate e forze oscure provenienti dal Regno dei Morti, la cui natura resta in gran parte ignota ai viventi.

Queste entità sono estremamente pericolose, non tanto per la loro resistenza fisica, spesso modesta, quanto per la loro potenza magica e per i veleni spirituali che portano con sé. I loro attacchi possono attraversare armature e carni senza lasciare segni visibili, ma lasciano dietro di sé una corruzione dell’anima che può essere letale.

Lo spettro è il più comune tra questi esseri nelle terre di Ardania. Sebbene non sia particolarmente resistente, il suo potere risiede nel veleno che emana: una sostanza eterea che può debilitare o uccidere anche i guerrieri più temprati in pochi istanti. È spesso accompagnato da altri non morti, e tra loro è uno dei più temuti, capace di infliggere maledizioni e tormenti spirituali.

I lich più potenti sono noti per saper evocare queste entità e vincolarle al proprio volere, usando gli spettri come armi viventi contro i loro nemici o come guardiani nelle loro dimore infestate.

Lich

I nonmorti più comuni di cui finora si è scritto sono creature che conservano soltanto frammenti degenerati delle menti che avevano da vivi, in cui difficilmente sono riconoscibili tracce delle loro precedenti identità.

Non vale altrettanto per i Lich, una delle varianti di nonmorti più potenti e pericolose in circolazione. La trasformazione in queste creature è il risultato di una scelta volontaria compiuta in genere dagli incantatori più esecrabili allo scopo di permanere tra i vivi dopo la morte e continuare a perseguire le loro ambizioni. I dettagli del procedimento necessario sono ignoti alla maggior parte degli studiosi ma si vocifera che soltanto gli arcanisti più potenti potrebbero affrontarlo con speranze di successo. Sembra infatti che richieda vaste sapienze occulte, ingenti risorse e gravi sacrifici, oltre a comportare il rischio di un decesso definitivo. Se l'esecuzione fosse impeccabile, il ritualista morirebbe ma la sua anima non abbandonerebbe il corpo defunto ed egli si risveglierebbe come Lich. Da quel momento in avanti, se venisse ucciso di nuovo, la sua anima non accederebbe all'Oltretomba ma si trasferirebbe in un filatterio appositamente predisposto. Entro pochi giorni, il corpo danneggiato si manifesterebbe risanato nei paraggi dell'oggetto ed essa potrebbe tornare ad abitarlo. Questa possibilità assicura ai Lich l'immortalità, finché non subiscono sia la distruzione fisica che quella del loro filatterio.
Inizialmente, questi nonmorti conservano intatti il loro aspetto e le loro personalità. Con il tempo, tuttavia, la decomposizione delle loro membra conferisce loro sembianze comparabili prima a quelle degli zombie o poi a quelle degli scheletri. I più attenti ritardano questo destino sfruttando conservanti alchemici o sottoponendosi a procedure di mummificazione.

Lo scorrere dei secoli non incide soltanto sui corpi dei Lich. I ricordi della loro vita precedente gradualmente svaniscono, le loro passioni terrene si dissolvono e la maggior parte delle preoccupazioni che animano i vivi diventano insignificanti. L'oblio del passato e la perdita dei legami spingono molti Lich ad abbandonare le identità che avevano un tempo, in favore di pseudonimi oscuri o titoli inquietanti.

Continuare a prosperare dopo la morte richiede un'eccezionale forza di volontà e straordinari sistemi di preservazione e autodifesa. In molti Lich queste necessità sfociano in un'ossessiva ricerca di maggiore potere magico, che può arrivare a farli apparire sull'orlo della pazzia. Molti diventano freddi, paranoici e macchinatori, focalizzati soltanto sui propri obiettivi e privi di interesse o compassione verso i vivi. Questo li rende estremamente pericolosi, sebbene non necessariamente perfidi o nocivi come le credenze li dipingono. Di rado, alcuni Lich si sono dimostrati persino disposti a confronti civili, a scambi di conoscenze o ad istruire apprendisti. Alcune fonti tuttavia sostengono che la persistenza di un Lich non sia gratuita ed esiga la commissione costante di nefandezze, come sacrifici di innocenti a potenze oscure, alimentarsi di anime altrui per mantenere vigorosa la propria o consumarle per garantire la longevità del proprio filatterio.

Si mormora che esistano varianti di Lich che non avrebbero ottenuto la loro condizione ricorrendo alle arti arcane ma affidandosi al patrocinio di divinità oscure, antichi idoli e demoni. Quel che è certo è che, a differenza di altre forme di nonmorte, questa non è acquisibile a causa di inquietudini, morbi, maledizioni o possessioni.