Dove iniziano le alte catene montuose degli Orus Maer, fino al polo più estremo del settentrione, lì hanno inizio quelle che vengono chiamate Terre del Nord. Si tratta in gran parte di lande desolate, coperte da nevi e ghiacciai. Solo pochissime forme di vita riescono a sopravvivere alle bassissime temperature di questi luoghi. Le Terre del Nord sono infatti in larga misura disabitate, fatta eccezione per le mostruose creature che abitano negli anfratti dei monti Orus Maer, e per la celebre città di Helcaraxe. Ma gli Orus Maer non celano solo pericoli: nel cuore delle montagne si cela un piccolo, misterioso villaggio, chiamato Picco dell’Aquila. Tuttavia le Terre del Nord rimangono luoghi infidi e pericolosi per i cittadini dell’Impero, come il villaggio dei Troll dei monti.

Helcaraxe

Helcaraxe sorge in una delle regioni più inospitali e affascinanti dell’estremo Nord di Ardania: un’isola vasta e selvaggia, perennemente coperta di neve e flagellata dai venti gelidi che scendono dalle alte montagne. A dominarne l’orizzonte si erge la Catena del Corno di Birra, un’impervia dorsale rocciosa che taglia l’isola da est a ovest. Un antico sentiero scolpito nella roccia, noto come il Passo degli Dei, si insinua tra i monti, congiungendo le diverse anime dell’isola: a sud-ovest, la città murata, cuore pulsante della vita quotidiana; più a nord, le antiche rovine del Tempio del Vecchio Credo, oggi divenute la Valle dei Nove Mondi, centro del culto di Yggr; infine, al centro dei monti, un avvallamento nascosto custodisce l’imponente arena, luogo di sfida e gloria per i guerrieri del Nord.

Un tempo l’insediamento principale si trovava all’interno della montagna stessa, scavato nelle viscere della roccia. Ma una frana di proporzioni epiche seppellì quella dimora primitiva, costringendo i suoi abitanti a ricostruire altrove. Nacque così l'attuale roccaforte, nota come la Roccaforte dei Ghiacci, oggi circondata da mura solide e da edifici che sfidano la furia degli elementi.

Al centro dell’isola si trova una delle strutture più celebri e amate dell’intero Nord: la locanda del Troll Ubriaco, birreria leggendaria e luogo di ritrovo per mercanti, guerrieri e viaggiatori. Seconda forse solo alla celebre locanda del Trivio per fama e dimensioni, ospita spesso le più sentite manifestazioni popolari e folkloristiche della regione.

Oltre la porta occidentale, tra i venti sferzanti e le nevi eterne, si estende il villaggio di Kaek Valdar, che prende nome dal primo Jarl del valoroso Clan Valdar. Lì ha trovato le sue radici la stirpe che ha guidato la città fin dalla fondazione e che oggi vede il suo capo, Kunungur Valdar, regnare di nuovo sul Nord.

La fauna dell’isola riflette la durezza del suo clima: predominano creature adattatesi al gelo, come lupi bianchi, leopardi delle nevi, aquile artiche e trichechi. Fra tutti, però, è l’Orso Bianco a occupare un posto speciale: totem sacro e simbolo di forza, è considerato la manifestazione vivente dello spirito guerriero nordico. Le sue pelli sono oggetto di rispetto e desiderio, ricercate dai più abili pellicciai di Helcaraxe.

Non mancano però le minacce. Le arpie, gli uomini lucertola, i ragni dei ghiacci e i serpenti glaciali popolano i pendii più inaccessibili e le caverne più oscure. Tra le creature più temute, i Troll dei Ghiacci della tribù dei Teschi Rossi hanno fatto della costa settentrionale il loro rifugio, nei pressi dell’Yggdrasil, il Sacro Frassino. Più all’interno, nel cuore della catena montuosa, si nasconde un accampamento di Vilderon, spiriti oscuri e antichi, tra cui talvolta si manifestano persino i leggendari Demoni dei Ghiacci. Nonostante la loro pericolosità, queste creature vengono cacciate da gruppi di audaci nordici, attratti non solo dalla gloria ma anche dal valore delle loro pelli, dure e preziose.

Helcaraxe, con la sua storia, le sue nevi, i suoi spiriti e i suoi mostri, è più che una città: è un baluardo del Nord, dove ogni pietra racconta una leggenda e ogni folata di vento sussurra il nome degli antichi.

Grandinverno

A poche leghe di mare a nord di Helcaraxe, oltre le acque gelide e i banchi di ghiaccio sospinti dai venti del nord, si erge l’isola di Grandinverno, conosciuta anche come “l’isola dei cittadini”. Fu scoperta durante il mese di Dodecabrullo dell’anno 266, quando una drakkar nordica ne toccò per la prima volta le coste, e da allora fa parte a pieno titolo del dominio del Regno dei Ghiacci.

La costa occidentale dell’isola è quella che per prima accolse l’approdo dei nordici, e ancora oggi la vecchia nave che vi attraccò resta ormeggiata lì, come reliquia silenziosa di un’epoca lontana. Poco distante, si sviluppa un villaggio ordinato, adibito principalmente ad abitazioni per i cittadini di Helcaraxe. Qui trovano spazio anche alcuni servizi fondamentali, come la bottega di un guaritore e il piccolo mercato locale, che contribuiscono alla vita quotidiana della comunità.

La fauna dell’isola è più omogenea rispetto a quella della sorella maggiore: vaste foreste e alture innevate ospitano numerosi branchi di lupi, simbolo di libertà e resistenza per le genti del Nord. Non mancano, però, presenze più inquietanti. Tra i boschi e le pieghe rocciose delle montagne si celano alcuni ribelli del Clan Fjallvrig, che si muovono nell’ombra, mantenendo viva una tensione silenziosa tra gli alberi.

I collegamenti con Helcaraxe sono garantiti da un servizio gratuito di traghetti che solcano le acque gelate a intervalli regolari, sfidando intemperie e ghiacci per mantenere viva la connessione fra le due isole e le loro genti. In questo eterno abbraccio tra gelo e coraggio, Grandinverno rappresenta il volto civile e strategico del Regno dei Ghiacci, riflesso della tenacia nordica forgiata dalla neve e dal mare.

Hulborg

Hulborg, che nella lingua nordica significa “Villaggio Celato” o “Castello Nascosto”, sorge tra i silenzi innevati di un remoto fiordo, incastonato nella vallata che accoglie l’antica roccaforte del Barone del Nord. Fu costruito per volontà del Clan Kessel, che lo eresse come simbolo del proprio dominio sulle terre nordiche continentali. Ultimo insediamento, in ordine di tempo, del Popolo dei Ghiacci, nacque attorno alla residenza baronale di Claus Von Kessel, sede di una delle più grandi e rinomate biblioteche di tutta Ardania.

Oggi, Hulborg è tornato sotto la guida dello stesso Clan Kessel, che ha riaperto gli accessi al villaggio, un tempo gelosamente sorvegliati, accogliendo nuovamente le genti ardane. Questo cambiamento ha favorito la rinascita di un piccolo ma vitale mercato, luogo di scambi e incontro tra viaggiatori, mercanti e artigiani.

Nonostante le sue modeste dimensioni, il villaggio è dotato di tutte le strutture necessarie alla sopravvivenza e alla vita comunitaria. Due locande si contendono il cuore degli avventurieri: la calorosa “Taverna del Porco Infreddolito”, rifugio ideale per chi cerca un pasto caldo e compagnia dopo le fatiche del viaggio, e la “Tana del Lupo Grigio”, dove la birra scorre densa e le storie si intrecciano come i sentieri del Nord. L’Opificio del Nord, rinomata bottega artigiana, attira maestri e apprendisti da ogni angolo di Ardania, noti per la raffinatezza delle loro creazioni e per la maestria nel lavorare i materiali più difficili.

Ma Hulborg è conosciuto anche per un evento che ha superato i confini delle gelide lande settentrionali: il Torneo del Sangue, una brutale competizione riservata ai guerrieri più audaci, in cui solo i più forti sopravvivono e guadagnano gloria e rispetto.

Il paesaggio che circonda il villaggio è aspro e maestoso, un’arena naturale che mette alla prova corpo e spirito. I pericoli nascosti tra i ghiacci e le fitte nevicate scoraggiano molti dal mettersi in cammino, ma chi vi riesce scopre un luogo carico di fascino, dove ogni respiro pare scolpito nella brina.

Hulborg rappresenta l’ultimo baluardo di civiltà prima delle sterminate e selvagge distese del Nord. Solo attraversando il villaggio è possibile raggiungere le grotte sotterranee e i sentieri della Baronia che conducono infine al traghetto diretto ad Helcaraxe. Poco più a ovest, tra le cime della Baronia Orientale, si erge infine Forte Stuflein, possente castello dalle mura nere, costruito dai nordici per esercitare il proprio controllo sulle terre innevate e difendere l’ultimo confine della loro cultura.

Picco dell'Aquila

Il Picco dell’Aquila è un remoto villaggio incastonato sull’altopiano roccioso degli Orus Maer, una delle vette più impervie e inaccessibili del continente. Deve il suo nome alla straordinaria altezza a cui si trova: solo le grandi aquile riescono a raggiungere queste alture, dove l’aria è rarefatta e il gelo perenne. Tra i ghiacci e le rocce vive, al limite della sopravvivenza, una piccola comunità di asceti, isolata dal resto del mondo.

Questo gruppo conduce un’esistenza austera e contemplativa, in profondo contatto con le forze spirituali e con le divinità. Le pratiche che vi si osservano sono di natura sciamanica, druidica e divinatoria. Nonostante manchi ogni conferma ufficiale, si tramandano molte storie secondo cui re, nobili e altri potenti signori abbiano affrontato il lungo e pericoloso viaggio fino a questo luogo per ricevere vaticini dagli Anziani del Picco, in particolare dal leggendario saggio Gartax, figura avvolta nel mistero e nella riverenza.

Picco dell’Aquila non rientra formalmente nei confini del Regno dei Ghiacci, ma ne è riconosciuto protettorato. Nonostante questa appartenenza nominale, il villaggio ha mantenuto una propria identità spirituale indipendente. A differenza di molte altre terre del Nord, non è stato raggiunto dalla conversione al culto di Yggr né alla cosiddetta Antica Via. Nel suo piccolo centro abitato svetta ancora una maestosa statua dedicata ad Aengus, antica divinità venerata da tempi remoti, testimone silenziosa della resistenza spirituale di questa enclave montana.