I mezz’elfi sono il frutto dell’unione tra due mondi, quello umano e quello elfico. Questa mescolanza di sangue li rende individui unici, spesso sospesi tra due identità senza appartenere pienamente a nessuna delle due. Portano con sé i pregi e le difficoltà di entrambe le razze, e la loro esistenza è segnata da un costante equilibrio tra adattamento e indipendenza. I mezz’elfi sono anime erranti per vocazione o necessità. La loro forza sta nella versatilità e nella capacità di comprendere punti di vista differenti. Possono essere ponti tra mondi in conflitto, o solitari in cerca di un posto da chiamare casa.
I mezz’elfi possiedono tratti fisici che riflettono la loro duplice eredità. Le loro forme sono più slanciate e armoniose rispetto agli umani, ma non raggiungono la perfezione eterea degli elfi. La pelle tende ad essere più chiara e liscia rispetto a quella umana, e talvolta si manifestano caratteristiche distintive come orecchie leggermente appuntite, occhi luminosi o capelli chiari dai riflessi argentei. Pur non avendo l’aura immortale degli elfi, la loro bellezza ha spesso un fascino esotico e malinconico.
L’identità culturale dei mezz’elfi è profondamente influenzata dal contesto in cui sono cresciuti:
Il risultato è un senso costante di non appartenenza, che spinge molti mezz’elfi a cercare una propria strada lontano dalle radici, esplorando il mondo come vagabondi, mercanti, artisti o avventurieri. Alcuni hanno tentato di fondare comunità autonome, ma fino ad ora nessuno di questi esperimenti è davvero sopravvissuto. Oggi, i mezz’elfi si trovano come minoranze sparse nelle grandi città di Ardania, adattandosi o reinventandosi in base al contesto.
I mezz’elfi non possiedono una patria unitaria, ma sono presenti ovunque vi sia tolleranza o apertura. Le città dove sono più comunemente accettati sono:
Il mezz’elfo è selezionabile in qualunque regno che ne consenta la presenza, previa approvazione dello staff se necessario. È particolarmente indicato nei regni dove la convivenza tra umani ed elfi è comune o storicamente consolidata.
Nota: La razza mezz'elfo non è più selezionabile
La fede di un mezz’elfo è strettamente legata alla sua storia personale. Può seguire il Pantheon Elfico (tranne Luugh e Kelthra) o quello Umano, a seconda di come è stato educato o del cammino spirituale che ha scelto. Alcuni, in cerca di una propria identità, sviluppano un rapporto personale e sincretico con le divinità, talvolta mescolando elementi di entrambe le culture.
Razza più giovane di Ardania, i mezz’elfi nascono dall’unione tra la millenaria stirpe elfica e la civiltà umana. La loro esistenza è segnata da un conflitto identitario costante: troppo umani per essere elfi, troppo elfici per essere uomini. Spesso temuti, compatiti o disprezzati, lottano per trovare il proprio posto in un mondo che raramente li accoglie.
Fu nell’anno A.I. 199 che gli elfi, abbandonando il loro secolare isolamento, decisero di aiutare gli umani contro la minaccia di Surtur. Da quei contatti nacquero le prime unioni miste. Benché gli elfi visitassero già da tempo i regni umani, avevano fino ad allora sempre celato la propria identità e evitato ogni legame profondo. I mezz’elfi più anziani oggi non superano i 75 anni.
Non esiste un’unica descrizione che valga per tutti i mezz’elfi. Alcuni presentano tratti fortemente elfici, altri quasi indistinguibili da quelli umani. Nessuna delle due stirpi prevale mai del tutto sull’altra. Generalmente portano la barba come gli umani e possiedono orecchie affusolate, talvolta appuntite, sebbene differenti da quelle elfiche pure. Il fisico varia da esile a robusto, ma alcuni tratti tendono a ripetersi, soprattutto in relazione all’etnia elfica di origine.
I mezz’elfi con sangue quenya tendono ad avere capelli dorati, incarnato pallido, occhi azzurri o nocciola, e statura slanciata. Le orecchie sono affusolate, con la punta rivolta verso l’alto. Non sono rari i capelli scuri o rossi, e occhi grigi, verdi o neri. Se il sangue quenya è predominante, possono essere glabri.
Agili e scattanti, questi mezz’elfi ricordano nelle proporzioni i loro progenitori elfi grigi. Hanno capelli castani o fulvi, spesso fluenti, e occhi neri o marroni. Le orecchie si allungano lievemente verso la nuca. La carnagione è spesso olivastra o abbronzata.
Spesso hanno capelli scuri o rossi, ma possono anche ereditare il colore del genitore umano. I biondi sono più rari. Le orecchie, abbassate verso la nuca e lievemente allungate, assumono la punta solo se il sangue elfico è dominante. Gli occhi sono frequentemente verdi o neri, raramente azzurri. La pelle tende a un bronzo lucente.
Non si conoscono mezz’elfi con sangue Drow. I drow, ossessionati dalla purezza, disprezzano le unioni miste. Qualora nascessero meticci da simili unioni, è probabile che vengano soppressi alla nascita. Si suppone che un mezz’elfo con tale lignaggio possa avere capelli bianchi o grigi, occhi molto chiari e pelle scura, ma si tratta solo di congetture.
I mezz’elfi invecchiano a una velocità simile agli umani. Con l’età, i loro capelli tendono a schiarirsi fino a diventare candidi, e le iridi assumono tonalità grigie. Tuttavia, il sangue elfico li protegge dalla decadenza fisica e dalle rughe, che restano minime anche in età avanzata. Si stima che possano vivere tra i 90 e i 100 anni, con una possibile maggiore longevità nei reami elfici, grazie alle avanzate conoscenze mediche.
I mezz’elfi possono nascere da:
Essendo una razza recente, la maggior parte appartiene ancora alla prima generazione. A oggi, i mezz’elfi non possiedono una cultura propria, né tradizioni comuni, né un’identità condivisa.
La maggior parte dei mezz’elfi vive nei regni umani. Gli elfi, specie Quenya e Sindar, tendono a far nascere i propri figli nel Doriath, sotto le cure di Beltaine, per poi affidare il neonato al genitore umano, ritenendo che non sia in grado di vivere tra gli elfi senza spegnersi lentamente.
Nelle società umane, i mezz’elfi sono spesso visti con sospetto o reverenza, ma raramente con piena accettazione. Devono lottare per ottenere fiducia e riconoscimento. La loro spiritualità e diversità suscitano curiosità, ma anche superstizione. Molti diventano solitari, riservati o disillusi, ma sanno riconoscere e onorare legami autentici quando li trovano. In questo ambiente, assimilano cultura e religione umane. Anche i mezz’elfi di seconda generazione crescono spesso in questo contesto.
Pochi mezz’elfi riescono a integrarsi nella società elfica. I loro ritmi di vita e la percezione del tempo mal si adattano a quelli dei puri elfi. A questo si aggiunge il pregiudizio razziale: per gli elfi, i mezz’elfi sono esseri imperfetti, incompiuti. Nella migliore delle ipotesi, sono considerati un potenziale sprecato; nella peggiore, un’anomalia da eliminare.
Eccezioni esistono, soprattutto nella città di Rotiniel, dove alcuni mezz’elfi riescono a ottenere rispetto e inclusione. Ciò avviene solo attraverso un lungo e sincero percorso di condivisione dei valori elfi, dedizione ai Valar e dimostrazione di fiducia guadagnata giorno per giorno.
In questo capitolo, riporto tutto ciò che sono riuscito a raccogliere, leggere o ascoltare riguardo alla stirpe dei mezz'elfi: che si tratti di pettegolezzi, leggende, favole o storie non confermate. Non dubito che molte narrazioni siano sfuggite alla mia attenzione, e sono certo che ne nasceranno altre in futuro.
Tra gli umani, soprattutto nelle classi sociali meno elevate, circolano molte storie e credenze, spesso prive di fondamento. Per il popolo comune, un mezz'elfo è destinato ad attirare guai su di sé, coinvolgendo anche le persone innocenti che gli stanno vicino. Le origini di questa fama, probabilmente immeritata, sembrano risalire agli eventi che hanno segnato la nascita stessa dei mezz'elfi. Non di rado, tra gli individui meno colti, si pensa che essi siano collegati, in qualche modo, all'oscuro potere di Surtur, il quale, anche se indirettamente, ne avrebbe causato l'esistenza. Questa superstizione si è rapidamente diffusa, adattata alle diverse culture e trasformata in una reputazione di malefici, sfortuna e disgrazie.
Nelle terre occidentali, il legame con Surtur è più evidente. Qui, i mezz'elfi sono visti come portatori di pestilenze, inguaribili bugiardi e, secondo alcune credenze popolari, in grado di rendersi invisibili o di trasformare i bambini in mezz'elfi attraverso rituali macabri.
Nelle Terre Selvagge, invece, sono considerati araldi di sventura, segnali di disgrazie e catastrofi in arrivo. Secondo la leggenda, una forza oscura e malevola guiderebbe i loro passi, indirizzandoli verso le terre da colpire, come un avvertimento per i suoi alleati. Questa credenza si sta lentamente estinguendo di fronte ai fatti, ma continua a sopravvivere tra mendicanti e persone squilibrate.
Gli eracliani, invece, credono che i mezz'elfi rubino le ombre delle persone che incrociano inconsapevolmente il loro sguardo. Per evitare questo, molti evitano di fissare negli occhi un mezz'elfo e, per scongiurare il pericolo, legano nastri neri attorno alle caviglie per "legare" la propria ombra.
Sulle coste e nelle isole, una convinzione più radicata è che i mezz'elfi siano segretamente dediti alla pirateria e che sacrificano marinai catturati nelle loro scorribande ai Kraken delle profondità marine, per placare la loro ira e proteggere le loro navi.
Un'usanza comune tra gli umani è quella di segnarsi la fronte con l'unghia del pollice destro, un gesto per allontanare la sfortuna che si ritiene un mezz'elfo possa portare con sé. Sebbene questo gesto sia diffuso, è considerato maleducato e vagamente offensivo se mostrato in pubblico.
Altre superstizioni, più o meno false, includono: l'idea che i mezz'elfi praticanti di magia siano più inclini alle arti oscure, che il loro sangue sia velenoso o allucinogeno per qualche misterioso processo alchemico, o che i fumi derivanti dalla combustione dei loro capelli abbiano effetti simili. Si dice anche che i denti canini di un mezz'elfo morto violente siano ottimi talismani portafortuna e che la loro vista sia particolarmente acuta durante la notte, mentre alcune credenze sostengono che le loro ferite guariscano più rapidamente alla luce di Nut.
Le discriminazioni razziali verso i mezz'elfi si manifestano anche tra le popolazioni barbariche e nelle terre elfiche. Al nord, il sangue elfico che portano dentro di sé è visto come un segno di debolezza, come una vulnerabilità alle illusioni e alle menzogne, e li rende inaffidabili. I nani, già di per sé diffidenti verso gli stranieri, nutrono un sospetto particolare nei loro confronti per questa stessa ragione.
Nel Doriath, invece, la visione è opposta: per gli elfi, è il sangue umano a "macchiare" i mezz'elfi, rendendoli superficiali, avidi e troppo impulsivi. Questi pregiudizi sono particolarmente forti tra i Sindar e, a volte, anche tra i Quenya, mentre i Teleri tendono ad avere opinioni più concilianti.
Secondo una leggenda, prima del periodo dei Falò senza Luce, gli elfi avrebbero generato alcuni mezz'elfi con gli uomini, forse per studiarli o per impiegarli nelle loro comunità. Tuttavia, ben presto si persero le tracce di questi Priminati. Non è chiaro se ciò avvenne per l'abbandono del progetto da parte degli elfi, per un atto di fuga volontaria da parte dei Priminati o se furono semplicemente annientati durante i Falò. Alcuni credono che la loro discendenza sia sopravvissuta attraverso i secoli, vagando per Ardania, accumulando conoscenze e esperienze, fino a trascendere la mortalità e oltrepassare il confine verso un altro mondo. Altri considerano queste storie come favole senza fondamento.
Per gli elfi, la duplice natura dei mezz'elfi ha un forte significato simbolico e spirituale. Tra i Sindar, si crede che il mezz'elfo, ascoltando con attenzione, possa sentire il contrasto tra il sangue elfico e quello umano che scorre dentro di lui, una lotta per il controllo del suo corpo.
I Teleri, invece, vedono questa dualità come una risorsa utile, che consente ai mezz'elfi di comunicare con successo con ogni tipo di interlocutore. Questa visione, basata sull’esperienza, è forse la più vicina alla verità.
Altri, sia tra i Teleri che tra le altre stirpi, ritengono che i mezz'elfi siano creature destinate a un posto speciale nei piani di Morrigan, la Dea dai due volti, ma il loro destino rimane ancora avvolto nel mistero.
Scritto da Damior Lyrann
Redatto a Ceoris il 27 Forense 274 C.I.,
28 Ninui della 35a parte della 21a fioritura